La quinta e ultima stagione di She-Ra è stata inserita su Netflix il 15 maggio, e la prima cosa che ho fatto è stata spararmela tutta in una notte. Erano le sei e mezza di mattina e una ragazza di venticinque anni stava piangendo e sorridendo sotto le coperte come una bambina.
Tutto nella norma, insomma. Classica vita da fangirl.
Ho sentito il dovere fisico e morale di scrivere e riflettere con voi su questa ultima stagione. Se non l’avete ancora vista, non andate avanti.
! Questa recensione sarà piena zeppa di spoiler, anche molto importanti, lettori avvisati mezzi salvati. Se volete leggere quella senza spoiler, la trovate qui !
L’eterno scontro fra bene e male è uno dei temi fondamentali dello show, senza il quale non avrebbe proprio senso di esistere. In questo reboot le due fazioni vengono espresse da Catra e Adora (ci sono anche altre figure simbolo ma ne parleremo dopo).
Adora è l’apoteosi dell’eroina: sente la chiamata di She-Ra dal primo episodio, è coraggiosa, leale, testarda, e non ha paura di mettere da parte se stessa e i suoi desideri per salvare non solo le persone che ama, ma anche il resto del mondo.
Catra, dall’altra parte, è tutto l’opposto: scala con le unghie e con i denti qualsiasi rango sociale, si prende con la forza ciò che vuole senza chiedere niente a nessuno, è scaltra e manipolatrice, dà per scontata la lealtà di chi la circonda, è egoista e pensa solo alla sua sopravvivenza.
Il legame fra Catra e Adora è innegabile. Ma che tipo di legame è? Si conoscono da quando sono bambine e passano la loro infanzia nelle schiere dell’Orda; Adora sempre pronta a proteggere Catra dagli abusi di Shadow Weaver, ma non basta. Catra maschera le sue insicurezze tramite la violenza e la rabbia, mentre Adora è amata da tutti ed è la “prima della classe”. Il loro legame viene spezzato quando Adora si unisce a Glimmer e Bow: qui viene sottolineata la prima vera differenza fra le due. Adora ha sempre creduto che l’Orda fosse nel giusto e che le principesse fossero cattive, scoprire la verità l’ha destabilizzata; Catra sapeva la verità fin dall’inizio, sapeva di essere manipolata e non le interessava, voleva invece sfruttarlo a loro favore.
Da lì in poi crolla tutto: Catra sembra non avere un limite, non solo a quello che fa agli altri ma sopratutto a ciò che infligge a sé, tanto ad arrivare a corrompersi, nella quarta stagione, pur di non ascoltare gli avvertimenti della ex compagna.
Adora aumenta di popolarità sempre di più – essere She-Ra, l’acclamata eroina, ha però più pressioni e aspettative di quanto pensasse. Lo stress psicologico a cui è sottoposta, accompagnato dal costante sollecito di non fallire come Mara, la porta a pensare che essere She-Ra sia il suo unico destino, e si dimentica quasi che Adora è, prima di tutto, una persona. Noelle Stevenson, la creatrice dello show, in una recente intervista ha detto che Catra e Adora sono l’una il mondo dell’altra – una sorta di versione angst di Glimmer e Bow – ma che avevano bisogno di crescere separatamente, di toccare il fondo, prima di riunirsi.
“Fai una cosa buona nella tua vita!” dice Glimmer a Catra mentre sono prigioniere di Horde Prime, e Catra la fa davvero. Crede che ormai a nessuno importi di lei – e a ragione: dopo quello che ha fatto, chi potrebbe volerla vicino? Ma non ha preso in considerazione quanto Adora possa essere cocciuta. Ma Adora non ha più la spada e She-Ra le è irraggiungibile. In molti blog si parla di stress post-traumatico, Adora non dorme e si butta in battaglia pensando di essere invincibile. Si rende conto di non esserlo e farne i conti non è facile. Nonostante ciò, quando Catra letteralmente muore, i sentimenti che prova per lei la trasformano in She-Ra e crea una spada nuova. Poi con i suoi poteri curativi la riporta in vita, e a casa.
Catra ha il suo redemption arc tanto meritato: impara a gestire la rabbia e si rende vulnerabile agli occhi degli altri. Scopre la bellezza di far parte di un team e di potersi fidare. È la prima persona che chiede ad Adora cosa voglia davvero, le chiede di non sacrificarsi per il mondo e pensare a sé per una volta.
