VITE DI CARTA di Marco e Giulio Rincione
Piccola premessa personale: “Ciao a tutti! Sono Nihail, qualche volte mi diverto a scrivere qualcosa. Tengo molto a questa recensione perché questo fumetto è un regalo del Nabbo, che ogni tanto riesce anche ad essere una persona buona.”
‘’ C’era una volta… è così che cominciano le storie. Come se fosse davvero così. Invece no. Ci sono storie che non hanno un inizio. Storie in cui tutto inizia all’improvviso. Come questa. ’’
Cosa posso dire? Già solo queste poche righe mi hanno rapita. La narrazione è molto coinvolgente e ti pone di fronte a tanti interrogativi. “Cos’è la realtà? Cosa l’immaginazione? Cosa divide questi due aspetti dell’uomo? Dove si trova la linea che porta l’uomo a vivere nella prima o nella seconda? Come fare a distinguerle quando i sogni sembrano reali?”
‘Vite di carta’ fa parte della serie TIMED della Shockdom, una serie di fumetti auto conclusivi ambientati tutti nello stesso mondo. Ci troviamo sulla terra in un futuro non troppo lontano, non abbiamo più tutti i piccoli stati a cui oggi siamo abituati, ma uno Stato Diffuso, formato da due schieramenti: TheNation e NewState. Questi si contendono il dominio del mondo, le loro armi sono i timed, persone dotate di poteri, che però hanno un limite di tempo e all’esaurirsi di esso termina anche la loro vita, da qui il loro nome. Le parole di Lucio Staiano, fondatore e responsabile di Shockdom, quando ha presentato la serie al Napoli Comic, sono state «TIMED nasce dal mio forte desiderio di creare un universo di supereroi tutto italiano, in cui poter chiamare a collaborare tanti talenti, sia disegnatori sia sceneggiatori. Un po’ come per l’universo Marvel o DC».
Ho letto tutti i primi tre libri della serie e questo in particolare è quello che mi ha colpito maggiormente, sia per la sceneggiatura che per lo stile grafico. Forse perché non conoscevo questi due grandi artisti che mi hanno invece straordinariamente coinvolto. Le parole e i tratti si combinano in modo magico, non riesci più a staccarti dal libro finché non è finito. Come già scritto è ambientato nel futuro, 2035, in questo caso sui monti Wicklow, Irlanda, in mezzo al nulla. È una storia di isolamento dove la linea tra fantasia e realtà è molto sottile. Lo stile riesce a farti immergere perfettamente in questo mondo armonizzando i tratti alla perfezione con i pensieri del protagonista, Carl, da colori tenui e sfumati a toni forti e tratti molto marcati che si alternano accompagnando le parole in un gioco di ritmi che non ti annoia mai.
Sono stata davvero colpita, e sono felice di aver scelto di seguire questa serie, che spero mi faccia conoscere altri nostri artisti così talentuosi. Come già successo con “Il canto delle onde” di Marco Rincione e Louputen, che però non è stata una sorpresa quanto un piacevole proseguimento con un’artista che amo e seguo dalla sua prima pubblicazione; e con “Rio 2031” di Giuseppe Andreozzi e Gabriel Picolo, che ho avuto il piacere di incontrare al Lucca Comics del 2017 (quest’anno).
Nihail
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