Quando si parla di western siamo abituati a immaginarci tutti lo stesso scenario: uomini super sudati in stivali da cowboy, cappelli di pelle e pistolone pronte a essere tirate fuori dalla fondina e sparare. In Wynonna Earp mancano sia gli uomini che il sole accecante del Texas.
Mi rendo conto che sia una cosa strana da far notare, eppure è così. Nella maggior parte delle serie vediamo attori e attrici vestiti all’ultima moda, non un accessorio fuori posto; in Wynonna Earp invece non si ha paura di indossare parka giganteschi e UGG morbidi e confortevoli. Penso che faccia riflettere questa cosa, perché rende tutto molto più realistico. Sebbene esistano luoghi dove fa sempre caldo o freddo, la maggior parte degli spettatori non vi si riconoscerebbe. Così come non risulterebbe familiare andare in giro senza sciarpa nel bel mezzo di una bufera di neve. Questi piccoli dettagli di abbigliamento, che a prima vista non notiamo, fanno in modo di farci relazionare al massimo ai personaggi e aumentano la visione semi-realistica di Purgatory.
Inoltre, l’inverno è un elemento nuovo nei western: i paesaggi bianchi e l’aria fredda fanno sì che la tensione si possa tagliare con un grissino.
Uno dei cardini fondamentali dello show sono Wynonna (che scoperta) e Waverly Earp. Se nella prima stagione si ritrovano dopo anni, nella seconda abbiamo un background più specifico della loro adolescenza. Waverly che faceva la cheerleader, Wynonna che – come sempre – veniva detestata da un po’ tutta la città, ma che aveva comunque qualche amicizia. Per ogni nuovo cittadino che ci viene presentato – vivo o morto – ci viene data una piccola informazione, un commento sarcastico, da parte delle due sorelle e subito capiamo che tipo di persona ci troviamo davanti; e poi è così divertente vedere i punti di vista così all’opposto che hanno, che non si può smettere di guardare nemmeno per un secondo.
Il loro rapporto, grazie ad alcuni avvenimenti, fa sì che diventino ancora più protettive l’una dell’altra: Wynonna cerca di capire se l’amore che Waverly ha per Nicole la renda co-dipendente da quest’ultima o se sia invece un vantaggio. Wynonna vuole che Waverly sia il più indipendente possibile e che nulla la leghi più del dovuto – a quello ci pensa già la bella maledizione che aleggia sulla famiglia Earp.
Waverly mette invece una buona parola su Wynonna con Doc. Waverly sa che Wynonna, per quanto faccia la dura, ha dei sentimenti per il pistolero immortale e che lui la ricambia, ma a entrambi va ricordato che un gesto di affetto o una parola di conforto sono necessari di tanto in tanto.
Durante gli anni il concetto di forte protagonista femminile ha rimbalzato da un estremo all’altro, prendendo solo parti di ciò che rende una donna tale e, spesso, estremizzandolo, facendo così diventare il personaggio uno stereotipo e una macchinetta. Nell’ultimo decennio ci si sta avviando verso una differenziazione di tipi di donna, e Wynonna Earp ne è un esempio perfetto.
Melanie Scrofano (Wynonna) si cala perfettamente nella parte di donna tutta calci e pugni, sesso e birra per la propria indipendenza che ama, ma che al contempo è fragile e bisognosa d’affetto. Per quanto bidimensionale, Wynonna Earp è la perfetta evoluzione di Buffy l’Ammazzavampiri – senza il teen drama. Inoltre, in questa seconda stagione verrà affrontato un tema molto femminile (no spoiler!). Viene mostrato come una donna possa affrontare la sua vita ed essere comunque indipendente nonostante la sua… condizione.
Dall’altra parte abbiamo Waverly (Dominique Provost-Chalkley) la ragazza che appare piccola e indifesa, il raggio di sole della città, il bel faccino che ti accoglie al bar locale, che invece ha un cervello niente male e che non teme di maneggiare un fucile da cecchino se la sua famiglia è in pericolo. Waverly rimane il personaggio più tridimensionale dello show: le paure che cela non la rendono lo stereotipo di ragazza insicura e debole, anzi. La sua volontà di affrontarle e superarle mette in risalto la natura combattiva. Dimostra a tutti che lei non è lì per essere semplicemente “la sorella della protagonista”, ma qualcosa di molto, molto di più.
La cosa che preferisco di questi due personaggi è come entrambe facciano casini, abbiano espressioni buffe, siano, fondamentalmente, naturali e spontanee. È bello vedere che anche gli “eroi” della situazione siano persone vere e normali, come abbiano pregi e difetti e prendano, ogni tanto, le scelte sbagliate. Non permettono che gli sbagli che commettono le identifichino, ma lottano per tentare di essere degli esseri umani migliori in primis per loro stesse.
Vi lascio il video dei momenti più divertenti di questa seconda stagione, fatemi sapere qual è il vostro preferito!
– Rainbow Umi
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