The Witcher è la trasposizione seriale dei romanzi dello scrittore polacco Andrzej Saprowski, noti già per aver ispirato la saga firmata CD Project Red, il cui terzo capitolo, The Witcher 3: Wild Hunt è universalmente considerato uno dei videogiochi migliori di questa generazione.
La serie ha diviso il pubblico: come si suol dire “o la ami, o la odi”. Da un lato, il pubblico ha notevolmente apprezzato la trasposizione, dall’altro l’ha nettamente bocciata.
The Witcher presenta un’ambientazione fantasy medievale e racconta le avventure di un umano mutato con la magia e attraverso esperimenti, per diventare un cacciatore di mostri potente, longevo ma anche sterile e anaffettivo: un witcher, Geralt di Rivia, che nella serie è interpretato da Henry Cavill.
Geralt di Rivia è un personaggio particolare che cattura immediatamente l’attenzione dello spettatore. Henry Cavill è un interprete valido ed è evidente quanto impegno ci abbia messo per portarsi a casa il personaggio: è un Geralt perfetto, di cui andare fiero.
Si è persino dimezzato il cachet pur di accaparrarsi questo ruolo!
Il suo ruolo era quello di una persona che ha avuto la sua rivalsa, ma non appena capisce quanto le sia costato, desidera tornare indietro. Certo, che sia bellissima è innegabile, ma come è innegabile che come attrice, forse, non sia stata la migliore scelta per Yennefer.
Se Anya non era perfetta per Yennefer, Freya Allan lo era per Cirilla. Il suo personaggio è figlio della principessa di Cintra, Pavetta, e dell’imperatore nilfgaardiano, Emhyr var Emreis.
Discende dell’elfa Lara Dorren ed è quindi portatrice del Sangue Antico. Grazie a tale eredità può viaggiare attraverso il tempo e lo spazio. Fisicamente, invece, è descritta come una ragazza dai capelli biondi cenere, gli occhi verdi e magra, ma atletica. A un carattere testardo e impavido, tuttavia ha un animo nobile come il suo mentore Geralt di Rivia.
La sua interpretazione rispecchia molto il personaggio ideato dallo scrittore. Lo stesso spettatore non vede l’ora che arrivi quel momento, quello in cui lei e Geralt si ritroveranno.
Fino ad allora però, tre linee temporali si intrecciano: Yennefer, Geralt e la Principessa Cirilla. Tutto all’inizio non è molto chiaro, ma piano piano che la storia si snoda, che i personaggi si svelato, tutto acquisisce senso e lascia quei lati oscuri all’interno della narrazione che solo una seconda stagione – confermata – può sciogliere.
Jaskier, alias Ranuncolo in italiano, il bardo, aiuta la narrazione a scorrere molto più velocemente. Affezionato veramente a Geralt – e viceversa – la loro amicizia cresce con il passare degli episodi e, si spera, continuerà a crescere anche nelle prossime stagioni.
Sul fatto che The Witcher abbia dei difetti non c’è molto da discutere. C’è sicuramente un budget elevato e si aggira intorno ai 10 milioni di dollari per episodio, fin dalla prima puntata ci sono ambientazioni e scene di The Witcher che suonano un po’ povera, in cui certi scorci medievali particolarmente evocativi finiscono accanto a passeggiate in montagna girate un po’… con poca cura.
Il ritmo non è incalzante, ma conferisce un certo peso ai lunghi episodi. La storia è complicata, ma la narrazione viene gestita abbastanza bene, in quanto divisa in più piani temporali, ma senza alcuna guida per orientarsi.
In tutto questo mi sento di dire che non vi è alcun bisogno di paragonare e non vi è alcun tentativo di sostituire Game of Thrones con The Witcher. Sono entrambi prodotti validi – a parte le ultime due stagioni di GOT s’intende – ed entrambi contribuiranno, e continueranno a contribuire, alla serialità televisiva di questa generazione.
Un arco si è chiuso con Game of Thrones, ma è ora che se ne apra un altro… con The Witcher.
-Poison ξl
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