Recentemente sono riuscito a guardarmi The Greatest Showman, uscito nei cinema italiani il 25 dicembre 2017. Dopo averlo visto una prima volta, ho dovuto farlo una seconda, una terza, fino a che è divenuto una vera e propria ossessione per me.
P. T. Barnum è un ragazzino figlio di un umile sarto, che lavora per la ricca famiglia Hallet; Barnum col passare del tempo instaura un bellissimo rapporto di amicizia con la loro figlia, Charity, nonostante i genitori di lei non vogliano che lo frequenti, data la differenza di classe sociale. Qualche tempo dopo, Charity viene mandata in una scuola di educazione femminile, ma resta ugualmente in contatto con Barnum, il quale, intanto, finisce per strada dopo la morte del padre. Diventati adulti, i due fuggono a New York dove si sposano e hanno due bambine. La famiglia conduce una vita umile in un piccolo appartamento ma, mentre Charity è comunque felice, Barnum desidera dare alla moglie e alle figlie una vita migliore, quella che fin da giovani le ha sempre promesso. Un giorno Barnum viene licenziato dal suo lavoro di impiegato, poiché la sua compagnia di navigazione è andata in bancarotta in seguito a un ciclone che ha distrutto parecchie loro navi.
Decide così di fare una rischiosa scommessa, facendosi prestare da una banca una grossa somma di denaro usando come garanzia le navi affondate della sua ex compagnia. Con i soldi ottenuti, P.T. decide di acquistare il museo delle cere di Manhattan, dove sono esposti vari modelli di animali e figure storiche a grandezza naturale; gli affari non riescono ad ingranare, con evidenti difficoltà nel ripagare il prestito. Barnum, sul suggerimento delle figlie e ricordandosi di chi da giovane aveva offerto lui una mela nel momento del bisogno, va alla ricerca di “freaks” – letteralmente “mostri” – ovvero persone con anomalie fisiche o abilità straordinarie, in modo da farli esibire in vari spettacoli. Seppur con qualche difficoltà e paura da parte dei “freaks”, il successo è immediato. Non mancano certamente recensioni negative, in particolare da Charles Stratton, che definisce un critico che non trova gioia nei spettacoli teatrali. Questo lo induce a definire la sua impresa “Barnum’s Circus”, ottenendo un successo ancora maggiore di quello precedente.
Cercando dei modi per migliorare la sua reputazione e credibilità tra i ceti più alti, Barnum convince a unirsi alla sua impresa il drammaturgo Philip Carlyle, promettendogli che, in tal modo, si libererà dagli obblighi e pressioni della sua vita. L’uomo accetta e si innamora di Anne Wheeler, membro della troupe che ricopre il ruolo di acrobata e trapezista assieme al fratello. Carlyle riesce a organizzare un incontro per Barnum e la sua troupe con la Regina Vittoria; durante il ricevimento incontra Jenny Lind, una celebre cantante d’opera europea, e la convince a esibirsi in America con lui come manager. La sua prima esibizione è un successo tale che Barnum decide di partire con lei per un tour attraverso gli Stati Uniti. Conseguentemente a questo nuovo impegno, inizia a trascurare il circo originale – che lo ha portato alla ribalta – arrivando persino a cercare di non essere visto con la troupe davanti alle classi sociali più alti (qui Keala Settle ha eseguito una performance di This is Me fenomenale, da brividi). Carlyle e Wheeler cercano di iniziare una relazione, ma così attirano gli sguardi malevoli dei genitori di lui, che non vogliono metta la sua reputazione a rischio frequentando un fenomeno da baraccone; Wheeler, così, decide di interrompere la relazione. Anche Charity si sente sempre più trascurata dal marito, mentre le figlie sono intristite per l’assenza del padre.
