Élite 3: Un Mondo di Ingiustizie

Élite 3: Un Mondo di Ingiustizie

Aprile 1, 2020 1 Di Shadow

Un nuovo e macabro delitto si è consumato a Las Encinas. Chi sarà la vittima, chi il carnefice? Pronti per la recensione di Élite 3? Da poco approdata su Netflix, sarete in grado di guardarla in binge watching?Gustatevela, perché si sa: le recensioni sono piatti che vanno serviti freddi.

Trama

Ripartiamo esattamente dove ci eravamo lasciati: Polo, clamorosamente, torna a scuola. Da questo momento diverrà il vero e proprio antagonista, unendo i ragazzi, accumunati dall’odio che provano. Qui andiamo a riprendere il concetto di giustizia sopracitato: la forte influenza politica ed economica, nonché mediatica delle due madri, han permesso di renderlo intoccabile. Pur essendo consapevoli del reato da lui commesso, gli studenti non possono fare altro che alzare le mani e ritrovarlo nei corridoi o in classe. Quei corridoi che Marina non potrà più percorrere, essendole stata strappata dalle mani la vita. Imprecheranno contro un sistema corrotto e incapace di adempiere ai propri doveri come in realtà dovrebbe. Chi ne esce veramente distrutto sono Guzman e Samuel. Il primo è il fratello maggiore della ragazza, mentre il secondo ne era follemente innamorato. Non solo: desidera con tutto sé stesso scagionare suo fratello Nano, ingiustamente incolpato per l’omicidio della giovane. 

Giustizia e dolore

Nel corso della serie il tema della giustizia viene ripreso più e più volte. Controverso e astratto, viene estremizzato nei suoi aspetti sia negativi, sia positivi. In molti casi porta a una cosa sola: dolore. Questo colpisce coloro che ne entrano a diretto contatto, spesso portandoli a compiere azioni sconsiderate e pericolose. Per quanto uno provi a mascherarlo, esso troverà il modo di uscire e concretizzarsi, spingendoti al limite. 

Un po’ telenovelas

Si sa che Élite ha un’anima da telenovelas, e nulla come drammi, amori infedeli e macchinazioni politico sociali riescono a essere decisivi in un simile contesto. Fresca fra seguire, la serie è riuscita a rimanere interessante, nonostante i comprovati alti e bassi in termini qualitativi. Le prime due stagioni sono risultate estremamente differenti l’una dall’altra. Ambedue hanno generato una struttura lineare e ben delineata che si è andata a chiudere in questa terza season. Dunque è la somma delle due precedenti, una sorta di resa dei conti, pronta a chiudere un ciclo, spalancando le porte a un altro.

Trame e sotto-trame 

Incontriamo lungo il corso degli otto episodio diverse storie, più o meno importanti, che si intrecciano in un districato labirinto. Questo può fuorviare: ognuna ha uno scopo ben preciso, atto a rendere la narrazione piacevole e scorrevole. Si spazia dalla cultura religiosa all’infedeltà, passando per le problematiche economiche, toccando le difficoltà nelle scelte durante l’adolescenza. Nulla di nuovo. La 3×01 riprende in maniera quasi pedissequa quanto accaduto nella 1×01: a Las Encinas si è consumato un nuovo ed efferato delitto. Le dinamiche non sono del tutto chiare: sarà realmente così?

Nuovi personaggi…

Seppur godibile, piena di colpi di scena, questo capitolo di Élite non ha presentato novità interessanti per quanto riguarda le new entry del cast. Yerai (Sergio Momo) e Malick (Leïti Sène) sono stati gettati nella mischia senza presentarli con un vero e proprio background. Finiscono presto nel dimenticatoio degli spettatori, senza sentirne troppo la mancanza. 

… e vecchie conoscenze

Passando alle note veramente positive, lo sviluppo dei personaggi storici è fenomenale. Lucrecia ha il turnover migliore: inaspettatamente si lega a Nadia, colei che le ha strappato Guzman dalle braccia. Si presenta sempre meno come reginetta senza corona, pronta ora ad aiutare il prossimo, più responsabile e più seria. Questo risulta fondamentale per l’avvicinamento fra le due. Discorso simile si può fare per Omar e Andar; in particolare quest’ultimo è costretto a combattere contro un male incurabile: difatti gli è stato diagnosticato il cancro. Il modo in cui affronta la malattia può risultarci scontato, con un mix di reazioni al limite che non gli si addicono. Ma che comunque sono intuibili data la delicatezza della situazione che sta vivendo. Con una scelta simile, Élite mette in mostra il lato umano legato alla paura e alla fragilità, che non sempre conducono a scelte giuste. Da ultimo sia Rebeca che Valerio vi daranno soddisfazioni. 

Direzione generale

Nel complesso Èlite continua a funzionare sia per formula che per contenuti. Il ricalco pedissequo la struttura dalla prima stagione, però, smorza un po’ i toni, andando a far capire allo spettatore cosa aspettarsi. Sin da subito si capisce che la natura dell’omicidio di Polo risulta più scontata e motivabile rispetto a quello di Marina, decisamente inaspettato. Il ragazzo ormai è succube di tutti coloro che conosce. Se un tempo lo era di Carla, ora lo è di Cayetana, delle madri e di Valerio. Poco prima della sua scomparsa assistiamo a crescita personale: ecco quindi come viene stravolto, ponendolo nella stessa situazione in cui Marina si è ritrovata. Il parallelismo è evidente: tutti la odiavano, nessuno la voleva più tra i piedi. Inquietantemente identico. Guzman guardandolo mentre si spegne lentamente pronuncia poche parole, ma ben studiate. Il tutto è accompagnato da una regia che trasmette perfettamente quanto la situazione sia surreale. 

Conclusioni

È così che si conclude il primo ciclo di una delle serie più amate del momento. Lascia un po’ l’amaro in bocca il sapere che avrebbero potuto fare qualcosa in più per bissare il successo della precedente. Sono andati a colpo sicuro, cercando di non rovinare il prodotto come in molti altri casi è accaduto. A voi è piaciuta? Cosa ne pensate di questa terza stagione di Élite? Che modifiche avreste apportato? Fatecelo sapere, per noi è importantissimo! Un saluto e alla prossima, Shadow!

Bonus: vi lascio con una cosa che ha sconvolto i più, ancora non lo sapeste. Il vero nome di Polo è …