True story e le sfaccettature della verità
Quante sfaccettature può avere la verità?
Michael Finkel è un giovane di talento, un reporter del New York Times il cui nome sembra essere destinato a essere ricordato, ma a un certo punto accade qualcosa che stravolge tutti i piani: accusato di aver scritto un articolo senza verificarne le fonti, viene costretto alla smentita e si trova senza lavoro con un’onta sulla sua reputazione, ormai difficile da togliere. Insomma, il suo sogno di avere il premio Pulitzer è ben lontano dal realizzarsi.
Mentre cerca lavoro, viene chiamato da uno dei suoi ex colleghi che lo avvisano che uno dei più latitanti criminali, Christian Longo, mentre veniva catturato ha deciso di presentarsi proprio come Michael Finkel, un reporter del New York Times. La curiosità si impadronisce del giornalista che coglie il segno come un presagio di riscatto. Longo vuole raccontare la verità solamente a Finkel, se e solo se in cambio lui gli insegnerà a scrivere.
Ma la verità non è per nulla come appare.
Longo è accusato di aver ucciso la sua famiglia, ma lui continua a negare. Quale sfaccettature può avere la verità?
Commento
True Story è un film in programmazione su Netflix e si basa su fatti realmente accaduti, da cui è stato tratto anche un libro: il libro che scriverà Finkel sulla storia di Longo.
Il film è costruito a piccoli passi, con pochi picchi di intensione che però sanno intrattenere lo spettatore. Dopo il primo hype iniziale, però, il film cala e la sensazione che si sarebbe potuto creare tanto senza così tanti stravogimenti appare chiara e lampante.
Il risultato? Un prodotto che appagherà gli appassionati di crime storyche attingono al vero, seppure con alcuni aspetti adattati alle esigenze del mercato. Ma chi si aspetta un climax fulminante non ne rimarrà totalmente soddisfatto: d’altronde, la sceneggiatura è volta a romanzare i fatti.
I protagonisti sono James Franco, Felicity Jones, Ethan Suplee, e Jonah Hill, con la regia di Rupert Goold e Brad Pitt alla produzione.
True Story è interessante anche dal punto di vista tecnico: Rupert Goold è un esordiente alla regia che ha saputo offrire un buon prodotto. Allo stesso modo è possibile commentare l’interpretazione di James Franco nei panni di Longo: angosciante, lacerante e interessante. Johan Hill ne rimane spaesato e tentenna esattamente come Michael Finkel.
Consigliato per le serate sul divano a caccia di suspance e per chi ama le crime stories.
-Poison ξl