Steven Universe Future è la conclusione dell’omonima serie Steven Universe, in onda su Cartoon Network dal 2013 e terminata nel 2019 con il film Steven Universe: The Movie. Sono venti episodi ambientati due anni dopo la fine della guerra contro i Diamanti, le gemme che governano Homeworld. Adesso i Diamanti sono buoni e stanno imparando a governare con giustizia ed equità, sulla Terra c’è la pace… e che ruolo ha Steven in tutto questo?
Sin dall’episodio pilot della prima stagione, è chiaro come il sole che Steven sia quel personaggio. Quello che si sacrifica per gli altri, quello che aggiusta i casini di chi gli sta intorno, quello che si prende le responsabilità (anche non sue), quello che ascolta e guida le altre persone verso la cura di sé stessi. Il suo scopo è sempre stato quello di fare l’eroe, di combattere senza tregua, di tenere tutti al sicuro. La forza più grande di questo bambino è il dialogo, e di come chiunque cresca grazie alle sue parole. Ma ora che tutti sono effettivamente al sicuro e non c’è più nessuno da combattere, cosa aggiusterà che non c’è rimasto niente da riparare?
“Cosa ne faccio della mia vita?” è la domanda che mi è spuntata in mente mentre guardavo la serie. È quello che Steven prova ma non osa dire. È quella sensazione strana che provi quando tutti i tuoi amici hanno un progetto, un obbiettivo di vita, e tu no. Come quando tutti partono per l’università e tu rimani in paese. Ti piace la tua città, ci stai bene, tutto sommato qualcosina da fare la trovi se ti impegni, ma ammettere di non volere stare più lì, ammettere di volere un cambiamento è un qualcosa che fa troppa paura, quindi ti adagi in una comfort-zone che ti fa soffrire. Steven deve imparare a essere un po’ più umano e meno Crystal Gem. Senza dimenticare che soffre di stress post traumatico e che non ha ancora davvero superato ciò che lo blocca di più: il legame con sua madre, Quarzo Rosa.
Steven credeva di avercela fatta. Una volta riportata la pace nella galassia, e dopo avere avuto la conferma che no, lui non è sua madre, pensava di poter andare avanti in maniera tranquilla. D’altronde, non c’era motivo per cui si pensasse il contrario. E invece è ancora tutto lì: ma per un motivo relativamente semplice. In questi anni, Steven non si è preso cura di sé. Certo, ha capito tante cose sia di lui che di sua madre, ma credo che non fosse mai effettivamente arrivato a interiorizzare ed elaborare il dolore che tutte quelle scoperte e bugie gli hanno causato. È spiegato bene in uno degli episodi, in cui la mamma di Connie, un medico, dopo aver fatto una lastra al cervello di Steven, gli fa notare i traumi fisici – e di conseguenza psicologici – che si sono formati all’interno dell’organo e che non sono mai stati del tutto curati.
Steven è così stanco di dover avere a che fare con le cose orribili che ha fatto Quarzo Rosa che non si rende conto di star diventando come lei. Mentre prima era naturale per lui fare la cosa giusta, sapere d’istinto quale fosse la scelta migliore, ora ci prova troppo. Avete presente? Quando volete fare una cosa davvero tanto bene che finite col farla malissimo. Tipo io che mi faccio super carina per fare bella impressione sui genitori del mio ragazzo quando sarebbe bastato essere me stessa dall’inizio. Ecco. Steven è in questa situazione. E finisce per sviluppare alcuni dei poteri distruttivi che aveva Rosa. La cosa peggiore non è tanto che li utilizzi, ma che lo faccia senza comprendere da dove arrivino questi nuovi poteri, quale sia la loro natura; e infatti, senza saperli controllare, alla fine da del male a qualcuno.
Steven arriva alla conclusione che può nascondere tutto quello che sta provando alle gemme. Se commette un qualche errore, gli basterà ripararlo e fare finta che non sia mai successo nulla, così nessuno sospetterà di niente. Ma le persone che ci amano e che ci vogliono bene, si accorgono se c’è qualcosa che non va. Le gemme, Greg, Connie: tutti hanno la sensazione che Steven non stia bene, ma lui passa così tanto tempo con le gemme di Little Homeworld (la città per gemme creata sulla Terra) che è difficile per loro riuscire a farsi dedicare un po’ di tempo. Quindi Steven va avanti per settimane ad accumulare quest’ansia, questo senso di inadeguatezza e di non appartenere più a quel mondo in un certo senso, che alla fine scoppia – nel peggiore dei modi.
Ciò che personalmente ho trovato straordinario, è stata la risoluzione dei conflitti di Steven. Un abbraccio. Un semplice, mega abbraccio da parte di tutte le persone che lo amano, che gli dicono che è okay avere bisogno di aiuto, che è okay avere paura e sentirsi in difetto, che è okay non sapere cosa fare della vita a diciassette anni. E che loro saranno sempre al suo fianco, qualora lui ne avesse necessità.
Molti fan hanno contestato la scelta di Rebecca Sugar, la sceneggiatrice, di non far vedere le sedute di terapia di Steven; invece credo sia una scelta giusta. In primis perché sarebbe stato un po’ ridondante – in fondo, sappiamo più che bene cosa faccia star male il nostro protagonista del cuore. E poi credo che la terapia sia un qualcosa di estremamente privato, che Steven deve a sé e a nessun altro. Nemmeno a noi.
Credo sia la serie meglio fatta per come tratta lo stress post traumatico in un adolescente. Credo sia la prima serie che parla in maniera esaustiva di come non si debbano per forza avere tutte le risposte a diciassette anni. Credo sia importante sottolineare che prendersi del tempo e fare pace con ciò che ci portiamo dentro, non sia un atto egoistico. Anzi, sia invece di grande rispetto verso noi stessi.
Steven Universe Future è riuscito a farmi immedesimare così tanto in Steven che sono arrivata alla fine dell’ultimo episodio con l’ansia alla gola, per poi rilassarmi. Mi ha generato una piccola speranza, una piccola consapevolezza: anche se non sai ancora dove stai andando, non ti preoccupare: questo mondo è abbastanza grande per tutti, e prima o poi troverai il tuo posto.
– Rainbow Umi
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