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Piccole donne: un film fresco e inaspettato




Piccole Donne è un romanzo di Louisa May Alcott del 1868 diventato famoso in tutto il mondo. Le sorelle March hanno conquistato tutti con le loro “gioie casalinghe” e la vita semplice. 
Fino a non molto tempo fa il primo romanzo era uno dei classici su cui si era fondata un’educazione morale e sentimentale in grado di ispirare diverse generazioni, soprattutto femminili, nel nostro Paese. C’era chi si immedesimava nel personaggio di Beth – schiva e amante della musica –, chi preferiva Amy – creativa e un po’ infantile –, o chi volgeva lo sguardo verso Meg – amante del teatro e con il sogno di avere una vita un po’ più agiata – e poi c’era Jo, l’amante della libertà e della scrittura, alterego di Louisa May Alcott.



La storia comincia “alla fine”: le ragazze sono adulte e stanno cercando la loro strada. Amy è a Parigi con Zia March, un’anziana signora burbera che ha deciso di godersi la sua fortuna da sola, e sta studiando pittura, Meg si è sposata e ha avuto dei bambini, scegliendo l’amore alle sue aspirazioni, Beth è malata e non può più suonare il suo piano, Jo si è trasferita a New York e sopravvive facendo l’insegnante.   Il tutto si scopre piano piano, gradatamente, con sbalzi tra presente e passato che delineano personaggi e situazioni. Come il rapporto tra Jo e Laurie, amore/amicizia a niente, a famiglia.

 



L’approccio che utilizza la regista è prettamente contemporaneo, perché a metà film diventa un intreccio nell’intreccio, dove passato e presente si rincorrono e senza l’uno non si può definire l’altro. Allo stesso tempo però, sebbene delinei dei passaggi logici della trama e nel contempo emotivi, ma i quadri colpiscono più della composizione generale. La Josephine March della Gerwig è affascinata dalla lotta femminile per l’indipendenza e vuole cercare un posto per se stessa in una società maschilista e patriarcale.

Per sottolineare anche il fatto che i personaggi non sono connotati in base al sesso di appartenenza e per questo per Laurie, il ragazzo che gravita fin dall’inizio nella vita delle ragazze – tanto da sposarne una –, sceglie un attore dalla bellezza efebica: Timothée Chalamet, molto diverso dal Laurie del libro, ma convincente. 

Per quanto riguarda gli attori, Saoirse Ronan convince con l’interpretazione della sua Jo, Meryl Streep conquista con la sua Zia March pungente e sarcastica, Emma Watson non troppo adatta al ruolo di Meg, ma sicuro Florence Pugh perfetta per essere Amy March.

 



Greta Gerwig è riuscita in qualcosa di molto particolare, portano un remake fresco, tagliente, divertente, inaspettato e contemporaneo. Un film ambizioso che mescola le storie dei libri della Alcott a episodi della vita dell’autrice.

-Poison ξl

Poison El

[Proofreader e Editor. Digital Content Creator. Blogger. Artist. Traveller. Aspirant Writer.]

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