Avete mi pensato che l’assassinio di una delle più grandi celebrità della moda potesse venire rappresentato niente meno che da Ryan Murphy? E chi meglio di lui avrebbe potuto fare un ottimo lavoro? Bene, partiamo quindi per un viaggio senza tempo!
“Le storie dietro l’assassinio nella sua Villa a Miami Beach, nell’estate 1997, del leggendario stilista italiano Gianni Versace, perpetrato dal famoso serial killer Andrew Cunanan. Egli era un tossicodipendente dedito alla prostituzione omosessuale, trovato morto solo pochi giorni dopo. Sotto shock per la perdita del fratello, Donatella deve affrontare la responsabilità di raccogliere e preservare l’eredità di Gianni.”
Difficile comunque capire che questa stagione tratti del famoso stilista, se non fosse contenuto nel titolo sarebbe poco chiaro allo spettatore: difatti, il grande stilista compare solamente in un episodio. Possiamo considerarlo come il punto più alto della climax criminale di Andrew Cunanan, vero focus della stagione.
Questa seconda stagione è del tutto incentrata su di lui. Andrew Cunanan ha sempre avuto il timore di essere scoperto, ma ma nonostante questo continua a punire le altre persone. L’ambizione, il successo e la vigliaccheria sono solo alcune delle caratteristiche che vuole esporre al mondo mostrando al pubblico la codardia della gente. Il padre, broker filippino, incarna il sogno americano che ben presto divine un incubo. Tenterà con tutto sé stesso di negare la natura del figlio, senza riuscire ad ammettere che ha giocato un ruolo fondamentale nella sua trasformazione in un mostro. L’unica persona che pare abbia capito l’intera situazione è stata Mary Anne Cunanan (Joanna Adler) che, dopo aver provato a lavare il corpo del figlio da una colpa che non è tale, la donna non può fare altro che accettare l’inevitabile decadere degli eventi. Il figlio viene messo al centro di una spirale a cui lui risponde con la vanità che contraddistingue un serial killer.
Donatella Versace, a detta sua, trova la storia piena di inesattezze, partendo dal rapporto tra Gianni che ha con la sua malattia e quello che viene fatto vedere al pubblico. Menzione d’onore viene data agli interpreti. In lingua originale, si sente l’enorme lavoro che Edgar Ramirez (Gianni Versace), Penolope Cruz (Donatella Versace) e Ricky Martin (Antonio d’Amico) hanno fatto con l’accento. Hanno inserito nel loro parlato incertezze e sporcature che hanno reso decisamente più credibile i personaggi da loro interpretati. Questo poiché venendo dall’Italia devono presentare tutta una serie di sfaccettature che sono presenti nella nostra dialettica.
E voi avete visto questa serie? Cosa ne pensate? Gli attori hanno reso giustizia alla storia, o secondo voi vi sono state diverse incongruenze? Fatecelo sapere! Un saluto, Shadow!
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