Green Book di Peter Farrelly: stereotipi e amicizia
Candidato a 5 oscar – Miglior Film, Miglior Attore Protagonista, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Montaggio e Miglior Attore Non Protagonista– Green Book è diretto da Peter Farelly.
La trama in poche parole si può riassumere così
Il film racconta l’amicizia tra un buttafuori italoamericano e un pianista afroamericano nell’America negli anni sessanta.
Non è nulla di che – essendo anche una storia vera – ma vi assicuro che è realizzata in un modo stupendo. Oltretutto, tecnicamente è fatto anche in maniera pazzesca. Ma andiamo per gradi.
Green Book è ambientato a New York City nel 1962. È l’epoca di Aretha Franklin, Timmy Shaw e della Popular Music. Dietro questo sfondo musicale che ha ancora eco oggi, la segregazione dei neri e il razzismo sono ancora vivi e evidenti.
I personaggi
Il protagonista Tony Vallelonga, detto Tony Lip, è un uomo di scarsa cultura, stereotipato, con un forte accento del Bronx – tipico di un italo-americano, per intenderci. Adora il cibo dei fast food e mangia sempre con le mani – soprattutto quando guida!
È un uomo, istintivo, a volte violento, che ha imparato a vivere quasi ‘per strada’.
Il Dott. Shirley è il musicista, di colore, che si fa accompagnare da Tony Lip per tutta la durata della tournée – otto settimane fino al 23 dicembre – verso il sud. Sebbene lui sia raffinato, intelligente, non mangi mai con le mani – se non quando Tony lo fa provare– e tutti i “bianchi facoltosi” lo invitino a suonare nei loro teatri e castelli, non conta nulla. Lui vive una vita a parte, in solitudine, senza far parte di nessuna razza.
Se non sono abbastanza nero e non sono abbastanza bianco, cosa sono?
Tony solo in quel momento capisce il disagio di quest’uomo. Un uomo di colore che vive sì in un castello, ma un uomo solo, senza famiglia e senza popolo.
Sebbene all’inizio il nostro autista italoamericano non capisca per quale motivo si ostini a suonare in luoghi dove sa che c’è la segregazione, comincerà a capire chi è davvero Shirley – a tal punto da invitarlo a casa sua per la vigilia di Natale.
Sarà un’amicizia spettacolare.
Dolores Vallelonga è la moglie di Tony Lip: un personaggio fresco e dolce che dona un pochino di respiro alla narrazione. Non che fosse pesante, ma i momenti con lei sono i più dolci e calmi del film.
Per parlarvi di lei, ho scelto di raccontarvi di una scena che accade nel primo quarto d’ora.
Tony e Dolores devono rifare il pavimento in cucina e l’azienda manda due ragazzi di colore a concludere il lavoro. Subito gli offre della limonata e l’inquadratura si mostra come i due bicchieri – su cui i neri hanno appoggiato le loro labbra – vengano cortesemente riposti nel lavandino per essere lavati. Tony non riesce a smettere di guardare quei bicchieri e, schifato, decide di buttarli nel cestino. Non appena la moglie se ne accorge, li prende e li ripone nel lavandino, come se il problema fosse aver buttato i bicchieri nel cestino e non che delle persone di colore abbiano bevuto da essi.
Non credo di dover aggiungere altro su di lei.
Concludendo
È un film con un’ironia semplice e limpida, che però nasconde molto, molto di più. Viggo Mortensen – il nostro meraviglioso e eterno Aragorn – interpretata Tony Vallelonga dimostrando un talento indiscutibile che fa sorridere, riflettere e commuovere.
Si affeziona davvero al Dott. Shirley arrivando a colorare la sua vita e a portarlo nella sua famiglia.
Mahershala Ali interpreta invece il musicista dotato di un talento straordinario.
La forza di questa pellicola sono proprio loro due: la loro interazione porta a una reciproca crescita e a una reciproca comprensione. Entrambi si influenzeranno e si aiuteranno a vicenda. Tony comprenderà che la violenza e i piccoli brogli non lo faranno emergere in quel mondo e Shirley capirà che continuare a guardare ai neri come ‘corpi estranei’ non lo aiuterà a vivere meglio.
Un’ultima chicca? Green Book è il titolo della guida che viene affidata al nostro italoamericano per automobilisti afroamericani, perché in quest’epoca ancora i neri non possono alloggiare e fermarsi dove preferiscono e hanno strade precise da percorrere durante il tragitto.
Grazie a Octavia Spencer come produttrice, ormai incitabile e conosciutissima nel mondo del cinema.
Permettetemi di aggiungere che si merita sicuramente Miglior Film, Miglior Attore Protagonista e Miglior Montaggio.
-Poison El