Into the night: scappare dalla luce del sole per salvarsi
Sei episodi da circa quaranta minuti: non è forse un invito al binge watching?
Into the Night, serie belga disponibile su Netflix, è il primo prodotto di quel paese. Siamo in un genere post-apocalittico: l’umanità è sull’orlo dell’estinzione. Il sole è la causa della morte e nessuno sa bene il perché o in che modo. Ormai è diventato fatale e il suo semplice sorgere uccide tutti gli esseri umani. I primi paesi in cui sorge sono spacciati e non possono reagire. Ma c’è un aereo che sta andando a Mosca e parte da Bruxelles.
Sta andando tutto bene, quando Terenzio Gallo, un ufficiale italiano della NATO sale sull’aereo e compie un dirottamento con un solo obiettivo: scappare a Ovest e dal sole che sorge. Il loro vuole non ha ovviamente una meta precisa, perché l’unica meta sarà seguire la notte.
La serie funziona, cattura perché gli autori sanno di cosa stanno parlando. Sì, è una trama semplice: una decina di persone non sa dove andare, ma è costretta ad andare e continuare ad andare, fermandosi solo per scorte e rifornimenti.
Ogni episodio ha una difficoltà e qualche costanti e ci mostrano alcuni flashback di alcuni personaggi. Un confronto tra i passeggeri che porta alla scoperta di lati oscuri e segreti. Uno sviluppo essenziale. Anche se non c’è una una grande esplorazione psicologica, ma non è poi tanto un difetto: Into the Night è una serie di genere che vuole essere avvincente.
Non ha pretese o velleità di essere altro.
Adattamento del libro The Old Axolotl dello scrittore polacco Jack Dukaj. Il casting è funzionale e hanno volti plausibili. Into the Night è particolare, adatta al genere ed è un invito al binge watching.
Serie leggera, da guardare senza pretese e da lasciar scorrere in loop.
Rimaniamo in attesa di una seconda stagione.
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