My Hero Academia: 5 motivi per iniziarlo
My Hero Academia (Boku no hero academia, in giapponese) è un manga, e un anime, uscito da relativamente poco tempo, ma che sta riscuotendo un enorme successo in tutto il mondo. Sembra proprio che Weekly Shonen Jump abbia fatto un affare a mettere sotto contratto il progetto, perché ha tutte le qualità per andare a sostituire quei pilastri che abbiamo avuto fino a qualche anno fa e che, ora, si sono conclusi, nel bene e nel male.
Oggi voglio però spiegarvi perché credo che MHA sia davvero valido e non il solito shonen, perché ho imparato ad amarlo e perché funziona così bene.
1. Il protagonista.
Midoriya Izuku, detto anche Deku, non è il classico protagonista shonen. O meglio, alcuni tratti comuni li ha (è il “prescelto”, ed è una pattern che non scade mai), ma ce ne sono molti di più che lo differenziano, partendo dal colore scelto. La maggior parte delle volte, il protagonista di uno shonen viene associato al rosso o all’arancione (Naruto, Goku, Ichigo, potrei andare avanti all’infinito), mentre Deku è verde, che è in generale il colore del sidekick, ed è distintivo per quei personaggi intelligenti/strateghi. Tutto ciò è stato fatto perché Deku nasce senza poteri, detti quirk (unicità in italiano), in un mondo in cui l’80% della popolazione ne è dotata. Vuole diventare un eroe anche se non ha alcuna possibilità. Deku non era nato per essere un eroe, ma lo diventa, in un modo del tutto inaspettato.
L’altra grande differenza, è che Deku è intelligente sul serio. La maggior parte dei protagonisti dei grandi shonen seguono il loro istinto e sono un po’ scemi. Questo permette di inserire più facilmente la parte comica. Deku invece ha un’intelligenza spiccata, tanto che non ha problemi con le materie scolastiche e tiene vari quadernetti in cui riporta tutte le caratteristiche e vicende degli eroi che ammira di più. Questo gli dà la possibilità di trarne grandi insegnamenti da applicare alla vita di tutti i giorni.
2. I personaggi secondari.
Se c’è una cosa che odio con tutta me stessa degli shonen, è che spesso e volentieri i personaggi secondari vengono messi solo come contorno, e usati a piacimento dall’autore per far crescere il protagonista. Una volta raggiunto lo sviluppo desiderato, li si getta nel dimenticatoio e, forse, ci si ricorda di farli morire nel modo più becero possibile (NEJI HYUUGA TI STO GUARDANDO).
In MHA mi aspettavo la stessa cosa, e man, I was so wrong! Sono contenta di poter dire che ogni personaggio non solo ha il suo background fatto e finito (che, in alcuni casi, è anche più interessante di quello del protagonista), ma ognuno ha anche un po’ di screen time, che può andare dalla singola puntata a un corto arco narrativo. E vale anche per i cattivi!
3. I quirks (“unicità”).
Credo che questo sia uno degli aspetti che amo di più. Che show sui supereroi sarebbe se non ci fossero dei poteri? Ma c’è così tanto spazio per l’immaginazione! Si passa dal tizio che può creare esplosioni con le mani, a quello che può farti il lavaggio del cervello, fino ad arrivare alla ragazza rana o al ragazzino che controlla un demone ombra! Era persino stato fatto un concorso, “inventa il tuo personaggio”, e il vincitore ha avuto una piccola comparsa nel manga! Quello che mi fa impazzire, è che si vede che sono stati pensati tutti benissimo: ogni quirk, oltre ad essere unico, ha delle limitazioni ben precise, e viene tenuto in conto durante tutto il manga. Non c’è mai un quirk OP, che ti fa dire “Cavolo, è imbattibile”, perché tutti hanno pregi e difetti, anche se magari non si notano a prima vista. Questo fa una grandissima differenza: non è il tipo di quirk che hai a renderti fortissimo, ma l’utilizzo che ne fai!
