Il ritorno del maestro di danza di Mankell – recensione

Danslärarens återkomst  (in italiano Il ritorno del maestro di danza) è un romanzo del 2000 dello scrittore poliziesco svedese Henning Mankell.

Il thriller de Il ritorno del maestro di danza 

Stefan Lindman, un giovane e nuovo ispettore, prende il posto di Kurt Wallander nei romanzi di Mankell, lo storico e amato compagno di mille indagini vissute finora (nello specifico undici meravigliosi libri).

È difficile inizialmente abituarsi della sua presenza, consapevoli della grandezza del suo predecessore. Ma il lettore ben presto scopre in lui un giovane uomo spaventato dalla sua condizione: Lindman ha un cancro alla lingua. Gli viene pertanto concesso un periodo di congedo per malattia prima dell’inizio delle cure, ma allo stesso momento apprende che il suo ex-collega Herbert Molin, ex poliziotto ora in pensione e ritiratosi in un casolare sperduto nei boschi nella regiona dell’Härjedalen, è stato ucciso barbaramente.

Lindman decide di recarsi sul luogo del delitto, che apparentemente non ha movente. La polizia che esamina la scena del crimine, trova un curioso particolare: delle gocce di sangue che, sembra, tracciano i passi del tango. Sarà Lindman a occuparsi estenuamente del caso, anche se il luogo dove è avvenuto non è nella sua giurisdizione, per scoprire ben presto l’oscuro e inquietante passato nazista del’ex collega Molin. Esiste un legame tra la sua orribile morte e le sue convinzioni politiche? Ed esiste altresì un legame tra il movimento Nazista Germanico e il Neo-Nazismo Svedese moderno?

L’autore, Mankell

L’autore Henning Mankell (1948-2015), è uno dei migliori scrittori scandinavi del genere poliziesco e thriller, oltre che regista e drammaturgo.

L’autore offre al lettore una trama semplice e fredda, essenziale e fluida, come il nord della Svezia dove è ambientata, ma mai banale e mai distaccata. Al lettore non manca la suspance e un finale intrigante e soddisfacente.

-Saeturnus