L’editoriale di giugno: Harry Potter e la letteratura per ragazzi
La letteratura per ragazzi ha una lunga e nobile tradizione di scarse considerazioni. Harry Potter è solo la punta dell’iceberg. Inizialmente erano libri sulle buone maniere, poi saggi pedagogici per istruire con ironia, e infine sono diventate vere e proprie fiabe.
Le fiabe non sono mai state solo per bambini. Esse dovevano insegnare qualcosa, diventare surreali, ma dovevano sempre avere una morale di fondo.
In questi racconti vi è sempre stato un ottimismo eroico: un ottimismo che però portava sempre con sé battaglie e sangue. Hanno sempre avuto “fame” di tutto ciò che incita un lettore a continuare la lettura: necessità di giustizia, amore, cambiamento, trasformazione. Le fiabe sono definite ancora oggi esperanto culturale perché, sebbene con lingue diverse, le storie sono quasi sempre uguali in ogni parte del mondo. Nonostante le diverse versioni, la storia di non fondo non cambia quasi mai.
È nel diciannovesimo secolo che nasce la vera e propria letteratura per ragazzi. Questa “fame” di cui tanto erano contraddistinte le fiabe, venne infusa in questi racconti. Una schiera di autori, che ancora oggi studiamo e leggiamo con passione, scelse un nuovo genere per raccontare le proprie storie. Prima di tutti, Lewis Carroll con Alice nel Paese delle Meraviglie. Pieni di stupore, surrealismo e metafore, la storia attingeva dalla fiaba tutto il suo sapere, raccontando una storia all’insegna della meraviglia.
Intrise di “tutto ciò che abbiamo dimenticato o che ancora non sappiamo di aver dimenticato”, la letteratura per ragazzi ha l’infanzia al suo cuore. Questi libri parlano al nostro sé bambino e a direttamente a noi. I noi di oggi. Ed è questo che fa la letteratura per ragazzi: soddisfa diversi desideri, di età diverse. C’è sempre bisogno di libri che nutrano l’immaginazione. La letteratura per ragazzi non è solo è solo quello che abbiamo dimenticato, ma quello che abbiamo dimenticato di aver dimenticato. I libri per ragazzi dicono: il mondo è grande, la speranza serve a qualcosa, il coraggio conta, l’empatia conta e l’amore conta.
Da Strabone con la prima versione di Cenerentola, a Lewis Carrol con Alice nel paese delle meraviglie, alla Disney dei giorni nostri… la magia ha pervaso i nostri libri, il nostro cuore e le nostre vite. Ci ha sostenuto quando tutto sembrava perduto, ci ha accompagnato quando eravamo felici. Dandoci sempre un posto per tornare a casa.
Harry Potter
Ma non c’è solo tanto nel passato editoriale. C’è anche tanto negli anni 2000. Tra i tanti libri di successo in questi anni, uno ha davvero cambiato il mercato editoriale: Harry Potter di J.K.Rowling. Questa saga ha accompagnato intere generazioni nel corso degli anni e diversi saggi sono stati redatti al fine di far più chiarezza sui personaggi e le dinamiche di questo racconto. Il libro ha avuto successo anche perché il cammino di Harry Potter è un percorso di crescita fisica e psichica attuata attraverso il riconoscimento e l’accettazione di questo essere diverso, di non essere più un bambino.
È un percorso tortuoso fatto di ripensamenti, dubbi e angosce, ma che permette al protagonista di gestire un po’ alla volta queste sue nuove capacità dall’amicizia dei compagni; il gruppo dei coetanei diventa sempre più un mondo indipendente e con valenze diverse rispetto al mondo degli adulti di cui parallelamente viene anche valorizzata l’autorevolezza. Difatti, i lettori sono appassionati alle dinamiche con cui la storia prosegue e il mistero si infittisce. La bellezza sta anche nel fatto che i lettori sono cresciuti coi personaggi, di pari passo, nel corso degli anni. Persino Bettlheim afferma che
Affinché una storia riesca realmente a catturare l’attenzione del bambino deve divertirlo e suscitare la sua curiosità. Ma per poter arricchire la sua vita, deve stimolare la sua immaginazione ed il suo intelletto. Deve chiarire le sue emozioni, armonizzarsi con le sue ansie ed aspirazioni, riconoscere appieno le sue difficoltà senza sminuirle, nel contempo suggerire soluzioni ai problemi che lo turbano e promuovere la fiducia in sé stesso e nel futuro.
Harry Potter e la Pietra Filosofale della scrittrice inglese Joanne Rowling esce nel 1997 ed è il primo episodio della saga di Harry Potter. In questo libro il giovane Harry, dopo aver scoperto di essere un mago, vive le sue prime avventure nella scuola di magia di Hogwarts. J.K.Rowling ha dovuto lottare per pubblicarlo, ma ce l’ha fatta. La saga si compone dei sette libri, che seguono le vicende di Harry negli anni in cui frequenta la scuola di Hogwarts: Harry Potter e la Pietra Filosofale, Harry Potter e la camera dei segreti, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Harry Potter e il Calice di Fuoco, Harry Potter e L’Ordine della fenice, Harry Potter e il Principe Mezzosangue e infine Harry Potter e I doni della morte.
