Qualche giorno fa ho avuto modo di andare al cinema a vedere Il Re Leone in lingua originale. Nonostante questo, ho provveduto ad ascoltare le canzoni anche in italiano, giusto per farmi un’idea della fedeltà (o meno) rispetto all’originale.
Premetto che non sono una grandissima fan di questi live action/remake targati Disney, ma la bambina che è in me desidera fare un tuffo nel passato e vedere che cosa combinano dei miei cartoni dell’infanzia preferiti.
Inoltre, ammetto che non vedevo la necessità di fare un remake de Il Re Leone, in quanto si sarebbe trattato di un’animazione fotorealistica interamente computerizzata (ovviamente), e quindi molto simile al cartone animato del 1994 che tutti noi conosciamo e amiamo.
Diretto da Jon Favreau e prodotto dalla Walt Disney Pictures, questo remake risulta essere quasi la copia del cartone animato. Le differenze, infatti, sono minime.
Il piccolo Simba perde il padre Mufasa per colpa dello zio bramoso di potere, Scar, e si rifugia lontano, per paura di essere ritenuto responsabile della morte del Re, suo padre. Conosce così Timon e Pumbaa, che gli insegnano a vivere “senza pensieri”.
Intanto, nelle Terre del Branco è proprio Scar a prendere il controllo e ad auto-proclamarsi Re con l’aiuto delle famigerate iene.
Sono sicura, però, che tutti conoscano a memoria la trama de Il Re Leone!
Ho però potuto notare maggiore serietà in questo rifacimento. Sono state eliminate alcune incongruenze, come per esempio il fatto che nel cartone Rafiki fosse un misto tra un babbuino e un mandrillo, mentre qui è a tutti gli effetti un mandrillo.
Anche alcuni dialoghi e scene iconiche sono state modificate. Quella che mi è risultata più evidente è la scena in cui Pumbaa si arrabbia con le iene e nel cartone originale esclama “Dovete chiamarmi Signor maiale!”. Nel film del 2019, invece, dice che non sarebbe scappato davanti a chi bullizza.
Insomma, piccole differenze che possono anche passare inosservate, in quanto il film è quasi identico a quello del 1994.
Non so voi, ma a volte mi ritrovo su YouTube ad ascoltare le canzoni dei cartoni animati, quindi ricordo le parole abbastanza bene. Per questo motivo, quando sono andata a vedere il live action di Aladdin sono rimasta delusa nel sentire che erano state cambiate le canzoni.
In questo caso, per fortuna, sono rimasta piuttosto soddisfatta! Simone Iuè che canta Voglio diventar presto un re è praticamente uguale all’originale, mi sono commossa ascoltandolo. Elisa e Marco Mengoni hanno anche loro fatto un ottimo lavoro, a mio parere, anche se nella versione originale ci tengo a precisare che Simba e Nala sono doppiati da Donald Glover e Beyoncé, che hanno reso il tutto ancora più magico.
Un po’ diverso è il destino di Sarò Re, cantata da Scar (Massimo Popolizio nella versione italiana, mentre Chiwetel Ejiofor in quella inglese), leggermente tagliata, ma che mantiene comunque le parti che più tornano alla memoria.
Che dire, quindi? È sicuramente un film ben fatto, che ha puntato molto sul realismo e sulla fedeltà all’originale, caratteristiche che ho apprezzato molto.
In ogni caso, però, trovo che in versione cartone animato abbia una marcia in più. Forse sarà la nostalgia a parlare o magari semplicemente certe trame sono più godibili in versione animata, mantenendo la magia che caratterizza queste storie che hanno caratterizzato la nostra infanzia.
In ultimo, ci tengo a precisare che tutte le volte piango per la morte di Mufasa, e non mi sono smentita nemmeno questa volta!
Voi che ne pensate? Fatecelo sapere in un commento e venite a trovarci su Facebook e Instagram!
– Eleven’s Eggo
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