Recensione: La catena d’oro di Cassandra Clare
Lo scorso 3 marzo, in contemporanea con l’uscita americana, è arrivato anche nelle nostre librerie La catena d’oro, il primo volume della nuova trilogia dedicata agli Shadowhunters, The last hours di Cassandra Clare. In Italia è edita da Mondadori, così come il resto dei romanzi dell’autrice.
Prima di proseguire, prima di parlarvi del libro, prima di dirvi se mi è piaciuto o meno, è d’obbligo fare una precisazione: sono una dei più grandi fan degli Shadowhunters presenti su questa terra. Ho letto Città di ossa, il romanzo che ha dato inizio alla saga, nel lontano 2008, quando avevo appena compiuto quattordici anni. E oggi che vado per i ventisei aspetto ancora i libri firmati da Cassandra Clare come un bambino aspetta Babbo Natale. Credo di aver reso l’idea. Sono cresciuta con gli Shadowhunters e ho la sensazione che inizierò a invecchiare con loro.
Trama
La catena d’oro narra le vicende dei figli di tutti quei personaggi che io e molti altri abbiamo imparato ad amare quando abbiamo letto la saga The infernal devices. In Italia è conosciuta come Le origini. Esatto, proprio così, nella Catena d’oro troverete gli eredi di Tessa, Will, Cecily, Charlotte, Henry, e imparerete a conoscere la versione adulta degli Shadowhunters protagonisti delle Origini.
Quando Cordelia Carstairs arriva a Londra in compagnia della madre Sona e del fratello Alastair, dopo che il padre è stato accusato di un terribile crimine, è più che decisa a ribaltare le sorti della sua famiglia e del genitore in pericolo. Sua madre vorrebbe che lei trovasse un buon marito e si sistemasse, così da saperla al sicuro, ma Cordelia è molto più ambiziosa. A Londra, la ragazza incontra di nuovo James Herondale, di cui è segretamente innamorata da anni, e Lucie Herondale, sua futura parabatai. Grazie ai suoi nuovi amici viene immediatamente trascinata in un mondo incredibilmente attraente, fatto di sale da ballo, caccia ai demoni e luoghi magici pieni di creature fantastiche.
La nuova vita di Cordelia, e così anche quella di James, di Lucie e dei loro amici, viene sconvolta quando Londra inizia a essere vittima di inquietanti attacchi demoniaci. Questa volta, però, si tratta di qualcosa che gli Shadowhunters non hanno mai visto prima, e con cui presto dovranno fare i conti. L’intera città viene messa in quarantena, e toccherà proprio a Cordelia e ai suoi amici scoprire cosa sta sconvolgendo la loro amata Londra. Per farlo, Lucie e James dovranno scendere a patti con la consapevolezza di essere dotati di poteri incredibili, frutto di un’eredità che faticano ancora ad accettare.
Considerazioni
Ero davvero elettrizzata per l’uscita di questo libro, lo aspettavo da anni. E, forse, sono costretta ad ammetterlo, avevo delle aspettative eccessivamente alte. Come molti altri che amano tenersi informati sul mondo degli Shadowhunters, avevo ormai imparato a conoscere i personaggi principali di questa nuova saga. Non stavo nella pelle all’idea di vederli finalmente in azione. Eppure, sono stati proprio loro i primi a deludermi. Per gran parte del libro, ho avuto l’impressione che non stessero dando il loro massimo, che mancasse qualcosa, quel dettaglio necessario per tenermi incollata alle pagine e fare davvero il tifo per loro.
Il romanzo segue da vicino le vicende di James Herondale, primogenito di Tessa e Will, di sua sorella Lucie e di Cordelia Carstairs, cugina del celebre Jem Carstairs. Queste sono le voci principali che ci accompagnano nel corso della storia, con i loro diversissimi punti di vista. E, attorno ai tre giovani Shadowhunters, gravitano gli amici, gli affetti, i conoscenti, i nemici, e tutto un mondo da scoprire, che si nasconde dietro le vesti della Londra edoardiana.
(Nelle immagini, da sinistra: James Herondale, Lucie Herondale e Cordelia Carstairs. Illustrazioni di Charlie Bowater.)
Il parere di Dubhe
Ecco, ora arriva il punto dolente. La trama non è chiara fin da subito. A differenza dei romanzi precedenti, dove era inevitabile essere attirati tra le spire della storia, senza poterne sfuggire, qui questo lato langue. Almeno per le prime duecento-duecentocinquanta pagine. Ovvero, circa metà del libro. È come se fosse confuso, come se le voci che la Clare sceglie di mettere in campo, questa volta, fossero troppe, e non bene amalgamate.
Il libro si riprende più o meno a metà, quando si inizia a capire qualcosa di più sulla storia e quando, finalmente, i personaggi cominciano a diventare interessanti. Di certo, parte del merito è dovuto a una serie di misteri e di fatti appena accennati che fanno desiderare al lettore di proseguire e leggere. Perché ha bisogno di sapere, sapere e sapere. Ma questo, dopotutto, per chi conosce l’autrice, è il modus operandi di Cassandra Clare, che ha sempre avuto la tendenza a “sganciare le bombe” sul finale! Lasciando gli ignari lettori con il fiato sospeso e con una sensazione di vuoto incolmabile (che rimarrà tale per chissà quanto, in attesa dei prossimi volumi).
Conclusioni
Tutto sommato, mi sento comunque di dire che il romanzo mi è piaciuto. Sebbene all’inizio sia stata tentata dall’idea di metterlo giù e dedicarmi a una lettura più interessante e coinvolgente, devo ammettere che, se lo avessi fatto davvero, me ne sarei pentita. Sì, perché, in fin dei conti, Cassandra Clare è riuscita a catturarmi anche stavolta. Non mi sono perdutamente innamorata di questi personaggi, come speravo invece mi accadesse, ma sono più che ben disposta a dare loro un’altra possibilità. E ora non sto nella pelle nell’attesa del secondo volume della saga!
Ovviamente, mi sento in dovere di consigliarlo anche a tutti i membri della family che hanno amato almeno un libro di Cassandra Clare. Prendete La catena d’oro e fatevi incantare dalla Londra edoardiana, da Cordelia, da James, da Lucie e da tutti gli altri Shadowhunters. Magari non sarà un libro perfetto, e nemmeno lontanamente il più bello, ma sono certa che possiate trovarvi anche voi un fascino magnetico, da cui vi liberete con difficoltà.
-Dubhe
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