Shadow Weaver continua a dire ad Adora che Catra la distrae, la confonde, ma è solo grazie al loro amore se Adora riesce a eliminare il virus con cui Horde Prime infetta lei e il cuore di Etheria e si trasforma in She-Ra per sconfiggerlo una volta per tutte. Adora riesce finalmente a capire che il suo destino sarà per sempre She-Ra, ma che questo non deve portarla per forza a rinunciare a tutto nella sua vita e che può essere felice. Adora può essere Adora e She-Ra insieme, possono coesistere.
E questa è la cosa più importante.
Per anni, decenni oserei dire, i creatori di show televisivi hanno fatto l’occhiolino alla comunità LGBTIQA+ inserendo dialoghi e interazioni ambigue fra personaggi, facendo credere che qualcosa sarebbe potuto succedere per poi dirottare il tutto verso una fine completamente diversa (BBC, ti sto guardando). D’altronde è anche vero che Cartoon Network ha pavimentato la strada con personaggi schierati e scene intime: da Gommarosa e Marceline di Adventure Time fino a Garnet di Steven Universe; la Dreamworks ha solo dovuto seguirla. La cosa bella è che hanno un senso logico, hanno una personalità e cose da fare, hanno uno sviluppo; insomma, non sono lì solo per fare la parte del personaggio gay. Nonostante questo però sono sempre secondari; questa volta invece sono la protagonista e l’antagonista principale ad essere lesbiche, ed è importante: è arrivato il momento di normalizzare orientamento sessuale/identità di genere e di rappresentare in maniera corretta chi di solito è relegato ai margini.
Abbiamo detto che Catra e Adora sono l’espressione maggiore del conflitto male/bene, ma è vero che non sono le uniche. Dalla parte del bene abbiamo la regina Angella e re Micah, i genitori di Glimmer, che in alternanza sono i punti di riferimento adulti delle ragazze. Coloro che si battono per il bene e danno il giusto esempio, anche creando conflitto con i sentimenti della figlia (ho amato Angella fino alla fine). Glimmer stessa è fra i simboli di bene, seppur non abbia sempre preso le decisioni giuste.
Dall’altro canto abbiamo Shadow Weaver, Hordak e Horde Prime. Horde Prime è sicuramente il cattivone della stagione finale, psicopatico fino al midollo – mi ha ricordato un po’ Thanos, con il suo ideale di pace in tutta la galassia. Hordak è stato il cattivo principale fino a quando non abbiamo capito i suoi motivi; Shadow Weaver invece è tutta un’altra storia.
Shadow Weaver credo sia il personaggio più grigio di tutta la serie. Non si capisce mai quali siano le sue vere intenzioni, se sia sincera o se continui a mentire. Non si è mai fatta problemi a manipolare Adora e Catra, ad abusare di quelle bambine che guardavano a lei come una sorta distorta di figura materna. E non solo loro: Micah è stato la sua prima vittima, tentando di acquisire più potere sfruttando le sue notevoli capacità, e Glimmer dopo per lo stesso motivo, facendo loro credere di star agendo nella maniera giusta.
Noelle Stevenson ha detto che il suo sacrificio non l’ha redenta, ma ha dato a Catra e Adora la pace di cui avevano bisogno, così da poter proseguire senza di lei, ma anche senza rimorsi.
In conclusione, quest’ultima stagione ci ha offerto tutto quello in cui avevamo sperato – e forse anche un po’ di più. Gli archi narrativi si sono conclusi, tutti i personaggi hanno affrontato le loro paure e sono cresciuti, le coppie si sono svelate (grazie per avermi canonizzato Sea Hawk e Mermista) e i cattivi sono scomparsi per sempre.
Se fosse un prodotto, sarei totalmente soddisfatta del mio acquisto e darei 5 stelle piene. She-Ra and the princesses of power è ufficialmente la serie che aspettavamo da anni e che fa avverare tutti i nostri sogni.
Vorrei inoltre portare alla vostra attenzione un paio di cose che mi ha fatto piacere notare e che meritano un piccolo focus:
– la varietà di inclusione etnica
– la varietà di inclusione di corpi differenti
– il doppiaggio inglese che ha fatto miracoli
– i colori che, pur essendo semplici, sono mozzafiato
– il nuovo taglio di Catra e il nuovo vestito di She-Ra che spaccano totalmente
– i due cambi sigla: qui quella ufficiale di Netflix e qui quella speciale!
E voi che ne pensate di questa ultima stagione? Fatemi sapere nei commenti!
– Rainbow Umi
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