Titans – Asylum
Bentrovati carissimi lettori e lettrici! Rieccoci pronti a recensire un nuovo episodio di Titans! Avevamo chiuso lo scorso anno con Jason Todd, l’episodio dedicato alla nuova figura che ha preso il posto di Dick come sidekick a Gotham, finendo sotto l’ala di Batman. Ma dove eravamo rimasti?
Nuovamente riuniti, i Giovani Titani si confrontano circa le conoscenze fornite loro dall’ostaggio catturato verso la fine del quinto episodio, nonché leader della misteriosa organizzazione che dà la caccia a Rachel. È proprio la giovane, infatti, ad interrogare il suo “nemico”, scoprendo così sconcertanti verità circa la propria origine e sul proprio passato. Ma cosa più importante: la vera madre di Raven è tenuta prigioniera all’interno di una struttura denominata Asylum. Quindi è ancora viva!
Di nascosto da Dick e Kory, Raven e Beast Boy si dirigono nei pressi dell’edificio dove apparentemente è prigioniera la madre della prima, dove vuoi per inesperienza o per sbadataggine, vengono subito catturati. La stessa sorte toccherà anche agli altri due giunti sul luogo per salvarli, avendo intuito il piano dei giovani.
Mentre gli altri tre Titani stanno subendo pene e torture (sia fisiche che psicologiche), al limite dell’indicibile, tocca a Rachel scatenare i suoi poteri, cercando di controllarli nel miglior modo possibile, per salvare i compagni di squadra, in una fuga per la libertà senza esclusione di colpi, che porterà Dick ad abbandonare per sempre la sua identità di Robin.
Con Asylum siamo finalmente entrati nella seconda metà della prima stagione di una serie che, per le premesse, sembrava fosse destinata a morire sul nascere. Questo episodio ha una pecca colossale: un paio di sequenze vincenti e qualche soluzione impregnate di grande simbolismo (una su tutte Gar che in forma tigre finalmente uccide qualcuno, assaggiando per la prima volta il sangue), questo è forse l’episodi più debole fra tutti quelli andati in onda.
La trama di questo nuovo capitolo è composta sostanzialmente da due fattori, che con una presenza quasi inquietante, fanno da padroni: difatti prevedibilità e banalità sono gli elementi che muovono il motore di Asylum. Chi si aspettava che Rachel sarebbe corsa immediatamente a salvare la madre, sapendola ancora viva, mettendo così in pericolo tutta la squadra? E che il resto del team sarebbe andato in suo soccorso, finendo catturato? E soprattutto: chi si sarebbe mai aspettato che sarebbe stata proprio Raven a redimersi e a salvare la situazione, liberando tutti, ma proprio tutti? Io si. E si capisce fin dai primi minuti dell’episodio.
Secondo il mio punto di vista, anche una struttura narrativa prevedibile e banale può essere estremamente funzionale, riuscendo a mettere in scena uno spettacolo degno: si potrebbe magari lavorare a pieno su personaggi, sul loro sviluppo personale interiore e sulle relazioni che essi hanno con gli altri. Ma anche sotto questo aspetto, l’episodio fa un grosso buco nell’acqua. Se pensate al dialogo iniziale fra Rachel e Gar – durante il quale i due decidono di andare a salvare la madre della ragazza – riuscite a capire appieno la povertà di contenuto alla quale abbiamo assistito sul fronte dialoghi. Ma non voglio demolire così un episodio. Vi sono anche elementi che possono essere salvati. Uno fra tutti è la sequenza onirico-psichedelica che vede come protagonista Dick Grayson combattere come se stesso: è affascinante come gli autori siano riusciti a mettere in scena la lotta dell’ormai ex sidekick contro i suoi demoni personali. Anche la fuga (momento migliore dell’episodio) ha scene mozzafiato.
Due sono le inquadrature che hanno attirato la mia attenzione: Rachel che si riflette in una miriade di specchi e il costume del Wonder Boy che brucia fra le fiamme (momento nel quale una lacrimuccia è scesa).
Al netto di tutto, Titans comunque si conferma ancora una volta come uno degli show più adulti mai visti, dove i contenuti splatter sono forti e dominanti. E questo non posso dire che mi dispiaccia affatto.
Arrivati a questo punto, vi saluto e vi do appuntamento a sabato, con un altra recensione! Un abbraccio, Shadow!