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Narcos, seconda stagione: la lunga discesa verso l’abisso.

Non è facile recensire una serie simile, soprattutto quando – telesivamente parlando – è un capolavoro indiscusso. Già, può non piacere il genere, ma questa serie è perfetta. Forse per il cast, forse per la regia, forse per la sceneggiatura… Narcos è perfetta sotto ogni aspetto e punto di vista. Storia e ficton si mescolano in qualcosa di eccezionale e fuori dal comune che però attira subito lo spettatore senza lasciargli scampo: una volta iniziata questa seria bisogna necessariamente finirla.

La prima cosa che ha colpito chi ha seguito il percorso promozionale è la scritta sulle magliette: ‘Pablo Muore’.

Che dire, slogan che colpisce dopotutto!

Pablo muore

Sebbene tutti conoscessimo la fine di Pablo Escobar, dire addio al suo personaggio – caratterizzato in maniera maniacalmente magistrale da Wagner Moura– è un po’ come lasciare andare qualcosa che infondo non vogliamo. Ovviamente, mi riferisco alla serie tv, mi sembra scontato anche solo sottolinearlo.

Da quando il personaggio di Gustavo Gaviria– interpretato dall’attore Juan Pablo Raba – è mancato, Pablo ne ha risentito molto. O per meglio dire: non ha preso una decisione giusta che fosse una. Non a livello morale, ma a livello di strategia. Sì, è stata colpa di Pablose il suo impero alla fine è crollato.

Il discorso nel penultimo episodio tra Pablo e Gustavo ne è la prova, infatti Pablo dice una frase molto dura e sincera – seduto sul quella panchina verde in mezzo alla piazza.

“Tutto ha cominciato a crollare il giorno in cui te ne sei andato”, ammette il narcotrafficante. Perché lui lo sa che, infondo, da quando Gustavo se ne è andato non è riuscito più a gestire la situazione.

In quella scena è evidente come Pablo sia distrutto: è il giorno del suo compleanno ed è in fuga per non farsi scoprire dalla polizia con l’ultimo dei suoi uomini, Limon, l’ultimo dei personaggi che ti saresti mai aspettato di veder vivo sino all’ultimo episodio.

Ma Pablo sa riconoscere a chi deve ancora la sua “riuscita”, i suoi uomini infatti gli sono fedeli fino alla fine e la sua famiglia anche. In quell’ultimo giorno, però, è la moglie – Tata, interpretata dall’attrice Paulina Gaitan – a chiedergli di costituirsi e dare una speranza alla sua famiglia. Pablo le dirà che non smetterà mai di combattere, ma quel giorno verrà preso.

E in quel momento, in quella corsa sulle tegole in tetto con una maglietta sporca e le infradito la vita del narcotrafficante più famoso del mondo verrà stroncata dai Search Block, il gruppo militare approvato dal governo per prendere vivo Pablo Escobar.

Sì, non è proprio stato preso vivo, però è stato preso.

Pablo Escobar nella seconda stagione è completamente diverso da quello da prima. È un uomo morbosamente attaccato alla famiglia, alla moglie Tata in particolare, particolarmente arrogante che non sa accettare le sconfitte. Prima si sentiva un dio, aveva potere indiscusso, la gente del paese lo amava. Nella seconda stagione è decisamente diverso. Non è in grado di gestire l’impotenza e la frustrazione, ragion per cui sceglierà di organizzare un attentato nei pressi della capitale colombiana: altro atto che gli costerà l’appoggio del popolo, appunto.

Commento

I dieci episodi della seconda stagione di Narcos sono un abisso, una discesa enorme in cui Pablo disfa la propria cerchia e rete, soccombe agli attacchi da ogni direzione: dalla Dea,dalla CIA, dal governo presieduto da Gaviria– interpretato dall’attore Raul Mendez che da vita ad un personaggio fantastico – e dagli avversari del cartello di Calì.

Gli stessi agenti – Murphy Peña – si uniranno a gruppi i cui metodi non sono particolarmente limpidi, ma il motto di questa stagione può essere riassunto con: “A qualsiasi costo bisogna prendere Pablo Escobar”.

Un personaggio che nella prima mi aveva un po’ annoiata e in questa mi ha piacevolmente sorpreso, è il personaggio di Tata, la moglie di Escobar. Tata è una moglie forte, consapevole, acciecata dall’amore per Pablo e disposta a qualsiasi costo pur di non tradirlo. È coraggiosa e non accetta di scappare per salvare i propri figli nemmeno quando la situazione si fa grave.

Non sono positive le sue scelte, ma l’attrice ha interpretato molto bene il rimorso, la preoccupazione, l’amore e l’angoscia che Tata prova non vedendo Pablo per mesi.

Capolavoro

Tutti i personaggi di Narcos sono interessanti – ovvio – ma ci tenevo a dire due parole su di lei che è un personaggio pressoché abbastanza secondario nella prima stagione e per quanto poco presente, molto importante nella seconda.

Narcos è stata in grado di raccontare in maniera abbastanza fedele i fatti realmente accaduti – basti pensare che gli stessi agenti hanno deciso di collaborare alla scrittura della serie – mostrando come spesso bene e male si intreccino per un determinato scopo, senza pregiudizi espressi o mal interpretabili. Narcos non ha lo scopo di umanizzare un uomo che ha compiuto atti immorali, anzi presenta Pablo Escobar come un uomo la cui umanità si è perduta nel corso delle perdite, delle decisioni che ha preso e nelle guerre che ha intrapreso e creato lui stesso.

Un gioiellino del cinema seriale.

 

-Poison El

Poison El

[Proofreader e Editor. Digital Content Creator. Blogger. Artist. Traveller. Aspirant Writer.]

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