Fiere

“Intervistiamo” con Alexandrake Cosplay!

Ciao Alex, e benvenuto in questa breve intervista!
1. Com’è nata questa passione?
In realtà, la mia passione per il cosplay ha radici piuttosto “antiche”! Pensate che il mio primissimo cosplay risale al 2005. Fu “Musica”, un personaggio del manga “Rave”, dello stesso autore che fece poi “Fairy Tail” .
A quei tempi fu un amico di Roma a parlarmi del cosplay, qualcosa di cui io non sapevo nemmeno l’esistenza, e mi affascinò subito l’idea. Da allora, fino al 2010, fui un cosplayer molto appassionato, anche se ancora non mi spingevo in progetti particolarmente ambiziosi. Fu con Hiccup, nel 2015, dopo diversi anni di fermo che entrai in un’ottica diversa e un po’ più temeraria.
2. Come è avvenuto il primo “contatto” con questo mondo?
In seguito alla scoperta di questa attività decisi di provare, assieme a quello stesso amico che me ne parlò, andando ospite da lui in concomitanza alle date del Romics 2005. Per me fu subito amore. L’ambiente fieristico era molto diverso rispetto ad ora, e sicuramente meno popolare, ma mi fece percepire una sensazione di libertà simile a quella che si prova da bambini, quando si gioca e ci si atteggia a personaggi ed eroi che vorremmo essere, e a cotempo si crede moltissimo in quello che si sta facendo. E proprio come i bambini, presi dalla foga dell’interpretazione, finiamo per distaccarci per un po’ dalla realtà. L’ho percepita da subito come un’arte affascinante, e una possibilità meravigliosa di creare, interpretare e soprattutto divertirsi.
3. Qual è l’aspetto che ti piace di più del cosplay?
Il fatto che sia una Porta verso un Mondo in cui possiamo essere chi vogliamo, anche solo per un giorno. Grazie al Cosplay ho instaurato amicizie meravigliose, ed accumulato esperienze che considero davvero preziose. L’aspetto che più amo del cosplay sono proprio le infinite possibilità che offre, così come gli infiniti aspetti della nostra personalità che ci aiuta ad esplorare e capire. Potrebbe sembrare un po’ troppo “filosofico” per quello che tutto sommato è un hobby colorato ed infantile, ma dipende tutto da come lo si vive. Proprio come ogni cosa nella vita, dopotutto. In termini più pratici, invece, la mia parte preferita del cosplay è il crafting stesso!
4. Crei i tuoi vestiti da solo, giusto? Qual è la cosa più divertente e quale quella più difficile per te da fare?
Sì, nella maggior parte dei casi creo da me i miei cosplay! Ogni parte non sartoriale dei miei costumi, costruita e scolpita su vari materiali, è quella che più mi stimola e appassiona lavorare! Mi è capitato di avere aiuto da qualche amico, ma quasi tutti i miei cosplay sono stati progettati, costruiti e creati nella mia cameretta, come Hiccup, Riku, Bakugo, Chat Noir o Mikleo. La cosa per me più divertente da fare sono proprio le parti “corazzate” o elaborate che accostano il sartoriale. Mi considero molto più ferrato sul prop making, rispetto al cucito, in effetti… Infatti, probabilmente, è la parte su cui ho ancora più lacune e che trovo davvero difficile! Mia madre, nonostante non sia una sarta, mi aiuta e consiglia tantissimo, ma vivendo a distanza è davvero difficile realizzare costumi elaborati assieme. Chat Noir e Mikleo, ad oggi, sono stati la sfida più ardua, per me.
5. Quale tipo di cosplay prediligi (videogames, manga, serie tv)?
Penso di non avere una preferenza specifica di genere. Per me il cosplay, così come la scelta del costume (e del personaggio) è come una specie di imprinting. Quando percepisco una certa affinità, o mi lego molto ad un personaggio, non faccio caso che appartenga ad una serie, un anime o un videogame. Spesso mi è stato detto che progetti che avevo non sarebbero stati adatti a me, vuoi per il mio viso (come dissero per Jack Frost, Mikleo o Riku) il mio fisico (come dissero per Goku Black, Eizen o Ignis) o la mia età (come dissero per Hiro, Bakugo o Akira), ma non me ne sono mai curato.. E molti di essi sono poi diventati i miei proverbiali “cavalli di battaglia”.
6. Qual è, secondo te, l’aspetto più bello delle fiere?
L’ambiente fieristico è davvero MOLTO cambiato in questo ultimo decennio, ma riesco ancora a trovare in esso la scintilla che me ne fece innamorare. C’è sempre gente pronta a giocare, scherzare e divertirsi, ricordando che siamo tutti lì per lo stesso motivo: goderci una giornata all’insegna della spensieratezza, abbandonando la nostra pelle e dedicandoci ad un Mondo colorato, leggero e stupendo che ci permette di volare un po’ più in alto. Alle Fiere rivedo sempre amici e conoscenti che difficilmente incrocio in altre circostanze, e soprattutto ho la possibilità di salutare, ringraziare e condividere un momento con alcune delle persone che mi seguono e sostengono. Questa è una cosa che amo dal profondo del cuore, perché tante persone meravigliose mi contattano e scrivono per una parola gentile o un complimento, ma tramite social è difficile restare in contatto con tutte. Condividere un momento con loro, e poterle abbracciare, è sempre una grande e forte emozione.
7. Quali sono le persone che prendi come riferimento/a cui
aspiri/che stimi?

