Over the garden wall è la prima miniserie di Cartoon Network ed è un vero gioiellino. Pat McHale ci ha regalato dieci episodi da 11 minuti, ciascuno sempre più incalzante e ricco di piccoli indizi seminati qua e là, che ci porterà a divorare la serie. È anche piena di riferimenti ad altre opere che conosciamo bene.
La trama è molto, molto semplice: Wirt e Greg sono due fratelli, di 14 e 6 anni, che si perdono in un bosco chiamato l’Ignoto. Non è tanto importante come ci siano finiti, quanto ciò che succede all’interno; ovviamente il loro obbiettivo è quello di uscire e tornare a casa, ma per farlo si imbatteranno in tutta una serie di creature che li metterà alla prova. A fare loro da guida, ci sarà una piccola uccellina azzurra di nome Beatrice (luoghi e circostanze diverse, ma stesso ruolo e stesso nome) e li perseguiterà fino alla fine la presenza di una cosiddetta Bestia.
Il bosco è certamente fisico, e a testimoniarlo ci sono le creature strane che incontrano, ma è anche molto mentale. L’Ignoto è un luogo, per quanto magico e surreale, anche molto spaventoso e inquietante, tanto che, a tratti, ricorda alcuni lavori di Tim Burton. E proprio all’interno di questo posto così strano, le differenze caratteriali dei due fratelli saltano fuori prepotentemente: Wirt è più logico, responsabile, e cerca di escogitare fin dall’inizio un piano d’azione per tornare a casa. Greg invece ha le caratteristiche di un classico bambino, spensierato e ottimista, ingenuo, e le sue canzoni vi metteranno per forza di buon umore. Sembra quasi che Greg si ambienti nel giro di poco a questo cambio drastico di realtà, mentre Wirt non riesce a farsene una ragione. Entrambi i fratelli dovranno andare oltre le loro comfort-zone e saranno obbligati a crescere e maturare per tornare a casa.
Come abbiamo detto, l’Ignoto è pieno di strane creature le cui intenzioni non sono sempre chiare. Wirt, Greg e Beatrice si imbatteranno in un taglialegna misterioso e grezzo, uomini-zucca non-morti, una classe di animali con una maestra insoddisfatta, un nobiluomo grottesco (riferimento palese al Cappellaio Matto), cavalli parlanti, rane canterine, una classicissima strega cattiva e una Cenerentola – posseduta, però, da uno spirito tutt’altro che benevolo. Inoltre, la presenza costante e terrificante della Bestia, rende tutta la narrazione ancora più incalzante, e non si vede l’ora di raggiungere il momento clue della serie, in cui i fratelli – Wirt soprattutto – saranno costretti ad affrontarla. Ogni creatura è un riferimento a un qualcosa di già visto e conosciuto, quindi si può dire, in un certo senso, che questa miniserie sia un grande omaggio alla narrazione e animazione classica.
Un punto a cui dobbiamo prestare attenzione e fare i complimenti, è sicuramente il doppiaggio della serie. Se già nella versione originale abbiamo nomi non nuovi (Elijah Wood), in italiano abbiamo niente popo di meno che Sio che doppia sia Wirt che Greg, Cristina D’Avena per Beatrice e Pietro Ubaldi che ricopre diversi ruoli, in primis il taglialegna. Con un cast di questo calibro, credetemi, non rimarrete delusi.
Se ho stuzzicato la vostra curiosità, correte su Netflix e divoratevi questa miniserie! Qui invece trovate l’ultimo articolo della serie Cartoons Time!
– Rainbow Umi
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