Il truculento omicidio di una fanciulla e una setta misteriosa sono gli ingredienti chiave della Quattordicesima lettera, romanzo d’esordio di Claire Evans, pubblicato in Italia da Neri Pozza.
Siamo nella Londra vittoriana del 1881. Il giovane avvocato William Lamb si ritrova invischiato, a causa di un bizzarro cliente, in una vicenda che lo porterà a vivere un’avventura lontanissima dalla sua tranquilla vita borghese, ma che lo avvicinerà a una rivelazione sul suo passato di cui nemmeno supponeva l’esistenza. Lo accompagnano Savannah, una giovane americana in fuga, che si direbbe uscita da un film western ante litteram, e Harry, un investigatore di Scotland Yard. Sì, perché l’avventura di William è strettamente connessa al turpe omicidio di una giovane, promessa sposa di un ricco rampollo londinese. Sembra il gesto di un folle, ma quale verità si nasconde dietro l’omicidio? Le apparenze possono ingannare.
Dopo fughe, colpi di scena, personaggi oscuri e ambivalenti che incrociano il cammino dei protagonisti, dalle viscere della città emerge una temibile setta segreta, che dall’alba dei tempi lavora nell’ombra, disposta a ogni nefandezza pur di raggiungere il suo scopo.
Questo romanzo non è facilmente ascrivibile a un genere, e probabilmente non avrebbe senso cercare di catalogarlo. È una commistione di elementi che, unendosi, formano un tutto composito ma coerente e avvincente. In un’ambientazione storica, si muovono personaggi ispirati a uomini e donne realmente esistiti e altri totalmente fittizi. La narrazione è incalzante, in un susseguirsi di avventure e serrati colpi di scena, raccontati con un linguaggio che immerge il lettore nell’epoca storica. I tre personaggi principali si muovono inizialmente in modo indipendente, seguendo strade diverse. Queste, però, a un certo punto della storia si intrecciano, e confluiscono in quella di William Lamb.
Ma chi ha scritto la quattordicesima lettera da cui il titolo? Niente spoiler, ovviamente, sappiate solo che si collega a quello che forse è l’elemento più intrigante e affascinante del libro: la setta segreta. Progredendo nella lettura della storia si scopre che fin dall’antichità una setta ha operato nell’ombra, trasmettendo il suo obiettivo finale di generazione in generazione. Con il passare del tempo, quello che poteva essere nato come uno scopo nobile, è degenerato, e i modi di raggiungerlo sono divenuti sempre più turpi. L’omicidio che apre il romanzo può essere considerato il simbolo di questa degenerazione, un monito alla follia umana. Starà ai protagonisti scoprire la verità e sventare piani millenari.
Un romanzo ricco di suggestioni che però ha suscitato parecchie critiche. A mio avviso gli si può imputare un certo grado di lentezza nel venire al nocciolo della storia (forse si è cercato di far crescere troppo l’hype) in alcuni punti. Tuttavia non ho riscontrato la piattezza che alcuni gli hanno contestato, né mi hanno turbato le “libertà” che l’autrice si è presa con alcuni fatti e personaggi storici. Non è la prima a farlo e non sarà l’ultima, ma il bello di un romanzo è proprio la libertà di poter prendere la materia e farne ciò che si vuole, previa una documentazione sui fatti da manipolare e un’avvertenza al lettore, e nel libro ci sono entrambe.
La quattordicesima lettera, Claire Evans, Neri Pozza, Milano 2020, p. 448, 18 €
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