Durante il tour con P.T., Lind gli si avvicina sempre di più e, quando respinta, in un impeto di rabbia decide di chiudere il tour. Durante l’ultima performance, quando sono sul palco a ricevere gli applausi, bacia a tradimento Barnum, venendo immortali dai fotografi. Tornato a casa, trova il circo che va a fuoco, risultato di uno scontro tra i membri della troupe e alcuni manifestanti che non hanno mai voluto dei “mostri” nella loro città; Carlyle, credendo che Wheeler sia ancora all’interno dell’edificio, si avventura tra le fiamme. Successivamente si scopre che Anne era riuscita ad uscire in tempo e Barnum corre in aiuto di Carlyle, rimasto dentro al circo in fiamme. Philippe rimane gravemente ferito, tanto da perdere i sensi a causa dell’enorme quantità di fumo respirata e deve essere trasportato velocemente in ospedale. Inoltre, la maggior parte dell’edificio e degli oggetti vanno distrutti.
Il giorno dopo, arriva a New York la notizia dell’annullamento del tour di Lind e del loro bacio. Questo causa a Barnum ulteriori difficoltà finanziarie e lo sfratto di lui e della sua famiglia nella villa in cui abitano. Conseguentemente la moglie e le figlie tornano a casa dei genitori di lei. Sconsolato, Barnum si rifugia nell’alcol, quando viene avvicinato dai membri della troupe. Essi lo spingono a non mollare e a riappacificarsi con Charity (qui una magistrale interpretazione di From Now On). Al contempo, Carlyle si risveglia all’ospedale e lui e Wheeler decidono di mettersi assieme, nonostante la loro differenza sociale, andando contro tutto e tutti. Carlyle, poi, offre a Barnum i suoi guadagni dello spettacolo per ricostruire una sede per gli spettacoli; questa volta utilizzano un tendone, in quanto la posizione precedente era troppo costosa. Il nuovo circo è un grande successo e Barnum decide di consegnare le redini a Carlyle, così da poter dedicare maggiormente tempo alla moglie e alle figlie.
Che dire: Hugh Jackman è nato, oltre che interpretare Wolverine, per impersonare con tutto se stesso P.T. Barnum (c’è da dire che con la giacca ed il cilindro sta molto molto bene, portandoli alla perfezione).
Come avete potuto notare la pellicola è ispirata all’immaginario ed alla visione del protagonista, basata su una storia vera: New York, metà Ottocento. Phineas Taylor Barnum è il figlio di un sarto. In lui c’è un’enorme voglia di riscatto contro tutti coloro che hanno sempre trattato lui e suo padre come scarti. E ci riesce: inventa il circo moderno, così come lo conosciamo noi oggi, fatto di animali, atleti e freak, sfidando le classi e le convenzioni sociali.
Le scenografie sono molto ben curate, presentando costumi sfavillanti e maestosi; i numeri musicali ti entrano nelle vene, tanto da portarti a cantare solo dopo poche strofe.
Come accennato prima, This Is Me, il pezzo eseguito dalla strepitosa donna barbuta interpretata da Keala Settle, è da applausi ed è stato nominato ai Golden Globes come Best Original Song.
Ad affiancare Jackman c’è un cast d’eccellenza. Da un altro veterano del musical come Zac Efron, a.k.a Carlyle, il giovane socio di Barnum, alla cantante Zendaya, nei panni della bella trapezista del circo. Abbiamo inoltre Rebecca Ferguson che impersona il soprano Jenny Lind, definita l’ “Usignolo svedese” e Michelle Williams, Charity, la moglie del protagonista.
Dall’inizio alla fine è stato un vortice di emozioni forti e sincere, come negli ultimi anni i film non erano mai riusciti a darmi.
E voi avete già visto The Greatest Showman? Cosa ne pensate? Lasciatemi un commento in cui esprimente il vostro parere! Con questo ho terminato, vi aspetto alla prossima, Shadow!
Vi lascio con due frasi riguardanti il film. La prima è riferita a This is Me, mentre la seconda è stata proferita da Barnum all’epoca ed è giunta fino ai giorni nostri.
“It has a message that should resonate with today’s world concerning acceptance and courage”
“Ha un messaggio che deve risonare al nostro mondo moderno riguardante l’accettazione ed il coraggio”
“The Noblest art is that of making others happy” – P.T Barnum
“L’arte più nobile è quella di rendere gli altri felici”
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