Inutile mentire: sono cresciuta con Dean, Sam e Castiel e nel mio cuore ho combattuto al loro fianco ogni singola battaglia o apocalisse. E sono sicura, voi con noi.
Ma prima di parlare della stagione 15, facciamo un piccolo recap della penultima stagione.
Premessa: questa stagione non è stata dalle migliori, in quanto non si capiva che direzione volesse prendere. Inutile negarlo: dalla stagione 5 ci sono stati alti e bassi, ma anche momenti meravigliosi.
Goodbye Michael
Nel midseason finale della 13esima avevamo lasciato Dean (Jensen Ackles) alle prese con Michele, l’arcangelo malvagio dell’universo parallelo che ha posseduto il suo corpo per compiere atti di poco buongusto nel nostro mondo.
Nel giro di un solo episodio, Dean ribalta la situazione: riesce a intrappolare Michele nella sua mente. Non è facile però gestire un arcangelo nella propria testa, quando c’è solo una porta blindata che lo tiene bloccato. Lo stesso Castiel si complimenta per lo sforzo che Dean fa anche <<bere un caffè>>.
Quando però Michele riesce a liberarsi, uccide tutti i vari cacciatori presenti nel bunker: a quel punto però è troppo tardi e tocca al Jack disintegrarlo, trasformandosi definitivamente in un potentissimo Nephilim.
Purtroppo, per farlo, ha dovuto spendere fino all’ultimo frammento della sua anima, la magia che lo teneva in vita, visto la sua prematura dipartita a causa della mancanza di grazia. Quindi, tra il tentativo di riportarlo in vita e la completa distruzione di Michele, Jack ha dovuto sacrificare se stesso, la sua anima e tutto per la sua famiglia, per il mondo intero, visto che il piano dell’arcangelo era quello di spodestare gli umani dal loro privilegio di “razza alpha”.
Questa linea narrativa colma tutti i 20 episodi della quattordicesima stagione, con inserimenti vari di episodi filler e casi che tanto ricordano la prima stagione. Un eterno ritorno che abbiamo apprezzato.
Uno di questi è il ritrovamento di un potente manufatto che realizza i sogni più reconditi che ha riportato erroneamente in vita John Winchester (Jeffrey Dean Morgan) invece di distruggere di Michele, costantemente in procinto di liberarsi.
La linea temporale di Supernatural rischia di incasinarsi, ma dopo una cena in famiglia, con il padre e madre, vedendo che nemmeno Cass può rimanere con loro e nemmeno Jack, decidono di risistemare tutto rompendo la perla, l’antefatto.
Nick needs Lucifer?
La seconda parte della stagione di Supernatural si è invece concentrata su una serie che avrebbero avuto bisogno decisamente di più spazio narrativo: da un lato c’è stato Nick (Mark Pellegrino) e la sua ossessione di farsi ripossedere da Lucifero: una scelta che ancora non mi è del tutto chiara; contemporaneamente c’è stata la trasformazione di Jack che ha letteralmente eroso la sua percezione della differenza tra bene e male, rendendolo un onnipotente pericolo ambulante. Questa sottotrama, che ha poi avuto un ruolo fondamentale, è stata fin da subito la più interessante, ma si è risolta nel giro di poche puntate, sminuendo l’importanza del legame instauratosi precedentemente tra i Winchester e il figlio di Lucifero.
Infine, c’è ancora una cosa da dire: il tentativo di Castiel di contattare Dio-Chuck per salvare “suo figlio”, per salvare Jack. Ma Dio non sembra voler rispondere.
A proposito del Paradiso, Supernatural è tornato a sfiorare le sempre più incomprensibili cospirazioni celesti con un susseguirsi di angeli al comando che ha avuto poco senso e che si è concluso con la morte di Dumah (Erica Cerra) e una nuova generazione di angeli prodotti da Jack, ma anche questo aspetto della trama è stato trattato in maniera troppo superficiale, come se dovesse avere ramificazioni imperscrutabili. Abbiamo infine perso anche lo stesso Nick, ucciso da Jack poco prima che riuscisse a riportare Lucifero in scena, e tutto questo ha indotto i Winchester a prendere la difficile decisione di intrappolare il ragazzo nello stesso sarcofago che avrebbe dovuto rinchiudere Dean e Michele insieme. Un piano che fallisce, in quanto Jack è troppo forte.
Perché? Non lo so, non si sa.
Goodbye Mary and Welcome to The End
La furia di Jack però ha ucciso anche Mary, che per quanto fosse un bel personaggio, non è tanto la sua morte a commuovere, quanto i disperati tentativi di Jack di riportarla in vita.
Questi ultimi episodi soffrono l’assenza di Bobby (Jim Beaver, comparso brevemente nel penultimo episodio) e di Rowena (Ruth Connell), ma in tal modo il season finale è riuscito a restringere il campo intorno ai Winchester, con un Sam (Jared Padalecki) particolarmente in difficoltà, e a Jack: è ormai diventata una questione di famiglia e l’episodio scritto da Andrew Dabb ha marciato sulla determinazione di Dean e sul suo desiderio di vendetta nei confronti di un essere potentissimo e introvabile.
A quel punto, Dio risponde e si presenta ai fratelli con un distaccato senso di paternità nei confronti dell’universo che si insinua in una serie di dialoghi irriverenti ma anche molto intelligenti tra lui, Castiel e i Winchester. Il colpo di scena è servito: Dean si rifiuta di uccidere Jack per conto di Dio e quest’ultimo si tradisce, confermando i sospetti di Sam.
La tragica vita dei Winchester non è stata altro che uno spettacolo avvincente costruito ad hoc per lo spasso di Dio e ora l’intero mondo dovrà pagare il prezzo della loro disubbidienza. Nel mentre, Jack si risveglia nel Vuoto con Billie (Lisa Berry) e la scacchiera è pronta per lo scontro decisivo nella prossima stagione: i Winchester contro Dio.
Un Dio, tuttavia, che non ci ha convinti del tutto. Dabb sembrerebbe aver rovesciato completamente la melanconica caratterizzazione del personaggio che abbiamo conosciuto nell’ottima stagione dieci, trasformandolo in un villain qualunque. Se si tratta veramente di lui, lo scopriremo soltanto nella prossima stagione.
La cosa che più ho apprezzato di questa stagione di Supernatural è sicuramente la famiglia che si è creata, quel meraviglioso rapporto padri-figlio.
Sì, siamo al terzo episodio, ma io volevo rinfrescarmi la memoria. E voi? Avete apprezzato questa stagione?
-Poison El
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