Benvenuta Hellenys! Dai, conosciamoci un po’!
Hellenys è un nome che rappresenta vari aspetti della mia persona. Nel suo insieme ricorda il mondo ellenico, che amo sotto diversi punti di vista. Segmentando il nome in vari modi, invece, si possono trovare altri significati: “hell”, che in inglese è “inferno”, ma in tedesco “luminoso”. È una dicotomia legata alle due grandi culture germaniche e a momenti e caratteristiche personali. Tale dualità appartiene in realtà ad ogni essere umano.
Poi, sono sempre stata una nottambula, perciò essere rappresentata dalla dea greca della notte “Nyx” (addolcita foneticamente in “Nys”) mi è sembrato più che appropriato! Infine, si può scorgere “Ellen”, che è una variante straniera del mio nome italiano.
Disegno da quando ho memoria e a scuola le mie materie preferite erano arte e musica (oltre all’inglese e al tedesco!) – che considero le mie seconde lingue. Descrivo sempre la mia relazione con l’arte come l’incontro con l’anima gemella, perché è stato come innamorarsi… è un amore che non è mai sfiorito e che mi fa venire le farfalle allo stomaco.
È una domanda difficile. Sono molto autocritica e spesso non mi accorgo dei piccoli miglioramenti, ma ci sono un paio di lavori il cui risultato finale è stato migliore di quanto mi aspettassi. Se dovessi sceglierne uno, sarebbe probabilmente il ritratto di “Valasan Lavellan”. Si tratta di una commissione di genere fantasy, più precisamente una fanart dell’universo di Dragon Age.
Sì. Sto lavorando a due commissioni: una è un ritratto in bianco e nero di due personaggi protagonisti di una storia originale ambientata nella Germania degli anni ‘30, scritta da una ragazza italiana. La seconda è un render 3D di un altro personaggio originale.
Non c’è qualcosa di preciso ad ispirarmi e l’ispirazione spesso mi coglie all’improvviso. Porto sempre con me un blocchetto o uno sketchbook per poter appuntare note scritte o degli schizzi. La fonte d’ispirazione potrebbe essere un qualsiasi tipo di esperienza, bella o brutta che sia. Per esperienza intendo davvero qualsiasi cosa: musica, viaggi, un dialogo scambiato con qualcuno, una visita in un museo, una passeggiata in montagna, un profumo, la visione di un film… Un ritratto può esprimere la stessa emozione che ho scorto in un passante, e magari in questo modo posso raccontare una storia. Perché è questo che voglio riuscire a fare: raccontare storie attraverso i miei disegni.
Altrettanto importanti sono tutti gli artisti/movimenti artistici del passato e del presente che ammiro e che quindi costituiscono fonte d’ispirazione per me. Non avendo un mentore o una guida, posso affidarmi solo a loro. Ne menzionerò qualcuno e consiglio anche di dare un’occhiata ai loro lavori, se già non li conoscete: Gustav Klimt, Gian Lorenzo Bernini, John William Waterhouse, William-Adolphe Bouguereau, John William Godward, John Singer Sargent, Vincent van Gogh, Claude Monet, Alfons Mucha, Maurits Cornelis Escher e Francesco Hayez. Per quanto riguarda gli artisti (soprattutto per il digitale) contemporanei sono Loish, Matt Rhodes, Sachin Teng, Ahmed Aldoori, Wlop (Wang Ling), Qissus (Qistina Khalidah), Charlie Bowater, Guangjian Huang e Ross Tran.
Sono così tanto abituata ad illustrare che ormai credo di preferirlo al disegno “libero”, che non ha necessariamente un vero e proprio fine narrativo. Quando non c’è narrazione nei miei disegni, molto probabilmente è perché sto studiando qualcosa (anatomia, valori tonali, il colore, ecc.), che è altrettanto importante (anzi, è assolutamente indispensabile, per quanto possa essere frustrante a volte). Come ho già detto, mi piace tantissimo raccontare storie attraverso le immagini.
Per le commissioni oramai lavoro solo in digitale, il che mi offre una marcia in più, sotto questo aspetto, rispetto alle tecniche tradizionali. Per fortuna non ho mai dovuto rifare una commissione da zero, probabilmente soprattutto perché in digitale, appunto.
Per quanto riguarda i miei lavori in tradizionale (la maggior parte di questi, assieme ad altri in digitale, ho deciso di non pubblicarla online) mi è capitato invece qualche volta di dovere o volere rifare un lavoro per svariati motivi: proporzioni sbagliate, colorazioni poco soddisfacenti, ecc…
Sì, scrivo ogni tanto, anche se molto meno rispetto ad anni fa. Mi piace ancora molto, ma non credo di essere cresciuta granché nella scrittura artistica. Ho comunque in cantiere una storia basata sull’universo di Dragon Age, che sto scrivendo con un’amica e che vorrei illustrare. È un esperimento che spero davvero possa vedere la luce e mi auguro di poter imparare di più sulla scrittura grazie a questa esperienza.
Grazie a voi e grazie per avermi intervistato! Un saluto virtuale 😀
Passate da Hellenysart ! Non perdetevela!
-Poison El
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Complimenti per l'intervista!
Grazie :D