Insatiable: un passo indietro nella lotta al body-shaming?
Lo scorso 10 agosto è stata rilasciata su Netflix una nuova serie TV, Insatiable, ideata da Lauren Gussis e che vede protagonista la star di Disney Channel Debby Ryan. Sarebbe potuta passare inosservata, viste le innumerevoli nuove uscite che Netflix ci propone ogni mese, ma non è stato così. Accompagnata da una forte polemica da parte del pubblico statunitense, questa serie si è fatta strada facendo parlare di sé, anche se in modo negativo. Vi dirò di più: dopo la sola pubblicazione del trailer, 230 mila persone hanno firmato una petizione per bloccarne la messa in onda! Pur sempre pubblicità, giusto? Ebbene si, perché, a quanto pare, è stata rinnovata per una seconda stagione!
Vediamo quali sono i motivi per i quali Insatiable è stata così criticata!
Premetto che, quando ho iniziato a guardarla, non avevo assolutamente idea di cosa trattasse, anche se già dallo sguardo di Debby Ryan nella locandina si poteva presagire una certa dose di disturbi mentali.
Patty Bladell (Debby Ryan) è una adolescente sovrappeso con degli evidenti problemi alimentari. Vive con la madre, alcolizzata, ed ha solo un’amica, Nonnie, segretamente innamorata di lei. A seguito di un diverbio con un senzatetto, che si conclude con una scazzottata, Patty si rompe la mandibola ed è costretta ad alimentarsi di soli cibi liquidi per tre mesi, fatto che si traduce in una drastica perdita di peso. È proprio qui che tutto inizia a peggiorare.
Patty conosce Bob Armstrong (Dallas Roberts), avvocato presso lo studio del padre e mentore per i concorsi di bellezza. Già da questo incontro, nella prima puntata, è emerso il primo messaggio sbagliato: se sei bella, allora puoi manipolare tutti a tuo piacimento, anche la giustizia. Patty, infatti, era stata denunciata dal senzatetto, in quanto era stata lei a sferrare il primo pugno, ma riesce a vincere il processo vestendosi come un innocuo angelo ed apparendo così agli occhi del giudice come la vittima dell’accaduto.
Questo evento fa credere a Patty di poter veramente ottenere quello che vuole grazie al suo nuovo aspetto. Ma cosa vuole veramente la nostra protagonista? Semplicemente vendetta, per tutte le volte che è stata vittima di bullismo. Come? Partecipando a concorsi di bellezza per dimostrare quanto in realtà sia bella e degna di attenzione. Altro messaggio sbagliato, che ci fa pensare che le uniche persone che possono avere successo siano quelle considerate “belle” dalla società.
L’altro problema è che questa ricerca di vendetta la fa pian piano sprofondare nella pazzia. Non si riesce a stare dalla sua parte, o almeno io non ci sono riuscita, perché qualsiasi sua azione sembra sempre dettata da un egocentrismo sfrenato, da un bisogno di primeggiare anche a costo di nuocere agli altri. Non che gli altri personaggi siano meglio, anzi, credo proprio che non ne salverei nessuno. Vittime incondizionate dei canoni imposti dalla società, sembrano tutti, chi più e chi meno, delle caricature, delle esagerazioni.
La trama, poi, sembra un climax verso l’assurdità. Le situazioni sono sempre più strampalate, prive di senso, quasi al punto di far innervosire lo spettatore. Tra esorcismi, plot-twist inutili, (tentati) omicidi, mi sono spesso trovata a chiedermi “Ma cosa ho appena visto?”. Imperterrita, continuavo a guardare (forse anche un po’ allibita), sperando che ad un certo punto migliorasse. Purtroppo, non è successo. I personaggi sembrano regredire, come se volessero toccare il fondo a tutti i costi, proprio come succede a Patty alla fine della stagione.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che il tema relativo ai disturbi alimentari sia molto delicato, soprattutto in questi anni in cui si sta cercando di promuovere l’accettazione ed una visione più sana del corpo, sia maschile che femminile. Non sono del tutto certa che Netflix, in questo caso, vi abbia prestato particolare attenzione.
O forse lo scopo principale era proprio quello di farci indignare? Forse quello che volevano trasmettere è il senso di incompiutezza e di inadeguatezza nei confronti di un mondo che continua a propinarci un modello di bellezza standardizzato. Patty, infatti, sembra sempre alla ricerca di qualcosa che la completi, che la faccia sentire meglio ed a proprio agio, come se nulla fosse mai abbastanza. Chi non ha mai provato a sentirsi così?
Magari l’intento era quello di accentuare ogni caratteristica negativa dei personaggi fino all’eccesso, per poter sottolineare quelle che sono le assurdità della società in cui viviamo, che ci dice di accettarci per come siamo e poi mette Debby Ryan ad interpretare una “sfigata”.
In ogni caso, credo proprio che l’argomento sia stato trattato in modo tutt’altro che adeguato e senza la delicatezza che merita.
Voi invece che ne pensate? Fatecelo sapere in un commento e passate a trovarci su Facebook!
– Eleven’s Eggo
Sono d’accordo con il tuo punto di vista. Quando ho letto la trama l’idea mi sembrava carina, la rivincita su chi l’aveva bullizzata ecc, ma non appena ho visto il primo episodio sono rimasta sconcertata dalle assurdità e dai messaggi sbagliati che manda la serie. Il finale poi è stato orrendo.
Esatto, l’idea era bella, ma è stata sviluppata un modo totalmente inappropriato! Io speravo non la rinnovassero, a dire il vero… Non so cosa possano combinare in una seconda stagione, soprattutto dopo un finale simile! Mi dispiace solo per Alyssa Milano, speravo in qualcosa di meglio da parte sua.
– Eleven’s Eggo
Sì, sia lei sia Christopher Gorham mi sembravano fuori posto in una realizzazione simile. Adoro entrambi e mi è sembrato di veder sminuire il loro talento