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Kiki consegne a domicilio, magia o realtà?

Oggi parliamo di Kiki consegne a domicilio ( 魔女のの, Majo no Takkyūbin), un film d’animazione fantasy giapponese prodotto, scritto e diretto dai Hayao Miyazaki. La pellicola, rilasciata in Giappone il 29 Giugno del 1989 arriva in Italia solo nel 2002, come il romanzo a cui si ispira, cioè l’omonimo libro di Eiko Kadono del 1985, pubblicato da Kappa Edizioni.

Il titolo del romanzo deriva dal termine giapponese takkyūbin (宅急便lett. “servizio postale espresso”) che è un marchio registrato di Yamato Un’yu Kabushiki Kaisha (ヤマト運輸株式会社), una società giapponese specializzata in trasporti che non solo ha approvato l’uso del marchio, ma ha anche patrocinato la versione cinematografica. Il logo dell’azienda è da sempre la rappresentazione stilizzata di una gatta nera che trasporta con cura il suo gattino, abbinandosi così perfettamente a Jiji, il gattino della protagonista.

TRAMA

Tutto inizia in una casa circondata dal verde dove Kiki vive con la madre “strega erborista” che cura la sua serra e il padre “scienziato erborista”. Seguendo la tradizione della comunità magica, all’età di tredici anni parte in una notte di luna piena per iniziare il suo addestramento; così esce dalla casa della sua infanzia col suo gatto nero parlante di nome Jiji a cavallo di una scopa.

La famiglia di Kiki, Kokiri e Okino

Osono, giovane donna che gestisce la panetteria

E’ una ricerca del “luogo del cuore” che la porta alla città portuale di Koriko che la affascina con il riflesso delle sue luci sull’acqua. Mentre cerca una casa viene inseguita da Tombo Kopoli, un ragazzo ossessionato dall’aviazione e colpito dalla sua abilità di volo, che diventerà il suo primo amico in città. Nella ricerca di un posto dove dormire, Kiki si trova ad aiutare Osono, la gentile e palesemente incinta proprietaria di una panetteria, con cui andrà a vivere e che diventerà per la nostra protagonista una figura quasi materna.

Inizia così un’attività di consegna a domicilio “stregata”, recapitando merci sul suo manico di scopa. Le consegne sono l’occasione narrativa per mettere alla prova Kiki.

La prima per esempio va male. La streghetta viene catturata dal vento e perde il giocattolo del gatto nero che dovrebbe consegnare; Jiji è quindi costretto a fingersi il giocattolo per dare il tempo a Kiki di recuperarlo. L’oggetto è nella casa di una giovane pittrice, Ursula, che lo ripara e glielo restituisce in modo che possa completare la consegna e salvare Jiji.

Ursula, giovane pittrice, che diventa una grande amica di Kiki

Mentre la vita di Kiki scorre frenetica, fra una consegna e l’altra, Tombo la invita a una festa. Kiki accetta, ma a causa della fatica accentuata dai continui contrattempi sul lavoro, sfinita si ammala.

Non può così rispettare l’impegno preso, ciò irrita moltissimo il ragazzo che già si sentiva messo da parte. E’ Osono a rimediare, organizzandole, quando Kiki si riprende, un “falsa” consegna per Tombo. Pace fatta; il giovane aviatore la porta a fare un giro di prova sulla macchina volante su cui sta lavorando.

Inizia qui la svolta drammatica degli eventi.

Gli “amici” di Tombo lo deridono per la sua fissazione per l’aviazione, causandone una fuga disperata. Kiki torna a casa sconsolata; il suo stato d’animo la porta a non riuscire più a capire Jiji e a non riuscire più a volare costringendola anche a sospendere l’attività di consegna.

È Ursula a consolare la ragazza e a farle capire che la sua crisi non è altro che una forma di blocco dell’artista. La pittrice crede che ritrovando uno scopo e forte motivazione la nostra streghetta riguadagnerà i suoi poteri. Infatti, quando Kiki vede sullo schermo di una tv che Tombo, a causa di un incidente, si trova in pericolo, appeso a una delle linee di ormeggio di una nave volante alla deriva, improvvisamente riacquista il suo potere di volo e riesce a salvarlo. Riacquista la sua fiducia, riesce anche a capire nuovamente Jiji e riprende il suo servizio di consegna volante”. Il film si conclude con Kiki che scrive una lettera a casa dicendo che lei e Jiji sono felici.

PERSONAGGI

Kiki: Gatto nero, vestito nero… sono tutta nera in nero. Kokiri: Kiki, non dovresti badare così tanto all’aspetto esteriore. Quel che è importante è l’animo. Kiki: Sì, lo so. Per quel che riguarda l’animo non devi preoccuparti. Peccato soltanto che non te lo possa mostrare.

Kiki è una tredicenne carina, molto amichevole, dolce e ottimista, tuttavia è piuttosto testarda e orgogliosa, il che a volte va a suo svantaggio. È molto legata al suo gatto nero, Jiji, che presenta come suo migliore amico.

