Narcos: droga, sangue e carisma – I parte
Partiamo dalle premesse: Narcos non è una serie perfetta, ed è giusto criticarla su alcuni aspetti (tant’è che io stesso lo farò più avanti). Ma c’è una critica in particolare che ho sentito e che trovo non solo insensata, ma più banalmente idiota: la critica sulla “Simpatia” del personaggio di Pablo. Alcuni sostengono che il modo in cui il suo personaggio viene presentato, complice la sublime interpretazione di Wagner Moura, porti lo spettatore a empatizzare per lui. Perché trovo questa critica tanto idiota? Ci sono tre possibili reazioni di fronte a un personaggio simile:
1) Rimanere affascinati dal Personaggio, non dalla persona
Vero è che la storia di Narcos si ispira a fatti realmente accaduti, ma vero è anche che il tipo di empatia che la serie crea è per il personaggio nella sua “vita di tutti i giorni”. Quando si parla dei delitti commesso da questo personaggio, la serie diventa durissima: non lesina, speso e volentieri, l’utilizzo di immagini “reali” della Colombia di quegli anni bui. Genera, in un certo qual senso, lo stesso sentimento che possono generare Light Yagami, Joker o, perché no, Thanos del recentissimo Infinity War. Magari ne rimaniamo affascinati, o addirittura li tifiamo, ma questo non ci rende dei filo-nazisti o dei simpatizzanti dell’ISIS. La finzione e la realtà non sono la stessa cosa.
2) Rimanere spaventati dal personaggio e dalla persona
Pablo nella serie fa paura. La semplicità con cui passa dallo scherzo alla minaccia, dalla follia violenta allo scherno è impressionante, esattamente come la credibilità con cui questo processo avviene (e ancora una volta, standing ovation a Wagner). Lo spettatore, esattamente come i malcapitati Murphy e Pena, non sanno mai cosa aspettarsi. “Plata o Pomo”, denaro o piombo, è la sintesi perfetta di questo personaggio: un secondo primo ti rende ricco, quello dopo ti uccide a causa delle sue paranoie. Il vero Pablo Escobar faceva paura a tutti e, da spettatore, posso dire che provo angoscia nel pensare che qualcuno abbia avuto a che fare con un simile demone.
3) Rimanere affascinati sia dal personaggio, sia dalla persona
Se rientrate in questa categoria potrebbe essere saggio un salto dallo psichiatra. OK riconoscergli un talento mostruoso (come direbbe Olivander, “Ha fatto cose terribili, certo, ma grandi”), ma se apprezzate una persona che ha ucciso migliaia di persone avete dei seri problemi.