Rey: l’eroina dei cambi di regia
Se dovessimo attribuire a Rey (Daisy Ridley) una casa di Hogwarts, a mia detta sarebbe Tassorosso. Rey mi ha dato l’impressione di essere quel personaggio sempre positivo e ottimista, nonostante le situazioni che ha passato. Un personaggio che poteva avere un potenziale gigantesco e che è stato distrutto con Episodio 9 – diciamoci la verità: per un motivo o per un altro, tutti abbiamo odiato quel film. Ma partiamo dall’inizio: chi è Rey di Jakku?
Rey di Jakku
Rey ci viene presentata come una ragazza sui vent’anni che vive su Jakku, un pianeta sabbioso che, inevitabilmente, ci fa ricordare un altro pianeta che conosciamo più che bene: Tattooine, il pianeta di Anakin e Luke Skywalker. A differenza dei due ragazzi, che in un modo o nell’altro hanno avuto delle figure adulte a cui appoggiarsi, Rey è totalmente sola. Vive di ciò che trova nel deserto, nei resti delle navi che sono cadute, e che deve lottare per prendere. Ciò che trova non lo tiene per sé, lo fa valutare da un tizio dall’aria ben poco raccomandabile che in cambio le dà porzioni di cibo, in base alla rarità e qualità dei pezzi. Una vita che nessuno di noi vorrebbe fare.
Rey non è un personaggio che ti salta all’attenzione e, per come si comporta durante Episodio 7, tutto sembra tranne che una giovane donna. Continua a mantenere la stessa pettinatura di quando era bambina ed è positiva sul rimanere a Jakku, nonostante lo odi, perché i suoi genitori potrebbero tornare a prenderla. Il suo vestiario bianco è indice della sua fanciullezza. Si affeziona fin troppo velocemente ad Han e le sue emozioni la guidano, anche se è abbastanza umile da capire di aver bisogno di un maestro. Perciò, si affida a Luke Skywalker per scoprire questa parte di lei che non conosce. Per quanto ancora immatura e grezza, questa Rey è vera e omogenea: è gentile, altruista e paziente, ma allo stesso tempo non si fida immediatamente di chiunque, non è del tutto ingenua (per esempio, con Finn ci mette il suo tempo ad aprirsi).
Rey figlia di nessuno
L’addestramento con Luke non è semplice, soprattutto quello mentale. Rey deve capire che la Forza è un qualcosa di neutro: ogni persona che ce l’ha decide come plasmarla, le sue emozioni la influenzeranno. Se non sarà in grado di gestirle, il grande potere che ha potrebbe portare a un cammino più oscuro di quanto pensasse. La scena della grotta è fondamentale e, a mio parere, se avessero tenuto lo script di “Rey figlia di nessuno” avrebbero vinto alla grande. Perché sarebbe stato troppo facile, no? Sei figlia di X. Ah okay, bella lì, ciao. Certo che è l’eroina, è figlia di X! Certo che ha la Forza, è figlia di X! Invece ciò che è suo se lo è sudato, ed è dovuta andare alla ricerca di sé. Essendo figlia di nessuno, non ha niente che l’ancorasse al passato, ha solo da guadagnare andando avanti.
Di nuovo, simbolici sono gli indumenti che indossa: ci siamo sbarazzati del bianco in cambio di grigio e blu e, per quanto ancora anonimi, si vedono delle differenze sostanziali: la canotta un po’ più scollata e i capelli sciolti portano a pensare a una femminilità più sviluppata. Rey comincia a capire se stessa non solo dal punto di vista mentale ma anche da quello fisico. Abbraccia il suo corpo, il suo star crescendo ed essere donna sotto tutti i punti di vista. Questa è Rey: indipendente, intelligente, ma anche buffa, gentile e ironica, con ancora tante cose da vedere e scoprire nel mondo.
Rey e Kylo
Il rapporto che Rey ha con Kylo è qualcosa di profondo, da qualunque punto vogliamo esaminarlo. Ora, ammetto di non essere una grande fan della coppia, ma questo non significa essere cieca e non aver visto cosa gli sceneggiatori stessero tentando di portare avanti. Per quanto si noti il cambio di regia fra 7 e 8, tutto sommato il viaggio di Rey ha una certa continuità, così come il legame con Ben. Rey prima lo detesta per ciò che fa a lei e per la morte di Han, poi decide di salvarlo. Nella scena dell’interrogatorio Kylo pensa di vincerla, ma in realtà sblocca il potere sopito di Rey e le loro Forze coincidono, sono alla pari.
Man mano che la storia va avanti, scopriamo che il legame fra i due è così intenso da poter avere delle visioni l’uno dell’altra, possono vedere dove stanno “in tempo reale” (manco avessero FaceTime) e si possono anche toccare. Per quanto reputi la cosa un filino troppo cringe, è innegabile che ci sia tensione sessuale fra i due. E sotto sotto la cosa mi è piaciuta, perché ha reso Rey ancora più vera: se con i suoi poteri si è risvegliata anche la donna, allora perché non farle provare dei sentimenti “adulti” verso un altro personaggio? Seppur diversi, sono anime affini. In un universo alternativo e con dei genitori differenti, avrebbero vissuto il loro happily ever after. Rey decide che c’è del buono in Ben e che vale la pena lottare per tirarlo fuori, ma nonostante questa scelta i due non sono ancora davvero pronti, e finiscono per lasciarsi.
