Master of Mosquiton – la dualità delle due serie anime
Master of Mosquiton (マスターモスキートン) è un manga di Hiroshi Negishi e Satoru Akahori, e disegnato da Tsutomu Isomata. Dal manga è stata tratta la serie omonima Master of Mosquiton OAV di 6 episodi del 1996 ed è stato ripensato in una serie televisiva anime del 1997.
In Italia arriva invece nel 2001, distribuita dalla Dynamic Italia e poi trasmessa su MTV Italia lo stesso anno. In particolare i sei episodi sono la trasposizione delle vicende raccontate nel volume 1 del manga, mentre i volumi dal 2 al 4 raccontano una storia completamente diversa.
All’OAV è seguita la serie televisiva Master Mosquiton ’99, nella quale Inaho è una studentessa e Mosquiton uno dei suoi professori; questa serie è l’adattamento dei volumi dal 2 al 4 del manga. Non si tratta di un sequel, ma di una storia completamente diversa.
I personaggi sono gli stessi, ma come si può capire dal ’99 nel titolo, la storia non si svolge più negli anni Venti del Novecento, ma nel 1999 e cioè all’epoca della creazione della serie.
Master of Mosquiton – l’adattamento del primo manga
La storia inizia negli anni Venti del Novecento, in Transilvania. Inaho Hitomebore è pronta a tutto pur di impossessarsi di un antico tesoro che gli possa fornire la giovinezza eterna. Trova nei sotterranei del castello di famiglia i resti di Alucard Von Mosquiton, un vampiro che serve la casata da centinaia di anni, e lo riporta in vita.
Inaho risveglia Mosquiton per ritrovare l’O-Part, un prodigioso e antichissimo artefatto magico in grado di donare l’immortalità al suo possessore. Mosquiton è un vampiro strambo e serafico, e per niente malvagio finché non beve sangue umano. I due sono seguiti da Honoo e Yuki, fedeli servitori del vampiro che sono rispettivamente lo spirito del fuoco e del ghiaccio.
Siccome l’O-Part è un oggetto estremamente potente, lo strambo gruppetto scoprirà ben presto che anche due vecchie conoscenze di Mosquiton sono alla ricerca dell’artefatto.
Master Mosquiton ’99 – l’adattamento dei successivi volumi del manga
Master Mosquiton ’99 (Double Nine), è la seconda opera animata dedicata al personaggio di Alucard von Mosquiton.
Inaho Hitomebore è l’ultima erede della famiglia Hitomebore, una ricca casata del Giappone. Sogna di impadronirsi di un O-Part, un artefatto magico che le permetterebbe di arricchirsi ancora di più. Incontra nel dormitorio della scuola che frequenta il vampiro più potente del mondo demoniaco, Mosquiton, che si ciba del sangue delle sue compagne di scuola. Ingaggiano una lotta, e la ragazzina lo sconfigge apparentemente facilmente e decide di tenerlo come suo servitore.
In realtà Mosquiton si fa sconfiggere di proposito. Inaho è la discendente della giovane Inaho di cui era innamorato centinaia di anni prima e accetta il suo nuovo ruolo di servo.
Nel frattempo Inaho, trascinerà il vampiro e i suoi due servitori, Honou e Yuki, in giro per tutto il mondo alla ricerca dei misteriosi artefatti. Tra le varie vicende, al cast dei “vecchi” personaggi già presenti nella prima serie, si affiancheranno il cyborg Franky (ovvio rimando alla creatura del dottor Frankenstein dal romanzo di Mary Shelley) e Ookami, chiamata anche Wolf Lady, per l’appunto una donna lupo.
Nota: O-Parts è un termine realmente esistente, e indica oggetti e opere più o meno misteriose la cui fattura è in netto contrasto con l’epoca di realizzazione.
Le differenze tra le due serie
Nella prima serie, Mosquiton è un essere abbastanza atipico: è discendente di un mezzovampiro e una donna umana e ha in sé solo un quarto di sangue vampirico. Muore se viene infilzato al cuore con un paletto (cosa che avviene abbastanza spesso), ma con una goccia di sangue torna immediatamente in vita e può esporsi tranquillamente al sole, mangiare cibi che contengono aglio, e addirittura indossare una collana con una croce. È fondamentalmente il vampiro “domestico” e un po’ scemo di Inaho: le obbedisce volentieri, è molto comprensivo e la asseconda. Inoltre, in un episodio della serie OAV afferma inoltre di essere un pacifista, anche se si nutre di sangue.
