You – thriller psicologico o pura assurdità?
You è una nuova serie tv originale Netflix (ma prodotta da Warner Horizon Television) distribuita il 26 dicembre 2018. Basata sul romanzo di Caroline Kepnes e ideata da Greg Berlanti e Sara Gamble, You è un thriller psicologico di 10 episodi.
Devo dire che ero sinceramente molto curiosa di vedere questa serie tv. Mi piace molto questo genere: un po’ thriller, un pizzico di suspense e una sana dose di pazzia. Ne sono venuta a conoscenza grazie al trailer, che risulta intrigante al punto giusto e che ci fa subito intuire che tipo di serie stiamo per guardare.
A discapito di questa premessa positiva, però, non sono stata pienamente soddisfatta. Posso dire di aver trovato molte pecche, non tutte trascurabili, che hanno reso la visione della serie poco piacevole. I primi episodi non sono di certo eccezionali, ma riescono a creare un certo interesse. Mi aspettavo, però, che nella seconda metà la serie decollasse, cosa che non è successa. Al contrario, la trama sembra subire un vero e proprio calo.
Se non volete spoiler, vi consiglio di interrompere qui la vostra lettura della recensione.
La storia di You segue le vicende di un giovane impiegato di libreria, Joe Goldberg (Penn Badgley), che subito mostra un certo squilibrio mentale. Tra gli scaffali del negozio in cui lavora, incontra una bella ragazza, Guinevere Beck (Elizabeth Lail), appassionata di libri e aspirante scrittrice. Già da questo primo incontro si invaghisce di lei e decide che sono anime gemelle.
Joe comincia a stalkerarla su tutti i social, impresa facile visto che lei posta qualsiasi cosa stia facendo. Inizia così a seguirla anche di persona, a spiarla dalla finestra e a seguirla ovunque, finché, una sera, non si trova “costretto” salvare Beck, che cade sulle rotaie della metropolitana perché troppo ubriaca.
Per Joe non potrebbe andare meglio: passa per l’eroe di turno e riesce a rubarle il telefono, per poterla tenere sotto controllo.
Inizia così una storia d’amore basata su menzogne, complessi irrisolti e omicidi. Non certo la classica love story a lieto fine.
Man mano che la serie procede, scopriamo dettagli inquietanti sulla personalità e sul passato di Joe. In particolare, quello che ci inquieta durante la visione, è la storia della sua ex fidanzata, Candace Stone (Ambyr Childers), apparentemente fuggita da tutto e tutti per rifugiarsi a Roma dopo aver lasciato Joe. Non sappiamo però se crederci, soprattutto vista la facilità con cui Joe si sbarazza di coloro che si mettono tra lui e Beck.
Commento
Insomma, Joe è veramente pazzo. Ma quello che principalmente mi ha dato i nervi è: questo tizio va in giro a disseminare cadaveri e davvero nessuno se ne accorge? Non sono di certo un’esperta, ma credo che ci sia una netta differenza tra un colpo di pistola suicida ed uno omicida, per fare un esempio. Le persone spariscono o “muoiono accidentalmente” e lui riesce a non lasciare nemmeno una traccia, nonostante agisca quasi sempre di impulso. Non mi sembra logico.
Molto fastidiosa anche la stupidità di alcuni personaggi (se non tutti). Beck che vive al primo piano, senza tende alle finestre e non si preoccupa di quello che i passanti possono vedere. Benji Ashby III (Lou Taylor Pucci), ex fiamma di Beck, che, mentre è prigioniero di Joe, gli dice apertamente di essere allergico alle arachidi. I due escursionisti che vedono un ragazzo (Joe) vestito di nero nel bosco che fa un falò enorme e non si insospettiscono. Beck che non blocca la sim o il telefono smarrito. E pure Peach Salinger (Shay Mitchell), la migliore amica di Beck, che mi sembrava più sveglia, si ritrova un uomo armato in casa e non chiama subito la polizia (nonostante avesse sospetti su di lui). Dai… Sul serio?
Mi sono spesso ritrovata anche a chiedermi come facesse Beck a non accorgersi della costante presenza di Joe, anche a pochi passi di distanza da lei.
I dialoghi sono a tratti banali e ripetitivi, sempre a rimarcare dei cliché che abbiamo sentito mille volte, come il complesso paterno di Beck, che non si ritiene meritevole di amore visto il rapporto conflittuale che ha con il padre e quindi ha molte storie con uomini diversi. Nulla di troppo innovativo, insomma, e sicuramente poco intrigante e molto scontato.
Il finale è un altro tasto dolente. Un plot twist dell’ultimo secondo che non mi ha fatto né caldo, né freddo e che, probabilmente, darà adito ad una seconda stagione.
Altra cosa che non ho ben capito in You è la presenza di inquadrature dai bordi sfocati. Non attribuivano un senso di ansia maggiore durante la visione, in quanto erano presenti in scene random.
Chissà… Magari si rifaranno!
Se l’avete vista, commentate e fateci sapere un vostro parere!
– Eleven’s Eggo
Non conoscevo né la serie né il libro… però a dire la verità a me ispira 🙂
Anche a me ispirava molto, però purtroppo non ha soddisfatto le mie aspettative! Se la guarderai poi torna a farci sapere che ne pensi ^^
Non mi ispirava molto. La prima volta che ho visto il trailer pensavo fosse interessante, la seconda volta ho temuto fosse una cagnata. Data anche questa recensione, non me la sento di spenderci del tempo con tutto quello che c’è da vedere.
C’è una cosa però tra quelle che hai detto che mi sento di “giustificare”. Ci sono casi reali in America di persone scomparse legate a una persona che, non si sa bene perchè, vengono ignorati. Mi viene in mente il caso pizza-bomber, in cui una delle sospettate aveva avuto un numero incredibili di mariti scomparsi…
Sono d’accordo con te, purtroppo ci sono questi casi… Però in questa serie mi sembrava davvero tutto lasciato al caso.
Ci sarebbero un sacco di scene che ti potrei citare per farti capire il livello di assurdità! Eppure anche io dal trailer ero rimasta abbastanza entusiasta e curiosa, ma mi aspettavo di meglio 😔
Ma ci credo, soprattutto perché la seconda visione del trailer mi ha proprio dato l’impressione di qualcosa non proprio curato al massimo. Solo che dopo aver letto di qualche serial killer, aver visto qualche documentario, mi sono resa conto di quanto fosse davvero edulcorata la realtà dei polizieschi americani. Non penso siano TUTTI così, ma solo che la legislazione americana non funzioni proprio a dovere, quindi purtroppo casi del genere senza logica interna si verificano.
Si purtroppo è così… Se la serie fosse stata un po’ più curata, magari sarebbe potuta essere una specie di “denuncia” di queste realtà. Posso chiederti che documentari hai visto? Quest’ambito mi interessa molto!
Scusa, non è arrivata la notifica. Su Netflix ho visto “Making a Murder” e “Evil Genius”. Ne ho altri ancora in lista, ma consiglio anche la serie “Mindhunter”. È basata sull’omonimo libro (che non ho letto) e romanza le vicende dei primi detective che crearono i primi profili criminali.
Mindhunter l’ho visto e mi è piaciuto molto! Allora mi segno quei due documentari e appena possibile li guardo, ti ringrazio 🙂
Non male. Nessun capolavoro, ma è una serie che si lascia guardare senza stancare. Aspettando la seconda stagione per un parere piu’ completo.