Ratched: una serie ai limiti della disumanità!

Ratched: una serie ai limiti della disumanità!

Ottobre 1, 2020 1 Di Shadow

In onda dal 18 settembre 2020 su Netflix, si basa sul romanzo di successo Qualcuno volò sul nido del cuculo di Ken Kesay. Tra gli attori protagonisti troviamo l’intramontabile Sarah Paulson e Finn Wittrock, con la straordinaria regia di Ryan Murphy. Avete capito di che serie sto parlando? Bravi: si tratta proprio di Ratched!

Trama 

Corre l’anno 1947. L’infermiera Mildred Ratched giunge in California, più precisamente a Lucia. Qui entra a far parte del team di infermieri che lavorano all’interno di un centro psichiatrico, gestito dal visionario dott. Richard Hanover, dove vengono attuate sperimentali pratiche molto cruente per curare la mente umana. Mildred si presenta con un aspetto perfetto, ma entrando sempre di più nel sistema sanitario della struttura viene a galla il vero motivo per il quale è andata a lavorare in quel luogo.

La distruzione delle menti di Ratched

Ratched racconta le origini di un cattivo: Mildred Ratched, capoinfermiera dell’istituto Salem, personaggio che nel 1979 fece ottenere un oscar a Louise Fletcher per la sua versione in Qualcuno volò sul nido del cuculo.

Nella serie, però, Mrs Ratched non è divenuta ancora quella del romanzo di Kesey, anche se le macchinazioni che escogita e la freddezza con cui le porta avanti delineano già piuttosto chiaramente la sua inclinazione. Tante saranno le domande che ci porremo durante la visione, una fra tutte: davvero Mildred riesce a calcolare le mosse in anticipo? Complessivamente gli episodi che compongono la prima stagione permettono un binge watching serrato, grazie ai vari cliffhanger presentati dagli ultimi minuti di ciascun capitolo. 

La medicina dei carnefici

Seppur la cattiveria presentata da questa serie viene cucita addosso ai personaggi, impallidisce alla cruda realtà. Negli anni ’50 la medicina utilizzava gli umani come cavie, convinta di riuscire a curare qualsiasi problema attraverso metodi barbarici. La lobotomia con un picchetto da ghiaccio, l’idroterapia fra vasche calde e fredde e infine l’elettroshock sono solo alcune delle nefandezze che la mente umana ha partorito per guarire malattie, che al giorno d’oggi, non sono considerate tali.

Non spariscono dalla memoria collettiva e personale, la cui messa in scena, altresì, risulta difficile da tollerare più del semplice splatter. L’unica nota dolente è rappresentante dalla colonna sonora, non sempre all’altezza delle scelte narrative, arrivando a una sigla a dir poco ridicola. Eppure Ryan ci ha sempre deliziato con aperture all’altezza sin dai tempi della prima stagione American Horror Story. 

Verdetto

Tirando le somme di quando detto fino a ora, la serie risulta fresca, capace di mantenere l’attenzione dello spettatore grazie a colpi di scena mai forzati e lineari. Non riconosceremo più quali siano le verità e quali le menzogne postaci da Murphy, che ancora una volta, si dimostra all’altezza del compito. 

Voi avete già visto questa meravigliosa serie? Vostre impressioni? Fatemelo sapere! Un saluto, Shadow!