Ad essi si aggiungono alcuni libri legati al mondo di Harry Potter ma non strettamente collegati alla storia di Harry, che sono:
- Gli animali fantastici: dove trovarli
- Il Quidditch attraverso i secoli
- Le fiabe di Beda il Bardo
Gli animali fantastici: dove trovarli è connesso anche al film con Newt Scamander.
Passaggi di psicologia
Harry è un ragazzo che ha perso i genitori fin da piccolo. L’amore di Lily Potter l’ha protetto fin dal primo attacco di Lord Voldemort, l’antagonista, e non se ne è più andato. Harry ha sempre convissuto con traumi e sensi di colpa che si sono aggravati con la morte di Cedric, poi con la morte di Sirius, di Malocchio e di tutti coloro che si sono contrapposti al Signore Oscuro.
Gli incubi notturni però si aggravano durante il Torneo Tremaghi e Harry inizia a soffrire di frequenti allucinazioni, flashback relativi all’evento, spesso anche con episodi dissociativi. Ad esempio quello in cui il serpente attacca Arthur Weasley.
Ogni morte in Harry Potter significa qualcosa.
James e Lily: Per stabilire la trama così come per mostrare gli orfani di guerra.
Cedric Diggory: Per mostrare la crudeltà di Voldemort.
Sirius Black: Per mostrare la mancanza di Harry di figure di orientamento/genitoriali.
Albus Silente: Per mostrare che la morte di un grande leader non può fermare una guerra.
Edvige: Per indicare la fine dell’infanzia di Harry.
Malocchio: Per mostrare la morte di un soldato.
Dobby: Per mostrare che anche la più piccola delle creature può morire da eroe.
Fred Weasley: Per dimostrare che alcune morti non si possono superare.
Tonks e Remus Lupin: Per ristabilire gli orfani di guerra.
Colin Canon: Per dimostrare che i buoni muoiono giovani, anche quando non dovrebbero.
Severus Piton: Per dimostrare che si può sempre cambiar via. Sempre.
Percy scuoteva il fratello, Ron era inginocchiato accanto a loro, e gli oc-
chi di Fred li fissavano senza vederli, lo spettro dell’ultima risata ancora
impresso sul volto.
«Per esempio il fatto che per Sirius tu eri la persona più importante del mondo» rispose Silente piano. «E che, per te, lui era un incrocio fra un padre e un fratello. Naturalmente Voldemort sapeva già che Sirius faceva parte dell’Ordine, e che tu conoscevi il suo nascondiglio… ma le informazioni di Kreacher gli fecero capire che per salvare Sirius Black tu saresti stato disposto a correre qualunque rischio».
«Edvige… Edvige...»
Ma la civetta giaceva immobile e patetica come un giocattolo.
«Niente affatto» ribadì Lupin con fermezza. «Tonks merita uno giovane e sano.»
«Ma lei vuole te» osservò il signor Weasley con un sorrisetto. «E dopotutto Remus, gli uomini giovani e sani non restano necessariamente tali» e fece un gesto triste verso il figlio che giaceva tra loro.
«Severus Piton non era tuo» spiegò Harry. «Piton era di Silente, di Silente dal momento in cui hai cominciato a dare la caccia a mia madre. E non te ne sei mai accorto, per via della cosa che non puoi capire. Non hai mai visto Piton evocare un Patronus, vero, Riddle?»
Persone buone e mangiamorte
La divisione tra Magia Oscura e Magia Buona è ben marcata in questo racconto, tanto che l’autrice divide in maniera netta i Mangiamorte, i seguaci della Magia Oscura, e le Persone Buone, o meglio chiunque pratichi la magia oscura. I poteri magici rappresentano i sentimenti relativi al senso di estraneità e le difficoltà a gestire affetti e spinte pulsionali, vissuti tipici di un ragazzo all’inizio della pubertà. In questo periodo della vita tali impulsi, silenti in latenza, riaffiorano dal profondo con rinnovata forza e si accompagnano alla sensazione di essere portatore di qualcosa di diverso e perturbante.
I personaggi maggiormente legati a questa categoria, creata da Ernst Jentsch, sono Albus Silente e Severus Piton. Entrambi i personaggi si sono avvicinati a questo genere di arti, ma Silente è riuscito a fermarsi prima di compiere qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi – come la dominazione sui Babbani, esseri senza poteri magici – nonostante la morte della sorella minore, Ariana. Di cui il preside di Hogwarts non parla quasi mai.
Gellert,
La tua idea che la dominazione magica è PER IL BENE STESSO DEI BABBANI… credo che questo sia il punto cruciale. Certo, ci è stato dato un potere e certo, questo potere ci dà il diritto di governare, ma ci dà anche delle responsabilità sui governati.