Episodio 9 – il trash
Chi dice che Episodio 9 sia bello o sta mentendo o è stato pagato per dirlo. La cosa divertente * insert sarcasm here * è che continuavano a dire “No, no, le parentele non devono contare in questa nuova trilogia” quando il fandom chiedeva una parentela Kenobi, e poi l’hanno fatta nipote di Palpatine. Se dovessi stare a fare un’analisi di quanto questa scelta sia sbagliata e di come il personaggio stesso dell’Imperatore sia stato distrutto, non mi basterebbe tutto il tempo del mondo, quindi ci terremo su Rey soltanto. Per quanto riguarda il suo sviluppo, è come se avessero riavvolto la pellicola: torniamo indietro e facciamo finta che Episodio 8 non sia mai esistito. Rey torna ad essere arrabbiata con Kylo perché non le ha detto la verità sui suoi genitori e rimane così per quasi metà film in pratica, finché non ritrova un po’ di buon senso.
Deve affrontare un’eredità messa a casaccio di fretta e furia e le vengono dati dei poteri – sì, mi sto riferendo ai fulmini – che canonicamente sono un qualcosa di appartenente solo ai Sith/Jedi Oscuri più addestrati. Non è una ca*** di cosa che può essere tramandata. La sua Forza non è più un qualcosa di random (come per Ezra Bridger, il protagonista di Rebels), diventa invece un qualcosa di dovuto perché parente di. Questo semplice fatto trasforma la nostra protagonista da essere un personaggio ben pensato e con un senso di esistere, a essere una semplicissima Mary Sue a cui tutto è dovuto. Inoltre è costretta a scontrarsi contro suo nonno senza una preparazione né un motivo vero e proprio, come se l’avessero buttata in una vasca con gli squali senza bombole per respirare e un solo arpione. Così, a caso.
Involuzione di Rey
Come per tutto il resto, ovviamente abbiamo una involuzione anche per quanto riguarda l’aspetto fisico e l’abbigliamento della nostra eroina. I colori tornano al bianco – segno di castità e purezza – e sono molto simili a quelli iniziali. Possiamo dunque dire addio alla donna indipendente che abbraccia la propria femminilità ed età adulta. Torniamo ad un’eroina più bambina che altro, quasi a simboleggiare che essere adulti e avere uno sviluppo (fisico e mentale) sia un qualcosa da evitare, che in un qualche modo “macchierebbe” la sua immagine.
La diade
Durante i primi due Episodi di questa nuova trilogia, per quanto raffazzonato e con evidenti errori, il legame fra Rey e Ben era certo forte, ma rimaneva comunque solo quello: un legame. Dei sentimenti profondi reciproci, da una persona verso l’altra. Con questa storia della diade, invece, significa che un’anima è stata presa e spezzata in due corpi. Il che significa un sacco di robe negative: i personaggi non sono più due identità separate attratte l’una dall’altra, incontrate quasi per caso; era “scritto nelle stelle” che sarebbe dovuta andare così. Anche qui, il loro rapporto – uno degli elementi su cui ruota la saga intera – viene banalizzato e sminuito, viene forzato e ridicolizzato, onestamente. (da qui parte un piccolo rant personale, abbiate pazienza)
Alla fine si riuniscono ma con nulla di davvero risolto: Ben ha una redenzione solo sentendo sua madre che sussurra “Beeeeeeeeeen” (complimenti agli sceneggiatori) e poi crepa malamente. Qui viene la parte più bella: Rey diventa eremita. Rey, che teme la solitudine e odia Jakku, va in esilio su niente popò di meno che Tattooine. Seppellisce lì la spada laser di Anakin – che odia Tattooine come nessun’altra cosa al mondo – accanto alla tomba di Shmi e si trasferisce in una casa in cui sono morti due poveretti. Inoltre si prende il cognome Skywalker implicando che 1. Ben non era il vero Skywalker della saga, ma lei e 2. Ignorando totalmente il fatto che sia Luke che Leia le hanno mentito e che comunque le due persone a cui era più legata erano Leia (Organa) e Han (Solo) e non ha quindi una fava di senso prendere quel cognome!!
Rey è una buona protagonista quindi?
Personalmente, non mi è mai piaciuta e non mi ci sono ritrovata nemmeno per un momento in lei. È un personaggio che a me non ha detto nulla, ma in molti ci si sono affezionati. Da un punto di vista tecnico invece, Rey è una buona protagonista, con un viaggio dell’eroe, un background interessante e una trama nuova che poteva essere sviluppata. A causa dei vari cambi di regia e sceneggiatura gran parte del suo potenziale è andato perso e si può dire che l’apice di lei lo vediamo Episodio 8. È – più o meno – lo stesso ragionamento che abbiamo affrontato con Padmé: per due episodi molto molto buona, l’ultimo rovina tutto, ed è un vero peccato.
– Rainbow Umi