Recensione: L’apprendista di Goya
Mentre ti lascia senza fiato, l’arte ti scuote dal torpore della mediocrità e ti indica un luogo dove il finito e l’imperfezione non esistono. Ti conduce verso Dio. E cosa ti ha dato la spinta per andare oltre? La bellezza.
Madrid, estate 1791. Sotto la cappa di afa torrida che preme la città, si sta consumando una serie di efferati omicidi. Il serial killer, noto come el diablo, come il Jack lo squartatore che imperverserà nella capitale inglese decenni più tardi, ha un modello di vittima preferito: non prostitute ma famosi pittori. Li uccide e scuoia, per poi lasciarne i resti in bella vista, come fossero la nemesi di un’opera d’arte.
Questa macabra vicenda fa da sfondo e si interseca alle avventure di Manuèl Alvèra, giovane figlio di un artigiano di Madrid. Manuèl, lavorando nella bottega del padre, ha imparato a creare pigmenti per dipingere di ottima qualità, facendosi un nome tra gli artisti madrileni. Ma non sono solo i pigmenti ad affascinarlo: ha anche un forte amore per la pittura, nato dall’incanto alla vista di un’opera del maestro Goya, già celebre pittore di Corte.
Proprio Goya un giorno si presenta alla bottega della famiglia Alvèra, per provare i famosi pigmenti di Manuèl. Impressionato dalla sua abilità, gli offre l’occasione di diventare suo apprendista, per prepararsi all’esame della Real Academia e diventare così un grande pittore. Ma il sogno di Manuèl sta per trasformarsi in un incubo che lo travolgerà completamente, quando si ritroverà invischiato, suo malgrado, nei crimini di el diablo.
L’apprendista di Goya è un thriller storico, genere non nuovo per l’autrice, Sara Di Furia. Come in ogni thriller che si rispetti, il lettore è tenuto avvinto alle pagine grazie a piccoli segnali e scoperte che, come briciole di pane, segnano la strada fino all’ultimo capitolo e allo svelamento di tutti i misteri, alcuni più intuibili di altri, per quanto mai ovvi.
La storia viene narrata in prima persona da Manuèl, che accompagna il lettore nella Madrid del suo tempo, ne fa conoscere la falsa ma fanatica religiosità e la corruzione che la pervadono. Infine lo porta alla scoperta, in un crescendo di suspense, non solo della verità sugli omicidi, ma anche sulla sua stessa vita e sulla misteriosa e affascinante figura di Goya che, all’apice del successo artistico deve, come ogni genio, fare i conti con i suoi demoni.
L’apprendista di Goya, Sara di Furia, La Corte Editore, Torino 2019, pp. 301, 18,90€