Oggi parleremo del secondo capitolo della saga Magisterium, che come ricordiamo è stato scritto a quattro mani da Cassandra Clare e Holly Black! Come già avete notato dal titolo dell’articolo questo secondo volume è Magisterium – Il Guanto di Rame, edito da Mondadori ed uscito in Italia nel 2015.
Il libro si apre con il nostro protagonista, Callum, a casa per le vacanze estive. Starete pensando: finalmente un momento di pace per il nostro eroe dopo gli eventi del primo libro. E invece no: come si dice in questi casi, mai una gioia. Suo padre, Alaistar, non è stato minimamente contento quando Callum è tornato a casa con Subbuglio – adorabile lupo del Caos – e teme che il padre, dopo quanto accaduto, voglia impedirgli di tornare a scuola – difatti si era già dimostrato restio nei confronti del Magisterium. Ben presto però il ragazzo scoprirà una verità ancor più sconcertante: suo padre potrebbe star tramando qualcosa di orribile. Un giorno, non trovando più Subbuglio, scende nello scantinato – ultimo posto da controllare dopo aver fatto il giro dell’isolato – dove trova Alaistar intento a strappare la magia del Caos proprio al lupo mediante l’Alkahest, un guanto capace di sottrarre la magia che contraddistingue i Makar.
Call realizza immediatamente ciò che più temeva: suo padre ha capito che l’anima del Nemico della Morte – Constantine Madden – è stata trasferita all’interno del corpo del figlio. In quel momento Alaistar rievoca le parole scritte nel ghiaccio dalla moglie prima di essere uccisa. Proprio quelle parole che a Call risuonano sempre nella mente: uccidete il bambino.
Il romanzo in sé pone al lettore un tema importante sul quale riflettere, seppur non nuovo, ma comunque attuale: avendo in sé l’anima del Nemico della Morte, Call è destinato a diventare malvagio, oppure può tenerla a bada vivendo la vita che conduce ormai da tredici anni?
Qua ci viene in aiuto una frase molto significativa tratta dai primi capitoli: “Nasciamo con una predisposizione al bene o al male cui non possiamo sfuggire o sono le nostre scelte a fare di noi quello che siamo?”
Nessuno prima d’ora aveva mai scoperto il suo terribile segreto e Call ha paura che, una volta scoperta la verità, i suoi amici possano abbandonarlo. Oltre a questo si aggiunge un fattore critico: Aaron è un Makar, potente mago che ha la forza necessaria per sconfiggere Constantine.
Se Call è decisamente sotto pressione, anche Aaron non è da meno.Essere il Makar non è tutto rose e fiori, le persone si aspettano che tu protegga, salvi e sappia cosa fare nel momento del bisogno. Divenire tutto d’un tratto l’unico a sconfiggere il male non è affatto un gioco da ragazzi quando si ha solo tredici anni.
Call comincia a farsi delle domande importanti: deve realmente sentirsi responsabile per quello che ha fatto Constantine e, soprattutto, crescendo rischia di diventare sempre più simile al Nemico della Morte? La situazione degenera totalmente quando l’Alkahest, viene sottratto da casa Hunt. Callum pensa che il padre voglia usare il guanto per ucciderlo, per separarlo dall’anima di Constantine. Se l’anima del vero Callum è stata distrutta e sostituita con quella di Constantine, eliminare la sua anima vuol dire uccidere il nostro eroe! Davvero suo padre non pensa più al ragazzo come a suo figlio ma solo come alla personificazione del Nemico?
Tutti sono convinti del contrario: i Magistri e l’Assemblea credono che Alaistar voglia far del male a Aaron. Trovandosi fra due fuochi, Call non può raccontare loro la verità per non esporsi più di quanto non abbia già fatto. Suo padre rischia la morte se verrà trovato dai Magistri, per cui sarà compito dei Callum trovarlo prima che sia troppo tardi. Riuscirà a salvare suo padre, riportare l’Alkahest al Magisterium ed impedire che scoprano il suo terribile segreto? I suoi amici lo supporteranno nell’impresa?
A tutte queste domande potrete rispondere solamente se leggerete il libro!
Devo ammettere che ci siano decisamente più scene d’azione rispetto che nel primo libro, con fluidità maggiore nella storia. Vedere crescere i protagonisti – sia fisicamente che intellettualmente – permette al lettore di immedesimarcisi e di sentirsi vicino ad uno personaggio che sente affine al suo spirito.
Vi lascio con una delle frasi più emblematiche di questo volume: “Non puoi uccidere un mostro quando il mostro sei tu!”.
Che dire: Magisterium – Il Guanto di Rame si conferma un libro scorrevole, piacevole da leggere e completo. Con questo vi saluto, aspettandovi alla prossima. Shadow!
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