Annie – La bambina oscura
Annie è uno dei champions più vecchi di League of Legends e la sua backstory è stata ritoccata molte volte, pur rimanendo di una semplicità assurda. In realtà non viene utilizzata così tanto, ma qualche anno fa è tornata alla ribalta grazie a questa clip. Oggi sono qui a spiegarvi come è stata fatta!
La storia di Annie
Annie è la figlia di una strega e un umano che vivono sulle montagne di Noxus. Durante un inverno, Annie e suo padre Gregori vengono colpiti da una brutta malattia. La madre, Amoline, decide di sacrificarsi per salvarli. Annie non supererà mai del tutto il lutto, pensando ingenuamente che sarebbe tornata da lei. Nell’attesa, fa tesoro di Tibbers, un orsacchiotto di pezza che Amoline le aveva cucito quando era incinta.
Anni dopo, Gregori decide di risposarsi con Leanne, una donna vedova e con una figlia, Daisy. Ad Annie non dispiace la compagnia della bambina, ma non è abituata a condividere le sue cose, sopratutto Tibbers. Leanna non si fida di Annie, e dopo l’incidente in cui Daisy muore, scatena la sua rabbia sulla bambina. Le ruba Tibbers e tenta di strapparlo, ma i poteri di Annie reagiscono: Tibbers si trasforma in un orso e il fuoco divora tutto, lasciandola orfana.
Perché il videoclip?
Nel lontano 2012, hanno iniziato a spopolare i login screen – ve li ricordate? Io li adoravo, e un po’ mi mancano. Erano in 2D, con una sorta di movimento per alcuni dettagli e lo sfondo. A qualcuno di estremamente pazzo alla Riot è venuto in mente di fare, con quello stile, una clip animata in tutto e per tutto. Ora la domanda era: quale champion scegliamo? La prima opzione fu Zed, ma un altro team stava già lavorando su di lui per un altro progetto, quindi venne scartato. Annie era, all’epoca, solo una bambina psicopatica con il potere del fuoco. Era ovvio che non venisse scelta: chi mai avrebbe potuto empatizzare con lei? Così qualcuno la prese a cuore e decise di fare la clip per rafforzare il suo background.
L’inizio
Si iniziò con la storyboard in bianco e nero, per aumentarne la drammaticità. Volevano dare uno spessore alla storia di Annie, al suo passato, mantenendo le caratteristiche in game: carina ma pazza, adorabile ma spaventosa. Volevano che la storia fosse effettivamente raccontata attraverso gli occhi di una bambina di otto anni, una sorta di fiaba tragica. Lo stile migliore fu quello della pittura a mano, l’effetto era splendido e rappresentava ciò che desideravano per lei. Si pensò anche di tenere due stili diversi per il sogno e la realtà, ma alla fine si scelse uno stile unico che riuscì a incorporare bene sia la parte infantile e colorata, sia quella della realtà più cupa. Ma come fare per animarlo? Si pensò di dipingere a mano ogni singolo frame, ma ci sarebbero volute centinaia di pittori e loro erano solo un gruppetto di sviluppatori 3D.
Fuoco!
Rendere il fuoco di un dipinto animato non è certo un compito semplice. Questi sviluppatori hanno passato mesi e mesi su YouTube a vedere video di fuochi, passarli su Adobe per applicarci degli effetti, aggiungere le pennellate, e poco a poco prendevano forma; ma c’era sempre un buon 20% che si perdeva. Non riuscivano a direzionare le punte del fuoco, faceva un po’ quello che voleva. Alla fine decisero di fare prima un modello 3D per dargli la fluidità di movimento corretta, per poi farlo passare al 2D e a tutti gli altri filtri. Una delle sviluppatrici disse “Non è un fuoco che sembra pericoloso. Con quelle linee curve e delicate, sembra più un fuoco fatuo.”
Espressioni di Annie
Pensavano di aver risolto il problema animazione, quando giunsero allo sviluppo delle espressioni facciali. Provarono letteralmente di tutto: dai classici modelli in 3D fino alla motion capture – quella tecnica in cui si utilizza la faccia di una persona vera per catturare le espressioni e renderle poi 2D. Eppure tutto sembrava poco naturale, addirittura in alcuni punti era proprio strano. Il problema principale era che non riuscivano a trovare lo stile giusto per animarla sempre nello stesso modo. In base alla sua posizione, all’esposizione della luce e ad altri mille fattori, non c’era uno stile che si omologasse. Alla fine decisero di fare un mix di tutto: il 3D per avere l’animazione consistente, il 2D per farlo sembrare in generale un dipinto. I filtri per produrre quell’effetto oleoso e la pittura a mano per le ombreggiature e i dettagli finali. Uno stile unico fatto su misura per Annie.
Dopo mesi e mesi di esperimenti e un anno intero solo per la storyboard, il videoclip fu pronto e fu un successo enorme, che diede una seconda vita ad Annie e la rese più popolare fra molti giocatori.
Aspetti e curiosità
Annie è stata uno dei primi sei champion in League of Legends e ha una ricercata collezione di aspetti alle spalle. Ve ne riporto alcuni fra i più curiosi:
– Goth Annie: disponibile ora solo nel Digital Collector’s Bundle
– Annie in Wonderland: è stata creata poiché i giocatori desideravano un aspetto diverso per Tibbers. È uscita come leggendaria, ed è stata aggiornata in seguito per mantenere il titolo – è stato aggiunto il recall personalizzato.
– Sweetheart Annie: Annie assomiglia alla famosa Shirley Temple. È il primo aspetto in cui Tibbers non appare minaccioso o con le zanne di fuori.
– Hextech: primo aspetto acquistabile con un qualcosa che non fossero i Riot Points – in questo caso, le gemme viola.
– Annie-versary: in occasione dei dieci anni di LOL. Gratuita per tutti coloro che avevano installato il gioco prima dell’anniversario. Tibbers è diventato un Teemo gigantesco, e nello sfondo troviamo vari elementi interessanti. Abbiamo dei riferimenti all’anime JoJo, i cosplay di Akali KDA, Pool Party Gangplank e Gnar. Quest’ultimo è ispirato al cosplay che ne fece Jessica Nigri.
Qual è a vostra skin preferita di Annie? Fatemelo sapere nei commenti!
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– Rainbow Umi