Perfect Crime: Scherzi della Mente
Oggi parliamo di un manga dalle tinte macabre, splatter con un pizzico di psicologia. Ecco a voi Perfect Crime!
La trama è molto semplice: il protagonista della storia è Tadashi Usobuki, sicario di professione. Egli è facilmente rintracciabile da chiunque voglia i suoi servigi e praticamente aperto a qualsiasi richiesta di omicidio. Una particolarità lo caratterizza: i suoi occhi sono color sangue.
Gli omicidi – o suicidi – non vengono mai riconnessi a lui, perché non commette mai errori. Non serve un’arma per uccidere una persona, basta conoscerne l’animo per distorcere la realtà e manipolare situazioni, sentimenti e percezioni come semplici burattini, mettendo così in scena un delitto senza colpevole. Difatti, la sua “arma” è lui stesso: utilizzando il potere della mente e della suggestione, induce la vittima stessa a suicidarsi o commettere il crimine. Durante una delle sue prime commissioni entra in contatto con il sergente Tada, il quale non riesce a togliersi dalla mente Usobuki. Finisce così per avere un attaccamento morboso nei suoi confronti, che lo porterà a credere che l’unico modo per fermarlo non è arrestarlo, bensì ucciderlo.
Potremmo semplicemente definire questo manga come una sorprendente sfida alla logica e alla legge, un gioco sadico e squilibrato, che si fa beffe della morale e in cui i ruoli di mandante, killer e vittima si intrecciano e si confondono.
Perfect Crime è un seinen crudo, condito con storie cupe e torbidi risvolti psicologici, capace di infondere nel lettore angoscia e terrore, lasciandogli uno sconforto psicologico non indifferente nella lettura dei vari capitoli, che contengono storie al limite della comprensione umana.
Come afferma sempre Usobuki alla fine di ogni “caso”: “Che sciocchi gli umani”.
Ho proposto questo manga perché lo ritengo fondamentale per gli amanti del genere, in grado di dare una nuova prospettiva sulla condizione umana.
Con questo credo sia tutto! Alla prossima, Shadow.