Dobbiamo porre l’accento su questo punto, sarà la pietra angolare sulla quale costruiremo. Là dove incontreremo opposizioni, come certo accadrà, questa dev’essere la base di tutte le nostre controargomentazioni. Noi prendiamo il controllo PER IL BENE SUPERIORE.
E da ciò discende che dove incontriamo resistenza, dobbiamo usare solo la forza necessaria e non di più. (Questo è stato il tuo errore a Durmstrang! Ma non me ne dolgo, perché se non fossi stato espulso non ci saremmo mai incontrati.)Albus
In questa lettera è chiaramente evidente l’intento di Albus Silente. Ciò che perturba il lettore è sicuramente il modo in cui si giustifica per raggiungere un ‛Bene Superiore’. L’elemento che più angosciante è sicuramente connesso al modo in cui l’autrice presenta questo personaggio: è come un mentore, una guida per Harry Potter. Malgrado tutto, nel momento in cui si scoprono le sue vere intenzioni, quel sentimento di turbamento non riesce a sciamare via. Questa sensazione viene rafforzata nuovamente quando Harry Potter si immerge nel Pensatoio, una pozza d’acqua dove è possibile rivedere i ricordi. Sono presenti sia l’insegnante di Pozioni, che secondo Harry è rimasto un Mangiamorte per tutta la vita, sia il Preside di Hogwarts. Silente rivela al professore la verità: per sconfiggere il Signore Oscuro è necessario che Harry muoia.
Il modo in cui avverte Piton del vero significato della profezia e di ciò che aspetta il ragazzo, lascia il lettore completamente perso e disorientato. Perché, se aveva intuito che il protagonista doveva morire, credeva che la sua ‛guida’ lo avrebbe aiutato.
Severus Piton, al contrario, ha dovuto perdere qualcosa di davvero importante prima di comprendere i suoi errori. Ma, a quel punto, non può più tornare indietro. Persa Lily, si impegna per fare ammenda, decidendo di proteggere Harry Potter per tutta la vita, in segreto. Lasciando che chiunque creda che lui sia solamente un Mangiamorte e un personaggio dal poco spessore. Ma questo è del tutto infondato e fuorviante.
A differenza di Silente, l’angoscia passa e rimane solo la tristezza per il suo sacrificio. Silente sarà il più grande mago di tutti i tempi, ma Severus Piton rimane un eroe.
«“Dopo tutto questo tempo?” gli chiese Silente.
“Sempre” ribatté Piton. »
Draco Malfoy
Lo so a cosa state pensando, ma è il mio personaggio preferito e penso di potervi rivelare qualche curiosità.
Originariamente il cognome di Draco Malfoy era Spungen, poi è stato cambiato in Spinks e infine Malfoy. Malfoy viene dal francese “mal foi” ossia “malafede”. Draco invece deriva dal latino e significa drago, dal greco invece “serpente”. Come da tradizione della famiglia Black, quella di Narcissa e Bellatrix, il nome di ogni membro deriva da quello di una costellazione: nel caso di Draco, è la costellazione del Drago – mitologia che richiama l’Idra e Hercules.
Draco Lucius Malfoy nasce il 5 giugno 1980 ed è appartenente al ramo dei purosangue. Figlio unico di Narcissa e Lucius, figlio di un mangiamorte asservito a Lord Voldemort, Malfoy è sempre stato attratto dal Lato Oscuro ed è cresciuto con l’idea che la purezza del sangue fosse un privilegio, nonché di primaria importanza. Da questo si capisce il disgusto che emerge con la parola “mezzosangue” scagliata contro Hermione Granger. Lui è cresciuto in questo modo, con idee e principi antiquati e superati, ma soprattutto razzisti e ingiusti.
Frequenta la Scuola di Stregoneria di Hogwarts dal 1991 al 1998. Smistato nella casa dei Serpeverde (Slytherin) di cui verrà nominato prefetto. Amico di Vincent Tiger e Gregory Goyle e di altri della sua casa, rimarca spesso la sua rivalità con Harry Potter.
«Scoprirai che altre famiglie sono migliori di altre. Non vorrai fare amicizia con le persone sbagliate…»
Diviene anche membro della Squadra di Inquisizione voluta da Dolores Umbridge. A seguito della cattura del padre, prigioniero ad Azkaban come conseguenza della Battaglia all’Ufficio Misteri, Draco Malfoy cedette al volere del Signore Oscuro e al suo piano di uccidere Silente. Divenuto mangiamorte, prosegue gli studi ad Hogwarts e il Ministero cade nelle mani di Voldemort. Prima della fine della Seconda Guerra dei Maghi, Draco e la sua famiglia fuggirono per evitare future condanne.
Narcissa Black e Lucius Malfoy erano membri di antiche e aristocratiche famiglie purosangue. Phineas Nigellus Black era un lontano “nonno” di Draco Malfoy. Narcissa era una discendente dell’Antica e Nobilissima Casa Black.
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