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Emily in Paris – la nuova serie di Lily Collins su Netflix

Torna Darren Star, l’ideatore di Sex and The City, con Emily in Paris, la nuova serie romance comedy su Netflix.

Ma perché “le vasin”, la vagina, è maschile? 

Emily in Paris

Lily Collins veste i panni della venticinquenne Emily Cooper, un’ambiziosa direttrice marketing di Chicago che ottiene il lavoro dei sogni a Parigi. La sua azienda ha acquisito una compagnia di lusso francese e ora deve occuparsi di rinnovare la strategia sui social media.

Emily però, non parla francese.

La sua nuova vita, però, non è come si era immaginata: non ci sono solo le passeggiate alla Ville Lumière, la Tour Eiffel che l’aspetta e la città dell’amore. Se pochi parlano inglese e lei non parla francese, come fare per comunicare?

Emily si trova sperduta, nonostante l’entusiasmo per la nuova mansione, per il lavoro dei suoi sogni. I suoi colleghi la prendono in giro, le affibbiano nomignoli poco simpatici che lei finge di non capire, ma, grazie al suo traduttore vocale, ha sempre la risposta pronta:

Va te faire foutre!

Farsi nuovi amici è difficile, soprattutto quando il tuo unico allegato, il tuo fidanzato, è a tantissime miglia da te e non ha intenzione di trasferirsi da lei, o nemmeno di andarla a trovare. Così Emily si trova sola, in una città enorme che però le è ostile e che purtroppo non comprende.

I personaggi

La sua capa, Sylvie (Philippine Leroy-Beaulieu), gestisce una vasca di piranha che vogliono solo farla a piccoli pezzi. Poi c’è Mindy (Ashley ParkTales of the City), una collega espatriata come lei innamorata persa della città; Gabriel (Lucas Bravo), il suo sexy vicino di casa, un tipo sensibile incuriosito da quest’americana che vive al piano di sopra; Camille (Camille RazatScomparsa), una ragazza elegante, estroversa e soprattutto con i piedi per terra che allevia le sue paure e che lei sogna di emulare; e Luc (Bruno Gouery), il suo collega intelligente, colorito e irritabile diventato rapidamente un’ancora di salvezza mentre naviga in questo selvaggio nuovo mondo.

Ma i francesi sono particolari e lei non sa ancora come approcciarsi.

Commento

Dopo i giovani nell’Upper Side e le single più famose della tv, Darren Star ci presenta la storia di Emily Cooper, giovane ragazza di Chicago pronta a un avanzamento di carriera.

Emily però non è una scema: tra un pain au chocolat, un promettete chef del piano di sotto, nuovi amici incontrati al parco e triangoli amorosi al lavoro, Emily inizia a costruirsi una vita nella città dell’amore. La riflessione tra le righe sul ruolo dei social media nel marketing e nella pubblicità e sulla reale influenza degli influencer.

Emily in Paris è una serie fresca, reale, attuale. Emily mi ha ricordato tanto il mio lavoro – in un settore completamente differente. E come, certe volte, sul luogo di lavoro, spesso si parlino davvero lingue diverse. Non solo per quanto riguarda colleghi stranieri o che, ma spesso anche persone dello stesso ceppo linguistico non si capiscono. Forse esperienze diverse, forse metodi diversi… ma il mondo è in cambiamento, soprattutto quello del lavoro. Quest’anno con il covid abbiamo dovuto rimboccarci le maniche e scoprire lo smart working, qualcosa che, alcuni di voi sanno già, era già in voga in diversi paesi europei e non.
Ma in realtà ogni metodo è in cambiamento, gli stessi social hanno apportato il cambiamento maggiore.

Le cose si erano fatte in un altro modo.

Sylvie non si trattiene dal dirglielo più e più volte a Emily: il cambiamento spaventa, soprattutto nella comunicazione.

La trama è piena di cliché, come il collega gay di Emily, la capa cattiva ma che in fondo ha un cuore, alcuni snodi narrativi come i fortuiti incontri della protagonista… Sì, sì, e sì.
Ma si passa sopra a tutto perché questa comedy è così attuale e parla così di tanto di noi che è veramente fruibile.

Da guardare assolutamente.

Poison El

[Proofreader e Editor. Digital Content Creator. Blogger. Artist. Traveller. Aspirant Writer.]

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