Papillon: un inno alla vita
Oggi sono qui per recensirvi Papillon, film drammatico del 2017, diretto da Michael Noer, con protagonisti Charlie Hunnam e Rami Malek.
Il film è basato sul best-seller autobiografico di Henri Charrière, a sua volta remake dell’originale Papillon del 1973 diretto da Franklin J. Shaffner con protagonisti Steve McQueen e Dustin Hoffman.
Trama
1931, Francia, Parigi. Henri “Papillon” Charrière – Charlie Hunnam – uno scassinatore della malavita parigina viene incastrato per un omicidio che non ha commesso. Viene così condannato a scontare la pena dell’ergastolo nella famigerata colonia penale francese sull’isola del Diavolo, sita nella Guyana francese. Determinato a riconquistare la libertà, Papillon crea una strana alleanza con un altro condannato, Luis Dega – Rami Malek – finito sull’isola per aver venduto buoni del tesoro contraffatti, finendo per creare con questo una profonda amicizia.
L’isola del Diavolo presenta al suo interno una delle prigioni più famose per gli orrori e per le torture che i carcerati hanno dovuto subire. Arrivati sull’isola, il direttore mette subito in chiaro le cose:
“Ci sono trenta guardiani sempre in servizio, se riuscite ad eluderli, c’è la boscaglia, dove il meglio che vi può capitare è morire di fame! O potete scegliere il mare, dove gli squali sono sempre affamati. Se dovessimo riacciuffarvi vivi, finirete due anni in isolamento. Al secondo tentativo di fuga, finirete all’ergastolo sull’Isola del Diavolo…e lì succedono strane cose”.
Ed è così che Papillon cercando la libertà, finisce per ben due volte in isolamento, prima di venire trasferito all’interno di una struttura dalla quale è definitivamente impossibile scappare.
Papillon: fra solitudine e pazzia
Papillon è il classico film che può rientrare nella categoria “fuga di prigione”, ma con temi leggermente più profondi degli altri appartenenti alla stessa. La storia di due uomini che inizialmente creano un accordo di protezione in cambio di denaro, ma finiscono per essere attaccati insieme dal sangue, dal sudore e dalla paura dell’isolamento. Papillon non è indistruttibile: impara presto che la sua amicizia con il compagno Dega, è un motivo per rimanere in vita. Difatti durante quegli anni d’inferno, Charrière non ha mai ceduto alla pazzia oppure al desiderio di morire, spinto dal suo innegabile desiderio di libertà. Attraverso Dega, Papillon scopre che la solitudine e l’essere soli sono due entità separate e che la vera lealtà tra gli uomini non si trova nel denaro, ma nell’amore, nel rispetto e nell’onestà.
Quando finalmente Papi riesce a trovare una via di fuga, Dega decide di non accompagnarlo in questa ultima avventura, e di restare sull’isola, dove oramai ha trovato il suo posto. Finalmente Papillon riesce a fuggire ed inizia la lunga traversata che lo porterà nuovamente a casa. Ormai è un uomo realizzato: è riuscito nel suo intento, ossia fuggire da un isola dove l’orrore era all’ordine del giorno.
Noer sceglie di raccontare questa storia presentandola come un inno alla libertà e alla vita, decide di mostrare quanto la vera amicizia – fraterna – possa avere un potere salvifico, mettendo in scena un’avventura unica e sconvolgente di una persona la cui storia ha segnato un’intera generazione.
Papillon è una lezione di coraggio e un documento umano di innegabile valore contro l’ingiustizia.
Non vi resta che andare al cinema, sedervi e lasciarvi trasportare da un turbine di emozioni, causate dalla storia di un uomo che ha lottato per l’unica cosa che per lui contava veramente: la libertà.
Ps: mi sembra corretto citare Poison El, dalla quale ho tratto un pezzetto di questo articolo!
Alla prossima, Shadow!