400 giorni: seguiamo il consiglio di Thierry Kuntzel

400 giorni: seguiamo il consiglio di Thierry Kuntzel

Agosto 23, 2019 0 Di Poison El

Regia e sceneggiatura di Matt Osterman, 400 giorni è un film di genere thriller- fantascienza di 90 min. Disponibile su Amazon Prime Video.

Trama

Degli astronauti vengono inviati su un pianeta lontano per una missione segreta per testare gli effetti psicologici dello spazio profondo.


Il tempo sembra non passare mai e l’equipaggio comincia ad affrontare gli effetti psicologici come la paranoia e l’allucinazione. La squadra si installa sempre più a fondo nei loro spazi separati, finché un uomo scompigliato e simile a uno zombie inizia a camminare nella loro nave spaziale simulata. La situazione è sempre più perturbante e l’unica scelta possibile per l’equipaggio pare essere uscire ed esplorare il mondo di superficie, che ormai è buio, ventoso, ostile e coperto di polvere.

Proseguendo nella trama: occhio agli spoiler!

Camminando, approdano in una città chiamata Tranquillity, che è abitata e ha elettricità, e pare essere l’unica nel raggio di molte miglia.
Un uomo di nome Zell (Tom Cavanagh) li invita nel suo ristorante e spiega loro ciò che – pare – essere successo: la luna è stata colpita da qualcosa che ha creato un’enorme nuvola di polvere che copre la terra, bloccando il sole e impedendo le coltivazioni. Cole Dvorak (Cook), uno dei membri dell’equipaggio, crede che lo stiano beffeggiando e che sia una simulazione; così esce dal locale per entrare in un bar e il resto della squadra lo segue. Dopo alcuni drink, Dvorak esce dal locale con una donna, senza più far ritorno. I tre rimasti – Capitano Theo Cooper (Brandon Routh), Dr. Emily McTier (Caity Lotz)e Bug Kieslowski (Ben Feldman)– tornano al ristorante dove Zell gli ha offerto, o per meglio dire obbligato, un posto per dormire. Bug fa il primo turno di guardia e presto comincia ad avere allucinazioni in cui continua a vedere il figlio Sam. Sparisce non appena va a sbattere contro Zell.


Il Capitano e la dottoressa si svegliano da soli e quando chiedono al proprietario del locale dei loro amici scomparsi, Zell assicura che non ci fosse nessun’altro che loro stessi, al loro arrivo.
La coppia scappa, tornando alla nave. Zell e i suoi scagnozzi li seguono e pare vogliano occupare la nave spaziale, ma in realtà vogliono solo il Capitano, che uccide il proprietario del locale. Gli aggressori cominciano a battere contro le entrate della nave, ma lo scherzo si accende, indicando che i 400 giorni sono conclusi.
Il portello d’ingresso si apre con una luce intensa che brilla verso il basso. Cooper e McTier si prendono le mani e attendono con ansia cosa succederà dopo, ma il film finisce senza che venga mostrato.

Ispirazione

400 giorni trae ispirazione da un esperimento chiamato Mars-500 (Agenzia Spaziale Cinese, Agenzia Spaziale Europea e Roscosmos), così come da The Twilight Zone e dalla fantascienza classica. Afferma il regista:

Era mia intenzione creare un racconto che mettesse lo spettatore nella sede dell’esperimento stesso, uno in cui il pubblico non era mai abbastanza sicuro di chi fidarsi e non fosse sicuro se fosse tutto un semplice stratagemma. L’aspetto puzzle del film sarà difficile per alcuni, ma volevo fare eco Rod Serling e confidare nell’idea che va bene che il pubblico non abbia tutte le risposte – per sentirsi a proprio agio con l’ignoto.

La pellicola è stata girata per un periodo di 19 giorni in diverse località del Southern California durante l’estate del 2014.

Commento

Ci sarebbero troppe cose da dire, ma potremmo iniziare con il fatto che il regista, forse, ha davvero messo troppa carne al fuoco. Non è chiaro sulla direzione in cui volesse andare la narrazione e su cosa volesse concentrarsi.

Sull’impatto psicologico? No, non ci è riuscito.
Sulla perdita di umanità in situazioni apocalittiche? Non è chiaro e non è chiaro se nemmeno fosse questo l’intento e il messaggio.

Il film parte come un disaster movie post-apocalittico fino ad arrivare a una grottesca versione di Hostel (basti pensare alla scenografia delle città), senza disdegnare alcune atmosfere putride e malsane.
Inoltre, affermare che sia un finale aperto è un eufemismo: sono arrivati gli scienziati per sancire la fine dell’esperimento, oppure la dottoressa e il capitano hanno accettato il loro destino e sono andati dai loro aggressori? Non penso lo sapremo mai.
La narrazione è troppo ingarbugliata, tanto da far scivolare la sceneggiatura in modo irreparabile.

Buonissimi i propositi, ottime aspirazioni da cinema semi-indipendente, buona prova di recitazione da parte degli attori e in particolare di Tom Canavagh – già conosciuto per Harrison Wells in The Flash – che è l’antagonista perfetto. Sprecato, ma perfetto.

Sì, 400 giorni merita una visione – ma non una seconda visione, vi assicuro.

Accettiamo il consiglio del grande artista post-strutturalista Thierry Kuntzel, che ci invitava non a guardare la pellicola nella sua forma apparente, ma di prestare attenzione ai contenuti criptati e alle suggestioni sottointese. Forse solo in questo modo potremmo capire davvero il senso e il significato nascosto di questo film.

-Poison El