4. La forza individuale.
Quante volte, in giro per internet, ho letto prese in giro a vari mangaka perché abusano del cosiddetto “nakama power”. Avete presente? Quei momenti in cui il protagonista sta perdendo male, ma perché combatte per i suoi amici, trova la forza e BAM, sblocca un nuovo potere e vince a mani basse. Bello la prima volta, carino la seconda, se però vai avanti così per cinquecento capitoli magari mi hai stancato un po’. Magari, eh.
Certo, anche in MHA c’è il gruppo e sono amici fra di loro, ma ognuno vuole diventare un eroe, sono lì per quello, non per creare una bella classe o una seconda famiglia.
Ogni personaggio ha la propria motivazione per diventare eroe, non tutte sono nobili (c’è chi lo fa perché vuole salvare vite, chi per i soldi, chi perché vuole essere figo), ma tutti combattono in primis per loro stessi. Qui c’è la forza individuale, l’avere un sogno e volerlo raggiungere con le proprie forze. Un aiuto qua e là dobbiamo riceverlo tutti, ma la chiave del successo è coltivare la propria aspirazione e forza di volontà, aggrapparsi con le unghie e con i denti e andare avanti finché non si ha raggiunto ciò che ci si era prefissati, impedendo agli altri di metterci i bastoni fra le ruote. Credo sia un messaggio incredibilmente importante e forte.
5. I FEELS.
Last but not least, i feels che dà MHA sono qualcosa di potentissimo.
Comincia tutto tranquillo, sembrava un po’ l’inizio di Naruto, con il protagonista che va a scuola per imparare “il mestiere”, ma credetemi quando vi dico che non può esserci nulla di più lontano. I feels vi colpiranno in pieno stomaco già dalla fine della prima stagione dell’anime, e vi renderete conto di quanto l’impostazione sia diversa: non come Voldemort, che era così carino da attaccare Harry sempre alla fine dell’anno scolastico; qui ai cattivi non importa niente di nessuno, colpiscono quando fa loro più comodo e non si risparmiano nemmeno un colpo.
Le prime due stagioni dell’anime sono fatte così bene che è impossibile non essere risucchiati dal corso degli eventi e piangere, ridere, stare in ansia per tutti quanti. Ti fa letteralmente sentire parte dell’azione. Mi aveva preso così tanto che in una notte + mattinata ho finito tutti i 32 episodi.
E se un piccolo Deku piangente non vi fa venire nemmeno gli occhi lucidi, siete delle persone orribili!
Bonus: se siete fangirl, il multishipping in questo manga è qualcosa di sublime, davvero. Ship di prima qualità,
ragazze.
Questi sono i miei cinque buoni motivi per iniziare My Hero Academia, ma potrei andare avanti tutta la notte ad elencarne altri. Mensilmente, scriverò degli articoli su questo manga: il prossimo sarà una sorta di recap dei vari archi narrativi visti fino ad ora con il minor numero di spoiler possibile e perché li ho amati tutti, indistintamente. Riuscirete a mettervi in pari per il prossimo mese? Io dico di sì, sono poco più di 150 capitoli! Questo è vvvvid, un sito di streaming legale, dove potete trovare le prime due stagioni gratuitamente.
Fatemi sapere nei commenti se ho stuzzicato un po’ la vostra curiosità! Al prossimo articolo!
– Rainbow Umi.
Articolo scritto molto bene! Complimenti! Io adoro My Hero Academia, sono una fan sfegatata e senza pudore di Kirishima.
Mi sono iscritta immediatamente, ora spulcio gli altri articoli 🙂
Ciao cara! Grazie di essere qui!
Siamo contenti ti sia piaciuto l’articolo!
Oh, volentieri! Spulcia, spulcia :3
[…] famoso per essere il doppiatore di Eren (Attacco dei Giganti), Yukine (Noragami), Todoroki (My hero academia) etc. In italiano non è, a mio avviso, dei migliori, non figurano grandi nomi del nostro […]
[…] MY HERO ACADEMIA di Kohei Horikoshi VOLUME 31 […]