Con lui sono presenti i suoi servitori, all’apparenza due bambini che di solito non fanno niente, a meno che Mosquiton gli dia un ordine diretto. Si trasformano in adulti con poteri sovrannaturali quando devono difendere il loro padrone.
La strana e divertente serie OAV Master of Mosquiton
Innanzitutto, non è la solita storia di vampiri. Per fortuna, aggiungerei.
I personaggi sono ben caratterizzati, anche se non possiamo conoscerli a fondo a causa della breve durata della serie, e non sono assolutamente stereotipati. Queste due caratteristiche sono una delle armi vincenti di questa serie.
Anche se il titolo dell’anime è lo stesso del personaggio, non è lui il protagonista. Questo ruolo spetta a Inaho, giovane, capricciosa e impetuosa ragazza. È innamorata del denaro e di Mosquiton, ma il denaro viene sempre per primo.
La storia ha luogo negli anni Venti del ‘900. L’ambientazione è ben caratterizzata, si spostano da Shangai a Londra e le musiche sono quelle di un tempo.
Nel corso dei sei OAV la storia è ben narrata, senza punti morti, ma purtroppo non viene spiegata del tutto. Alla fine, allo spettatore non vengono fornite chiare risposte sull’effettivo potere dell’O-Part, non viene approfondito a pieno l’obiettivo finale dell’antagonista, a parte la classica e ovvia distruzione del mondo. Ciò non è dipeso dalla produzione ma proprio perché è il manga ad essere breve.
Tuttavia ho molto apprezzato il finale melanconico. Avrei preferito qualche puntata in più, sia per godere della compagnia dei personaggi, sia per vedere tutta la trama spiegata dettagliatamente fino in fondo.
Eppure, la trama mescola bene letteratura, fantascienza, e storia. È una storia di vampiri, ma raccontata in modo atipico. Tra una gag e l’altra e grazie al ritmo incalzante, la serie si beffa delle trame finora portate sul grande e piccolo schermo a proposito dei vampiri assetati di sangue e vendetta, catastrofe e fine dell’umanità. È una serie divertente e scanzonata, che ha anche i suoi momenti seri.
Uno dei punti più divertenti della serie è la sua sigla iniziale. È una sequenza di immagini situazionali di Mosquiton in Egitto, o a Loch Ness nella famosa foto che dimostra l’ipotetica esistenza di Nessie, o al cinema, che si annoia guardando il film Nosferatu.
Insomma, una serie divertente e leggera, un piccolo cult da conservare tra le migliori serie anime.
La delusione di Master Mosquiton ’99
Nel 1997 è la volta della nuova serie in 26 episodi, completamente rivista e nell’ambientazione e nella trama rispetto alla OAV Master of Mosquiton.
Purtroppo, in questo caso la serie non riprende lo stesso livello della prima e anzi il calo di qualità è davvero enorme, rispetto allo standard della produzione precedente.
Si basa più sulla comicità e le gag, sfrutta molti cliché che al contrario non erano presenti nella prima serie (come le leggende dei luoghi che visita il gruppo) che non fanno ridere e risultano noiosi.
La seconda parte della racconta il passato dei vari protagonisti, fino ad arrivare agli ultimi tre episodi che vedono improvvisamente una banale svolta alla storia, e portano a un finale altrettanto banale, come tutta la serie del resto.
Anche i personaggi sono peggiorati rispetto a quelli visti nella serie di OAV: Mosquiton non è un vampiro forte, anzi finisce sempre sconfitto in ogni episodio. Inaho è una ragazza molto più capricciosa delle prime serie, che arriva ad essere davvero insopportabile. Gli antagonisti inoltre sono solo l’ombra dei personaggi che erano, e fanno solo da mere comparse.
Addirittura i disegni e le animazioni sono appena sufficienti, al contrario della grande accuratezza della prima serie.
Un gran peccato.