Fairy Tail: amore o odio?
Fairy Tail è stato uno di quei manga che, volenti o nolenti, quasi tutti abbiamo seguito almeno per un po’. Non ai livelli di Bleach o Naruto o One Piece, ma penso che si possa considerare uno dei grandi shounen di questi ultimi tempi — tant’è che è andato avanti per ben undici anni, con la bellezza di 545 capitoli totali, omake e filler inclusi. Fra l’altro, a un certo punto gli era stato anche dato il riconoscimento di uno dei manga più puntuali, dato che Hiro Mashima difficilmente saltava o interrompeva le pubblicazioni settimanali, se non per le varie festività.
Questo non sarà un articolo in cui esporrò le mie lamentele su Fairy Tail, e credetemi: ne avrei davvero tante. A partire dal potenziale sprecato di una marea di personaggi, all’ultimo arco narrativo che ho trovato così imbarazzante che manco le fanfiction sui One Direction.
Durante gli anni mi sono resa conto di quanto la storyline sia calata, della mancanza di attenzione ai dettagli, del fanservice sempre più fastidioso e inserito ovunque, e (last but not least) il nakama power che intasava ogni fott*** combattimento.
Lo ammetto: ormai leggere il capitolo settimanale era diventata una routine che portavo avanti solo per vedere come sarebbe finito, e se per una volta avessi potuto avere una gioia tramite la canonizzazione della mia otp (grazie, Mashima, per Gajeel e Levy: ti ho davvero voluto bene); ma, come ho detto, non voglio perdere troppo tempo elencando i vari difetti che, purtroppo, sono saltati fuori.
Perché ho iniziato a leggere Fairy Tail e perché è importante per me? Perché è stato il collante primario. Quando ho iniziato l’università, ormai quattro anni fa, ero sola (per fortuna). La prima settimana ero riuscita, per puro caso, ad attaccare bottone con un gruppetto di ragazze che sembravano molto affiatate fra di loro, e mi hanno accolta. Una volta, mentre pranzavamo in mensa tutte insieme, fra rimasugli di piatti unici e pizza, due ragazze mi consigliarono Fairy Tail. Un paio di settimane successive mi presi un febbrone epocale, quindi che fare di meglio se non recuperare quattrocento capitoli? Mi misi in pari, e da quel giorno fino a questa estate abbiamo commentato insieme ogni capitolo, ogni vignetta, ogni dialogo.
Fairy Tail è stata quella cosa che ha iniziato a legarci, ci abbiamo costruito un rapporto sopra, poiché inizialmente ci scrivevamo solo per quello, abbiamo riso alle battute, siamo state in ansia per i combattimenti e abbiamo pianto quando Lucy ha spezzato la chiave di Aquarius o quando Erza ha affrontato Jerard alla Torre del Paradiso, tanto che ci abbiamo anche fatto il primo cosplay di gruppo.
Sono stanca di vedere questo manga sempre preso di mira, perché sì, è vero, ha mille cinquecento difetti, ma ci sono anche dei punti salvabili. Il nakama power era fastidiosissimo, ma l’amicizia profonda e indistruttibile fra i membri della gilda non lo è mai stato. Il senso di legame e di comunità, i dialoghi scritti con il cuore, ma soprattutto la protagonista: Lucy è stata fortissima. C’è stato uno sviluppo enorme in lei, e chi non lo vede sarebbe solo da prendere a calci, detto da una che l’ha odiata per i primi duecento capitoli o giù di lì.
Lucy è una forza della natura, un personaggio con cui tantissime persone possono relazionarsi, perché alla fine è una ragazzina che vuole vivere il suo sogno, niente di più e niente di meno; ma la forza che tira fuori, la grinta, il coraggio di mettersi sempre in prima linea e combattere per i suoi amici nonostante non sappia affatto farlo, migliorarsi, mettersi in discussione, affrontare prima un genitore autoritario e poi affrontarne la perdita… E nonostante tutto, avere sempre il sorriso. Se questo non è un messaggio forte, che sprona a credere nei propri sogni e nei propri amici, non so cosa possa esserlo.
Se avete la possibilità, vi consiglio però di seguire l’anime, che è pressoché identico al manga, ci sono solo un paio di filler brevi e anche piuttosto carini, ma il doppiaggio giapponese vi arriva dentro al cuore. Un kudos enorme, in particolare, alla doppiatrice di Lucy, ragazzi, che i pianti che mi fa fare lei, nessuno mai.
Rimasi così male quando decisero di cancellarlo da Rai4, che per un periodo mi rifiutai proprio di guardare il canale, avevano gestito malissimo la programmazione, con zero rispetto verso chi si faceva in quattro stando davanti alla tv per beccare l’orario esatto che varia a da giorno a giorno. Una piccola menzione anche ai Raggi Fotonici, che avevano ridoppiato opening ed ending iniziali e altre due opening
Consiglierei Fairy Tail? Sì. Perché trasmette emozioni, vere, almeno con me lo ha fatto — ed è uno dei pochi.
“It’s more fun when we’re together, right?”
– Rainbow Umi
[…] del manga. Ricordiamo, infatti, che lo studio produttore A-1 Pictures è lo stesso che ha prodotto Fairy tail, uno dei manga/anime più famosi degli ultimi […]