The Resident e la malasanità americana
Ben trovati amici miei!
Oggi vorrei parlarvi di The Resident, una serie nuova di zecca, sperando di incuriosirvi almeno un pochino. Trasmessa in America a partire da gennaio di quest’anno e diffusa qui in Italia da FoxLife, The Resident è un medical drama che vede protagonisti il Dr. Conrad Hawkins, al terzo anno di specializzazione di una promettente carriera medica (interpretato da Matt Czuchry, il nostro Logan di Una Mamma per Amica), l’infermiera Nic Nevin (Emily VanCamp) e il neo-specializzando Devon Pravesh (Manish Dayal). La prima stagione conta appena 14 episodi, dei quali, per ora, ne sono andati in onda 9, in attesa della ripresa prevista per il 16 aprile.
Nonostante la categoria in cui si trova, penso che questa serie sia lontana da altre come Grey’s Anatomy o Private Practice. The Resident, infatti, mette in scena in minima parte i drammi amorosi dei protagonisti (per ora), e lascia più spazio ad una realtà che non spesso viene affrontata caratterizzata dalla corruzione e dall’importanza del guadagno monetario a sfavore dei pazienti all’interno dell’industria medica. L’unica somiglianza che ho potuto rilevare rispetto ad altre serie tv è con Dr. House. La facilità con la quali il Dr. Conrad riesce ad arrivare alle giuste diagnosi, infatti, è una caratteristica che si avvicina molto al modus operandi di Dr. House, che però era un dottore con anni di esperienza alle spalle, al contrario del nostro protagonista che, in quanto specializzando, non possiede la sua stessa autorità e, anzi, viene scavalcato da altri medici, che però hanno in mente solo il proprio profitto.
Personalmente ero stata avvisata dell’aspetto crudo della serie, ma alcune scene mi hanno comunque lasciata spiazzata e con l’amaro in bocca. Tutto ci appare un po’ meno idealistico e l’America che ruota attorno al denaro diventa padrona della scena. I retroscena meno piacevoli vengono qui portati alla luce del sole ed affrontati, nonostante la brutalità.
Ci troviamo quindi con dei villain che non sono altro che persone accecate dalla fama e, soprattutto, dai soldi, che farebbero di tutto pur di prescrivere un esame inutile in più e che non si fanno scrupoli a lasciare in mezzo alla strada una persona che non può permettersi le cure mediche.
C’è anche un mistero da risolvere: la clinica della “dea dell’oncologia” Lane Hunter, che prescrive delle dosi di chemio estreme ai propri pazienti e che fa di tutto pur di non condividere con altri medici le cartelle degli stessi, ovviamente per non farsi beccare. Sicuramente c’è sotto qualcosa di losco, e non vedo l’ora di scoprirlo, sperando che anche in questo mondo non troppo ideale, alla fine gli innocenti possano avere giustizia (SPOILERONE anche se per la nostra povera Lily pare non ci sia stato scampo).
Ma parliamo ora del “magnifico” Dr. Bell, che già dalla prima scena capiamo essere l’antagonista per eccellenza della serie. Affetto da una malattia degenerativa che gli provoca dei tremori alle mani, il Dr. Bell se ne va in giro per il Chastain a mietere vittime, certo che il suo prestigio e il suo potere bastino a salvaguardare la sua posizione all’interno della struttura, e guadagnandosi così l’appropriatissimo soprannome di “Dottor Morte”. Mi chiedo davvero se sia possibile che nessuno faccia partire una denuncia coi fiocchi nei suoi confronti, o che nessuno dei testimoni oculari della sua incompetenza faccia qualcosa per fermare quello che è a tutti gli effetti un pericolo per la sopravvivenza dei pazienti. Davvero il potere ed i soldi di quest’uomo possono mettere a tacere tutte le sue nefandezze?
Un altro particolare che mi è piaciuto è quello della storia tra Davon e Renata, la sua fidanzata giornalista. Nonostante questa coppia sia apparsa sullo schermo per poco tempo, mi è piaciuta subito. Mi danno l’impressione di essere affiatati e credo che Renata farà delle scoperte molto interessanti, che non vedo l’ora ci siano rivelate.
Per quanto riguarda Nic e Conrad, che sembrano essere la ship principale della serie, vale più o meno lo stesso discorso, ma prima di sbilanciarmi vorrei aspettare di capire che cosa sia realmente successo tra loro. Questo, infatti, è un altro degli aspetti che mi sono piaciuti, perché non viene data totale centralità alla loro storia (anche se poi spero si rimettano insieme, lo ammetto).
Infine, poche parole per la dottoressa Mina Okaford: la adoro. Decisa, preparata, talentuosa e gentile a modo suo, anche se all’inizio non si direbbe. Brava Mina, continua così, e spodesta quel presuntuoso di Bell!
Quello che posso dire, alla fine di questa breve recensione, è che spero continuino in questo modo non troppo convenzionale che è stato capace di catturare totalmente la mia attenzione (assieme a Matt Czurchy, che più invecchia e più diventa bello). Speriamo che non perda di potenza e che i soliti drammi amorosi non vengano messi in primo piano.
E mentre aspettiamo i nuovi episodi, fatemi sapere che cosa ne pensate!
– Eleven’s Eggo