Unbelievable, la miniserie di Netflix tratta da una storia vera
Unbelievable è una miniserie televisiva originale Netflix, creata e diretta da Susannah Grant, Ayelet Waldman e Michael Chabdon. Pubblicata sulla piattaforma streaming a partire dal 13 settembre 2019, questa serie ha da subito attirato la mia attenzione, e sono rimasta pianamente soddisfatta del risultato.
Basate su fatti realmente accaduti, queste 8 intense puntate hanno preso ispirazione da un articolo del 2015 scritto da Ken Armstrong e T. Christian Miller: An Unbelievable Story of Rape. Ebbene sì, la nuovissima miniserie tratta di stupro, argomento estremamente delicato, ma a mio parere affrontato in modo impeccabile.
La trama
2008
Marie Adler (Kaitlyn Dever) è una giovane ragazza di diciotto anni che vive a Lynwood (Washington). Il suo passato travagliato l’ha vista sballottata tra una famiglia affidataria e l’altra, finché non è riuscita ad andare a vivere da sola con l’aiuto di un programma di sostegno per giovani in situazioni disagiate.
Una notte, uno sconosciuto mascherato irrompe nella sua abitazione e la violenta, lasciando questo indelebile ricordo nella sua memoria. Legata e imbavagliata, le vengono anche scattate delle foto durante l’aggressione.
Il mattino seguente Marie denuncia lo stupro alla polizia. Nessuna traccia di DNA viene rinvenuta sul luogo e, dopo svariate deposizioni rilasciate dalla giovane, i poliziotti cominciano a mettere in dubbio la sua parola, fino a farle ritirare la denuncia.
2011
La Detective Karen Duvall (Merritt Wever), a Golden (Colorado), viene chiamata per un caso di stupro. L’assalitore, con indosso una maschera, si è introdotto nella casa di una giovane donna, l’ha legata e violentata, dopodiché le ha fatto fare una doccia e ha portato via le lenzuola per eliminare ogni traccia.
Per un puro colpo di fortuna, Karen scopre che anche a Westminster (Colorado) la Detective Grace Rasmussen (Toni Collette) sta indagando su uno stupro ai danni di una sessantenne avente lo stesso modus operandi.
Le due poliziotte mettono insieme le loro menti per inchiodare questo stupratore seriale e dare un po’ di giustizia alle vittime che si è lasciato lungo la strada.
Una miniserie che fa trattenere il fiato
All’inizio della prima puntata c’è un warning: “Ispirata a fatti reali, Unbelievable contiene scene di abusi sessuali. Si sconsiglia la visione a un pubblico sensibile”.
Secondo me, però, non sono solo le scene di violenza a turbare lo spettatore, c’è molto di più. Accompagniamo Marie nel suo percorso, un percorso che sembra condurla verso il baratro. Quanti riuscirebbero a sopravvivere a una situazione del genere? Abbandonata dagli amici, dagli psicologi… Nessuno sembra crederle.
Sono rimasta col fiato sospeso fino alla fine, seguendo le indagini delle due detective e sperando che, alla fine, le loro strade si incrociassero con quella di Marie, che a quanto pare è la prima vittima di questo stupratore seriale.
In conclusione, posso dire che sono riusciti a trattare un tema estremamente delicato con la giusta serietà. Ho visto altre serie che hanno cercato di affrontare gli stessi argomenti, ricadendo invece nella banalità o addirittura mandando i messaggi sbagliati a un pubblico che ormai è sempre più giovane.
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– Eleven’s Eggo