Kiki non è così popolare al suo arrivo in quanto viene vista come fenomeno da baraccone, ma gradualmente fa nuove amicizie e diventa l’eroina della città.

Ha i capelli corti, color talpa, che adorna con un grande fiocco color amaranto. Gira per la città con un abito nero a mezze maniche, che a volte sembra viola a volte indaco. Mentre

prima di partire indossa un vestitino verde brillante a maniche corte con un grembiule rosa brillante.

All’inizio del film Kiki non è soddisfatta del suo aspetto, ma, alla fine, impara ad amare se stessa grazie alle parole di sua madre.

Jiji è un gatto nero con grandi occhi bianchi e fosche pupille, l’interno delle orecchie è viola iris e non rosa come nella normale rappresentazione della sua specie.

Nella versione americana/italiana, Jiji è un gatto loquace, sarcastico e orgoglioso. Nella versione giapponese invece è gentile e carino, ha un atteggiamento umile ed è sempre pronto ad aiutare Kiki.

Tombo è un ragazzo magro di 13 anni fanatico dell’aviazione. Ha i capelli castano chiari e gli occhi castani. All’inizio, Kiki lo considera “un pagliaccio” e un secchione e si comporta in modo molto distaccato nei suoi confronti, ma col tempo diventeranno buoni amici.

Come siamo abituati in tutte le avventure dello studio Ghibli anche i personaggi secondari sono molto dettagliati e curati, sia per estetica sia per caratterizzazione. Ci troviamo immersi in un paese vivo, pieno di persone con le loro abitudini e i loro atteggiamenti, che ci faranno innamorare.

AMBIENTAZIONE

La nostra storia è ambientata a Koriko, piccolo agglomerato urbano circondato dall’oceano. Rispetto ad altri film dello Studio è meno legato a certe dinamiche prettamente orientali e ha uno sguardo complice verso l’occidente, iniziando dall’ambientazione che si ispira prevalentemente all’Europa. Il romanzo alla base è ambientato in un’immaginaria città del nord Europa. Si sono ispirati dal centro storico di Stoccolma, vedi la piazza con la torre dell’orologio, ma c’è anche un connubio di diverse città europee, tra cui Lisbona e Napoli. Lo studio per le ambientazioni si è stato fatto infatti a Visby, cittadina dell’isola di Angolando in Svezia.

A Yufuin troviamo una panetteria ispirata a quella dove lavora la giovane strega Kiki, la località giapponese è famosa per la presenza di sorgenti termali, qui si possiamo visitare numerosi negozi ispirati a cartoni animati. Il negozio è un vero forno e si chiama Kiki’s Bakery : sulla sua insegna si può vedere una scopa come quella cavalcata da Kiki e appesa fuori dalla porta c’è una gabbietta che contiene un pupazzo del gatto magico Jiji.

TEMI

Primo tra tutti: tema della lotta per l’indipendenza e la crescita, la ragazzina infatti deve abbandonare la sua zona comfort per maturare e mettersi alla prova. Ciò rievoca i viaggi di formazione e crescita dell’antica Grecia, ma anche un’esperienza personale di Miyazaki che, per diventare un disegnatore, dovette andare ad abitare a Tokyo (o come me che mi sono trasferita a Milano per l’università).

Kiki dovrà affrontare problemi ed imprevisti quotidiani, così come la solitudine e la difficoltà di inserirsi in un contesto nuovo: in una città sconosciuta, senza ne casa e ne lavoro. Capirà quindi che rimboccandosi le maniche, con tanta fatica e sudore potrà conquista la propria autonomia e trovare la propria identità.

Le adolescenti di Miyazaki sono tutte grandi lavoratrici, come Fio di Porco Rosso, Chihiro nel film La città incantata, ma tutte hanno uno scopo ben preciso come seguire il proprio amato o salvare i propri genitori. Con Kiki invece vuole raccontare, la volontà spontanea di realizzarsi.

L’amicizia sincera e forte è un altro tema fondamentale, così come la premura per le anziane del paese tristemente snobbate dalle nipoti.

L’ossessione del volo è una costante poetica in tutta la produzione miyazakiana, rappresenta un respiro di libertà, contornato da nuvole e paesaggi bellissimi.

Tema fondamentale di Miyazaki è l’amore e neanche in questa pellicola manca, lo racconta come un legame tra esseri per natura diversi che, proprio a causa delle loro differenze, si avvicinano per soccorrersi e superare assieme le difficoltà, con coraggio e bontà.

PRODUZIONE

studi sull’estera, l’outfit e le movenze di Kiki

E’ uscito nel 1989, solo un anno dopo il grande successo di Il mio vicino Totoro e di La tomba della ucciole, ma guardandolo ancora oggi è subito chiaro che questo film non è invecchiato per niente.

Merito del reparto tecnico o dell’ossessivo perfezionismo del Maestro? L’animazione tradizionale è fatta a livelli così alti, che non si possono trovare difetti, ogni minima cosa è studiata, ogni minimo dettaglio. I toni pastello e l’uso dell’acquarello rendono l’atmosfera poetica e fuori dal tempo e fanno entrare lo spettatore in un altra dimensione di pura magia.

Raven

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