Watchmen. è una serie tratta dai fumetti di Alan Moore ha diviso il pubblico ancor prima del suo rilascio ufficiale. Considerata intoccabile dalla maggior parte dei Nerd, sarà riuscita a metter d’accordo tutti?
La serie è prodotta dalla HBO, che durante il 2019 ha già visto dar luce a Chernobyl e all’ottava e ultima stagione di Game of Thrones. HBO’s Watchmen, chiamata così per evitare fraintendimenti con il fumetto, è un sequel ambientato nel 2019. Unica differenza? Non quello che conosciamo, ma alternativo, generato dagli eventi del Watchmen cartaceo. La guerra nucleare con l’URSS è stata fermata e l’America di Nixon ha ceduto il posto a un impero liberale sotto la presidenza di Robert Redford, creando squilibri derivanti da politiche sociali controverse.
La storia si concentra sul nuovo scontro creatosi fra la polizia (per tutelare la propria identità e famiglia indossa maschere) e la Settima Cavalleria (gruppo di terroristi supremisti bianchi) che indossano la maschera di Rorschach, loro leader spiritale di riferimento. Il tutto si svolge a Tulsa, Ohklaoma, anziché la classica Manhattan. Le tensioni fra i due gruppi iniziano nell’esatto momento in cui il capo della Polizia Judd Crowford viene assassinato: la detective Angela Abar (Regina King), sotto le spoglie di Sister Night, porterà alla luce una delle più grandi e articolate cospirazioni, dalla quale dipendono le sorti del mondo.
Durante i nove episodi che compongono Watchmen (autoconclusiva) scopriamo il mondo parallelo causato dall’attacco terroristico inscenato da Andrian “Ozymandias” Veidt. L’America del 2019 immaginata da Lindelof mostra una società deviata verso lo spettro politico opposto al reaganismo. Le armi sono praticamente bandite ovunque (persino la polizia ne ha un limitato e ristretto numero), il politicamente corretto è insito e forzato nella società, tanto da aver creato nuovi e violenti scontri razziali; inoltre in assenza di Internet le bufale sono all’ordine del giorno.
Se il Watchmen originale era incentrato sul ruolo di vigilanti messi al bando dal governo perché considerati mine vaganti, l’HBO’s Watchmen affronta il tema della maschera in modo più sottile e controverso: dopo un determinato evento nella storia, la stessa polizia è costretta a coprirsi il volto e a crearsi degli alias per legge per continuare a servire la propria nazione contro dei terroristi che a loro volta si nascondono dietro maschere che emulano un defunto e controverso eroe. Sicuramente interessante è la graduale introduzione dei personaggi classici di Watchmen nella nuova continuity, riletti e aggiornati per l’occasione: la migliore è Laurie “Spettro di Seta II” Juspeczyk (Jean Smart) che passa da personaggio piatto e poco interessante a feroce cacciatore di vigilanti mascherati al soldo del FBI, riflettendo alcuni aspetti del carattere sadico e nichilista del defunto padre.
È interpretato da Jeremy Irons e appare per accontentare tutta quella fetta di fan che sono rimasti attaccati al fumetto. Questo intrigante personaggio appare sin dalla prima puntata, ma questa storyline solitaria non si connette mai agli eventi presentati, se non nel finale. Quello che ci viene regalato è un interessante studio in solitario sulla psiche, la follia lucida e la nostalgia di un relitto di un’epoca passata. Egli è rimasto bloccato in tutto per tutto al suo momento di gloria, fallito, nel 1985.
Siamo giunti alla conclusione anche questa volta. Voi cosa ne pensate? L’avete già vista oppure l’avete inserita nei must watch per questo 2020? Con questo vi saluto, un abbraccio, Shadow!
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