Breaking Bad: la serie perfetta

Breaking Bad: la serie perfetta

Ottobre 25, 2018 0 Di Poison El

 

Si potrebbe iniziare dicendo tante cose su questa serie, ma la prima che è la ragione necessaria ed esistente di questa pellicola è che ancora oggi – dopo dieci anni! – il suo primo episodio viene utilizzato come manuale per la scrittura di un copione nelle scuole di cinema – e parlo per esperienza diretta.

 

Tutti conosciamo la trama – indirettamente o direttamente – di Breaking Bad, la cosa interessante è capire perché sia così importante per la storia del cinema contemporaneo.

 

Il 20 gennaio del 2008 è apparsa sugli schermi televisivi americani il primo episodio di questa serie e, per la prima volta, vedevamo svolazzare i pantaloni da uomo che tanto hanno contraddistinto il personaggio con la maschera antigas sul viso che guidava spericolata di camper. Ah, che scendeva in mutante per impugnare una pistola in mezzo al deserto del New Mexico, per attendere l’arrivo di volanti della polizia.

 

Come dimenticare! È stata la prima apparizione di Walter White!

 

Walter White.Da dove cominciare, se non proprio dal protagonista? Un personaggio così differente da quelli a cui siamo sempre stati abituati. I cosiddetti ‘eroi’, quelli che si sacrificano per un bene superiore/un’altra persona. Beh, il nostro Walter è davvero molto diverso. È un vero personaggio. Non che gli altri a cui siamo sempre stati non lo siano, ma per questo character il discorso è nettamente distinto.

Basti pensare al fatto che Walter non sia senza macchia e senza paura. Anzi, è un personaggio che ha colpe – soprattutto difetti. Perché spesso i personaggi che amiamo di più sono quelli che sbagliano di più. E sbagliare significa essere umani. Però è in assoluta contraddizione con quelli a cui siamo abituati… ‘Gli eroi che si sacrificano per gli altri’.

Inoltre, è anche un uomo che è disposto a fare i conti con la propria moralità e non avere alcun problema per ‘scavalcarla’.

Walter White è molto di più all’inizio: è colto, è istruito. Successivamente si lascia coinvolgere nel commercio delle droghe sintetiche per dare una sicurezza economica alla sua famiglia dopo la sua morte, visto lo stadio avanzato del suo cancro ai polmoni.

E così, l’ambizione diviene la caratteristica principale di questo personaggio.

Quell’ambizione che tanto era cara al poeta Guicciardini per definire l’uomo e la sua natura.

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Altri personaggi principali indimenticabili?

Jesse Pinkman:tonto, ma conosce bene le leggi della strada. È stato bocciato in chimica alle scuole superiori proprio da Walter White e quando lo incontriamo commercia anfetamine. È il cosiddettoloser– per dirla all’americana – ma si rivela un ottimo compagno per Walter, che invece produce metanfetamine.

Skyler, la moglie di Walter, innamorata persa di lui e davvero affezionata a suo figlio verso il quale è davvero protettiva. È una donna dinamica, intelligente e straordinariamente tosta.

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Anche i personaggi secondari sono importanti in Breaking Bad.Possiamo chiamarli – come citerebbe un manuale – facilitatori.Ossia, per esemplificarli: Hank, Marie, Walt Jr, Craze-8, Emilio Tuco.  

E, per quanto potrà stupirvi, anche il cancro stesso da cui è affetto il nostro protagonista è come se fosse un personaggio. Un personaggio secondario, certo!

 

Poi tutto si mescola come se fosse una reazione chimica: Walte il suo essere protettivo con Skyler sul non informarla del suo cancro, Walt e Hank– fratello di Skyler– che lavorano bene insieme – sebbene Hank sia un agente della DEA. Ogni personaggio interagisce con l’altro – in particolar modo con Walter, certo – e tutto sembra collegarsi proprio come una reazione.

Il segreto di Vince Gillian è anche dare un tic, una battuta solita, un gesto abitudinario, un qualcosa che permetta allo spettatore di riconoscere i personaggi e appassionarsi ad essi. Innamorarsi, a prescindere se appoggiamo o no le sue scelte, della loro profondità.

 

Questa serie – dalla prima copertina – avrebbe potuto sembrarvi quasi “fuori luogo” con quell’immagine di Walter White così sopra le righe. Alcune avevano parlato di una sorta di serie per teen, ma in realtà Breaking Bad era stato giudicato solo dall’“apparenza”. Il dramma è il vero fulcro di questa pellicola. Il lavoro sporco, i prodotti chimici mortali, le droghe, i fallimenti… il tutto è descritto così nel dettaglio che allo spettatore non resta che lasciarsi conquistare.

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Tra l’episodio d’inizio e quello finale – perfetti – ci sono sessanta episodi di una qualità pazzesca che cresce sempre di più episodio dopo episodio.

 

[Piccolo excursus: c’è differenza tra episodio e puntata. In sintesi: puntata = sitcom, episodio = serie.

Es. Breaking Bad, House of Cards, Stranger Things? Episodio.

Es. The Big Bang Theory, Mum? Puntata.]

 

Nessun tempo morto, nessun episodio forzato, nessuna storyline buttata lì senza senso.

La scrittura di questa serie? Originale, creativa, d’avanguardia.

 

La vera caratteristica originale di questo prodotto? Un unico grande protagonista che racconta un’unica e lunghissima storia. Potrebbe quasi essere un unico film, ma è molto di più: per la quantità di dettagli e per l’approfondimento psicologico dei personaggi – in particolare del suo protagonista.

Vince Gillian è stato in grado di portare sullo schermo la natura dell’uomo e il grande pubblico l’ha apprezzato notevolmente. Possiamo davvero dire che lui, a differenza di Walter che la vendeva pura al 99,1%, ci ha letteralmente regalato la droga più pura mai realizzata.

 

 

-Poison El