American Horror Story: 1984

American Horror Story: 1984

Dicembre 4, 2019 0 Di Shadow

Bentornati a tutti! Oggi cercherò nel più breve modo possibile di recensirvi una delle serie più amate di Ryan Murphy. Essendo andato in onda il 13 novembre l’ultimo episodio, ho preferito darvi un mese circa per permettervi di guardarla: è arrivato il momento di parlare di American Horror Story: 1984! Gettiamoci subito nella lettura!

What’s New?

Quest’anno ha segnato una vera e propria svolta nella storia di questa serie: è iniziata senza i suoi protagonisti originali. In particolare l’assenza della coppia di punta, Sarah Paulson ed Evan Peters è stata causata da problemi di budget. Non solo: si è arrivati a un vero e proprio restyling dello stile, anziché partire dal solito cliché horror, si è pensato di basarsi sull’omaggio tout court. Insomma, anche le immagini della sigla sono filtrate da una patina ruvida, che ricorda verosimilmente la fotografia del tempo. Cosa ci aspetterà in AHS: 1984?

Vecchi e nuovi attori in American Horror Story: 1984

Durante questa rivoluzione, se così possiamo definirla, ritroviamo diversi elementi familiari e caratterizzanti AHS. Alcuni personaggi calcano la mano sui loro caratteri, divenendo sin dai primi minuti macchiette si divertenti, ma al contempo stesso vuote. Alcuni, come Chet Clancy (Gus Kenworthy, al suo debutto) o Xavier Plympton (Cody Fern, già visto come Michael in Apocalypse, 8ª stagione) esistono solamente per accontentare un determinato tipo di spettatori. Altri, come Margaret Booth (Leslie Grossman) o Montana Duke (Billie Lourde) per essere maschere o icone di stile. Interessante è la presenza di Matthew Morrison, il cui ruolo è stato abbastanza marginale, ma di grande impatto.

 

Nel complesso tutti, bene o male, riescono a tenere alto il livello, sebbene sarà una la vera protagonista: Emma Roberts che interpreta Brook Thompson. Messi da parte i panni delle ragazze spocchiose interpretate nelle stagioni precedenti, indossa quelli della ragazza timida e indifesa, ignara del proprio potenziale. 

Donna, Bobby (figlio di Mr. Jingles) e Brooke

Gli orrori di Camp Redwood per American Horror Story: 1984

Dalla qualità sgranata dell’immagine alla rievocazione dei look alle musiche, vi sono una rievocazione e un omaggio al decennio in cui è ambientata la vicenda. Come ogni anno abbiamo uno spunto dalla reale cronaca: ci viene presentata la figura dello stupratore e serial killer Richard Ramirez, aka il Night Stalker, che nel 1985 terrorizzò la California. Qua ci viene presentato nella season premiére, mentre attenta alla vita di Brooke Thompson, da poco arrivata a Los Angeles.

La mattina dopo l’aggressione deciderà di accettare un’invito come capogruppo presso Camp Redwood, conosciuto per un massacro avvenuto circa dieci anni prima. Qui Mr. Jingles (John Carrol Lynch, Twisty il Clown in Freak Show) aveva ucciso brutalmente tutti i capigruppo presenti all’epoca, tagliando loro un orecchio e infilandolo nel mazzo di chiavi che porta sempre con sé: da qui il nome, per il caratteristico tintinnio che produce camminando. 

Margaret, stronza manipolatrice

L’unica sopravvissuta si scoprirà essere Margaret, nonché reale artefice del massacro, che fece ricadere le accuse sul povero uomo, la cui unica colpa è stata innamorarsi di lei. Grazie a un ben architettato piano sterminerà tutti i personaggi attualmente al campo. 

Chiunque muoia a Redwood, vedrà la propria anima intrappolata in quel luogo maledetto per sempre: se massacrato nuovamente, patirà tutte le sofferenze connesse, per poi ritornare in vita. Una sorta di limbo in cui scontare la dannazione eterna. 

Una stagione non lineare

I primi 8 episodi sono un po’ altalenanti: Mr. Jingles inizialmente si unirà a Ramirez nel compiere diversi efferati omicidi, per poi allontanarsi da lui. Satana, dopo avergli donato nuova vita, scoprirà cosa sta succedendo e non solo non la prenderà bene, ma cercherà di vendicarsi con qualsiasi espediente della moglie e del figlio di Mr. Jingles. Questo però non significa che non siano pregni di suspance e carichi di colpi di scena. La season finale, d’altro canto è su un altro livello: Murphy, come sempre, riesce a fornirci un episodio degno di tal nome, dove un cresciuto Bobby (figlio di Jingles) approderà a un ormai abbandonato Camp Redwood in cerca della verità su suo padre. Qui troverà tutti i nostri eroi intenti a proteggerlo da Richard, intento a uccidere per avere la sua definitiva vendetta. In un turbinio di emozioni, che lasceranno qualche lacrimuccia, anche questa stagione giunge al termine. Chissà cosa ci riserverà la 10ª? Solo aspettando potremmo saperlo.

Giunti alla fine vi chiedo: pareri? Vi è piaciuta oppure avete trovato noiosa questa season? Noi ci vediamo sabato con un nuovissimo articolo. Un saluto, Shadow!