Avevamo lasciato la nostra storyline su Talos IV e sul tentativo di rimando delle spiegazioni per cui l’Angelo Rosso comunichi specificatamente con Spock. Sicuro, l’essere umano nella tuta – come ha detto Saru – vuole salvare l’intero universo da qualcosa. Non è ben chiaro di cosa si tratti, ma la mia prima supposizione riguarda i Borg. Ora tocca a Project Daedalus, il 2×09.
I Borg sono una specie di cyborg apparsi per la prima volta in Star Trek: The Next Generation– nell’episodio Chi è Q della seconda stagione – e compaiono anche in Star Trek: Enterprise. Sono considerati i nemici più temibili della Federazione.
Sono umanoidi, la cui origine rimane tutt’oggi ignota. In Star Trek: Primo Contatto, la regina Borg afferma che in passato erano simili a esseri umani, ma si sono evoluti, fino a sviluppare e a includere nella propria anatomia elementi cibernetici che hanno potenziato le loro capacità fisiche e mentali. Non solo: hanno anche annullato la loro volontà individuale. Una ricerca di perfezioni senza eguali. I Borg acquisiscono nuovi individui: li assimilano tramite l’iniezione di nanosonde, che vanno ad attaccare l’organismo avversario, modificandolo a livello cellulare. Sono una specie aggressiva e sono caratterizzati da comportamenti collettivi. Difatti, la loro mente è collegata con una struttura chiamata alveare. L’alveare pare essere diretto dalla Regina Borg: lei è l’unica in grado di provare pensieri indipendenti. Non è noto quante Regine esistano, ma è certo che ce ne sia più di una.
Dalle vicende della USS Voyager sappiamo che l’habitat originario di questa specie è il Quadrante Delta.
Voi sarete assimilati, la resistenza è inutile.
Ammetto, di essermi un po’ dilungata troppo sui Borg, ma ci tenevo a fare un piccolo excursus – anche se magari non ci ho azzeccato – su questi cattivi che non hanno avuto grande posto nell’universo di Star Trek. Torniamo a Project Daedalus.
Sebbene l’episodio cerchi dei colpi di scena, ammettiamolo, non è facile con le “poche risorse” che ha. Sicuramente non con il personaggio di Ash Tyler che non riequilibra per nulla l’intero show.
Gli unici sempre interessanti sono Stamets e Tilly che risollevano l’interesse dello spettatore, dando agli episodi un motivo per rimanere incollati allo schermo.
Per la questione Burnham/Spock viene ridimensionata e approfondita, andando oltre la spiegazione banale del “lei lo insultò quando avevano nove anni” e dando così a Ethan Peck un’altra opportunità per dimostrare quanto il suo talento sia assurdo.
Tutte queste linee narrativi, legati a quella principale di Airiam, regalano all’episodio ciò che mancava da tempo: il pathos, l’alone drammatico che ogni singolo capitolo della stagione, in realtà, richiedeva.
Infine, è chiaro: non c’entrano i Borg, ma Controllo – un’intelligenza artificiale che vuole eliminare l’universo senziente – e al centro di tutto c’è Michael Burnham. Ma per scoprirlo, dobbiamo perdere Nahn.
-Poison El
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