Ci sono davvero tanti, tantissimi cosplayer veramente in gamba che seguo e stimo tantissimo! Scegliere qualche nome è veramente arduo, ma seguo e trovo davvero estremamente di ispirazione Geheichou, Shunsukecos, Pollypwnz e Nipahcos, che seguo assiduamente, e con cui ho una affinità davvero profonda, come gusti in fatto di personaggi e stille. Liui Aquino è un altro dei miei pilastri di ispirazione da diversi anni, con cui ho instaurato una profonda e grande amicizia, che mi ha molto aiutato nel primo periodo in cui ho ricominciato a fare Cosplay.

8. Hai delle persone con cui fai cosplay di coppia/in gruppo o
preferisci lavorare in singolo?
Dipende! Nella maggior parte dei casi ho iniziato progetti come idea individuale. Solo raramente ho iniziato a lavorare su un cosplay e un personaggio con la prospettiva o la premessa di partecipare ad un gruppo. Alcune di queste eccezioni sono però state Akira Fudo, Ignis Scientia o Terra, suggeriti da amici, e sono stati cosplay davvero molto apprezzati! Il fatto è che se un personaggio mi “rapisce” mi sento istintivamente ispirato a farlo, e agisco immediatamente senza pensarci troppo (come ho fatto con Riku, iniziando a lavorarci non appena il nuovo outfit è stato reso pubblico dai trailers) quindi la possibilità di portarlo in fiera con qualcun altro diventa una ciliegina sulla torta, se e quando trovo poi qualcuno dei miei amici pronto ad unirsi a me!
9. Cosa vorresti veder migliorato nella comunità cosplayer italiana?
Come dicevo, il clima dell’ambiente cosplay è molto diverso rispetto a quando iniziai io. Anche se sembra scontato, mi piacerebbe vedere calare la competitività a volte troppo aggressiva, che spopola e prospera soprattutto sui social network. Mi piacerebbe che i così detti “Cosplay vips” (che sarebbero quelli che vengono invitati agli eventi, o superano un certo numero di Likes sulle loro Pagine) non vengano sempre messi sotto giudizio, e che a loro volta non si comportino e si atteggino come divinità del Cosplay, creando separazioni e dislivelli in una community che, tutto sommato, è formata da persone che vogliono divertirsi, mostrare le proprie capacità e passare lunghe e belle giornate assieme ad amici come tutti, in un contesto fantastico e colorato, fuggendo per un po’ alla vita di tutti i giorni.
10. Saluta la Family!

Ciao ragazzi, e grazie per avermi letto fino a qui! Un abbraccio gigante~ E ricordatevi che nel Cosplay l’importante è trarne più allegria e divertimento possibile <3 Circondatevi di amici, amate ciò che fate, e trarrete sempre il meglio da questa meravigliosa passione!
Un bacione.
Alexandrake

Per seguire Alexandrake cliccate qui!

Credits foto copertina: Liv Rota Photography

– Rainbow Umi

thenerd

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