Dirk Gently riesce davvero a collegare tutto?
Dirk Gently: agenzia di investigazione olistica è probabilmente lo show più incasinato che vedrete in tutta la vostra vita. La differenza rispetto alle altre serie di questo tipo, è che ha un’ironia e un sarcasmo così belli che mi viene quasi da piangere. Dirk Gently è una serie che conta due stagioni, tratte dagli omonimi libri di Douglas Adams, creata da Max Landis per BBC America. Il 19 dicembre 2017 è stata cancellata.
Dirk Gently: che cosa sto guardando esattamente?
Tre sono i pov da seguire:
Dirk Gently (Samuel Barnett) è un detective olistico, e noi siamo gli spettatori della risoluzione dei suoi casi. Ma che vuol dire “olistico”? Dirk crede che ogni cosa sia connessa, che l’universo non lasci mai niente al caso e che il suo istinto sia una sorta di sesto senso, che lo porta ad essere al posto giusto nel momento giusto. Anche se nella maggior parte delle volte ci sono guai in arrivo. Assistente e migliore amico di Dirk è Todd Brotzman (Elijah Wood, proprio lui!), un semplice ragazzo che accetta l’incarico perché non ha più soldi e deve pagarsi l’affitto – e le spese mediche della sorella. A questo duo già abbastanza squinternato si aggiunge Farah Black (Jade Eshete), ex guardia del corpo di un riccone e fallimentare agente di polizia. Insieme cercheranno di venire a capo dei due casi nelle rispettive stagioni.
Secondo e terzo punto di vista
Amanda Brotzman (Hannah Marks) è la sorella di Todd. Soffre di una malattia (inventata) che le causa allucinazioni terrificanti o dolorose, che a lei sembrano reali. Amanda, come il fratello, è legata a un’altra entità olistica: il Trio Chiassoso, un quartetto (sì, è fatto apposta) di vampiri succhia energie che la aiuteranno a gestire la malattia e ne diventerà il capo. Il Trio la farà uscire dalle sue comfort-zone, ma anche viceversa: Amanda riuscirà a far sviluppare ai quattro ragazzi (Michael Eklund, Zak Santiago, Viv Leacock e Osric Chau) una sorta di affetto e senso di protezione nei suoi confronti, rendendoli più umani agli occhi del pubblico.
Ultima ma non per importanza, Bart Curlish (Fiona Dourif) è un’assassina olistica: l’universo le dice chi deve morire tramite sensazioni e segnali che solo lei sa interpretare. Come Dirk, anche lei è convinta che non abbia senso combattere contro il mondo, si lascia invece trasportare da ciò che prova, convinta che quello sia il volere dell’universo e che lei sia la prescelta per compierlo. Ad accompagnarla nei suoi viaggi omicida c’è Ken (Mpho Koaho), un tecnico di computer che rapisce per errore nei primi episodi e che decide poi essere utile.
È tutto collegato
Presentandovi questi tre punti di vista diversi, avrete già capito quanto possa essere facile che cozzino l’uno con l’altro. Aggiungeteci poi un caso di omicidio, uno di scomparsa di minore e un corgi errante e avremo per le mani il caos. Ed è così: nelle prime puntate vediamo gente che muore, personaggi che vagano senza indizi e altri che stanno lì, senza far niente, e non si capisce nulla. Non ve lo nascondo, la tentazione di dropparla all’inizio è stata forte, perché c’erano troppi fattori che sembravano non avere un senso.
Invece tutto ha un senso in Dirk Gently, basta avere la pazienza e la curiosità di scoprirlo. E credetemi: quando lo show vi farà collegare tutti i pezzi, sarete talmente sorpresi che non riuscirete nemmeno a dire “Ma che ca@@o?!”. Perché è davvero tutto collegato, anche se non come ve lo aspettate.
Ambientazione e colori in Dirk Gently
Nella prima stagione, la serie è vero simile: ambientata a Seattle, con eventi che per quanto assurdi potrebbero in effetti accadere. La seconda stagione è invece decisamente più fantasy, ambientata in parte nel nostro e in parte in una sorta di mondo parallelo medioevale. Vengono introdotti una quantità di personaggi nuovi molto interessanti, che non vi lasceranno staccare dallo schermo e il binge watching sarà l’unica opzione che vi rimarrà.
I colori sono una caratteristica molto divertente di questa serie, sono utilizzati davvero bene (Dirk indossa sempre giacche di pelle dai colori più sgargianti, dal giallo all’azzurro) e aiutano a delineare la personalità dei nostri personaggi. Il mio look preferito è quello di Amanda, da buona rockettara con i vestiti sempre neri, gli anfibi e la matita che le delinea gli occhi.
Purtroppo, la serie è stata cancellata e non avremo mai la terza stagione che aspettavo con ansia. I motivi sono vari, ma non voglio stare ad elencarveli perché vorrei che poteste godervi quello che è stato creato senza troppe negatività. Ovviamente non è perfetta, ha i suoi difetti e qualche buchetto di trama c’è; a mio parere rimane comunque una serie formidabile che va guardata (su Netflix) a tutti i costi!
Se siete interessati invece al libro, qui potete dargli un’occhiata!
Guarda il trailer della prima stagione:
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– Rainbow Umi