I Simpsons e i due episodi n.1
Le origini della più famosa famiglia gialla d’America, conosciuta come i Simpsons, furono abbastanza insolite. Tutto iniziò negli anni Ottanta con un giovane fumettista di nome Matt Groening: il disegnatore stava per raggiungere un grande traguardo per la sua carriera, il suo fumetto Life in Hell (1977-2012) divenne molto popolare nella cultura di massa tanto da aver l’occasione di poter fare un corto animato per lo spettacolo televisivo The Tracey Ullman Show, un programma comico e a volte anche satirico che alternava sketch recitative o musicali con pubblicità e scene animate.
Proprio in queste scene animate ci sarebbe stata la collaborazione di Matt Groening, che era intenzionato a realizzare una serie animata sulla sua opera, Life in Hell, tuttavia Matt si rese conto che far proiettare i cartoni animati del suo fumetto gli avrebbe fatto perdere i diritti su tale opera, così decise di creare da zero un nuovo prodotto per lo show.
E fu così che nacquero i Simpsons, una famiglia dagli aspetti caricaturali di quella americana per quel periodo, i nomi dei personaggi furono un omaggio alla famiglia di Groening, infatti Homer e Marge sono i nomi dei suoi genitori, mentre Lisa e Maggie sono tratte da quelle delle sue due sorelle, per sé l’autore tenne Bart, che non solo ha un’assonanza con Matt, ma anagrammato forma la parola brat ovvero “monello”.
Il primo cortometraggio
Matt Groening iniziò subito a lavorare per il progetto e spedì delle bozze molto grossolane agli animatori che però, invece di definire meglio i modelli da seguire, li ricopiarono tali e quali, realizzando dei personaggi abbastanza insoliti accentuati anche dalla pelle gialla su decise del colorista George Peluse.
Fu così che nel 1987 al The Tracey Ullman Show andò in onda il primo episodio, o meglio, il primo corto dei Simpsons intitolato Buonanotte (Good Night) della durata di un solo minuto e mezzo circa.
Il corto inizia nella casa Simpson, dove Homer dà la buona notte a Bart, che tuttavia non sembra molto intenzionato a voler dormire e inizia a tempestarlo di domande sulla “consistenza della mente”, a cui Homer risponde solo con una battuta che però Bart non coglie e rimane nel perenne dubbio. Successivamente si vedono Marge e Lisa in una scena simile, Lisa sta per andare a dormire in maniera serena fino a quando Marge non menziona “l’uomo nero” (nella versione originale invece dice “bed bugs bites”ovvero le punture delle cimici del letto) spegnendo la luce e lasciando la figlia terrorizzata nel buio. Tocca infine a Maggie che riceve una dolce ninna nanna che però verso la fine ha degli svolti traumatizzanti.
Homer e Marge vanno soddisfatti a letto augurandosi la buonanotte fino a quando non irrompono nella camera i figli in preda al panico che si tuffano sotto le coperte del lettone tremanti, Homer allora rassegnato augura a tutti buonanotte e spegne la luce, ad una ad una le paia di occhi che si scorgono nel buio si chiudono.
I Simpsons condivisero al scena con un altro corto animato Dr.N! Godatu, che però non ebbe lo stesso impatto del suo “collega” e la sua serie venne interrotta già a metà della seconda stagione, mentre i Simpson ebbero un enorme successo arrivando addirittura a quota 48 episodi. Tuttavia tale successo portò a degli scontri, specialmente con la conduttrice dello show Tracy Ullman che pretese la sua quota di introiti sul corto e avviò anche una battaglia legale, per sua sfortuna perse la causa e addirittura finì con interrompere la collaborazione con Matt Groening, durata per ben tre anni.
Episodio 1 de I Simpsons
Senza più vincoli legati allo show e con una certa notorietà Groening poté dare avvio a una vera e propria produzione del cartone animato e nel 17 dicembre del 1989 arrivò nelle televisioni americane il primo episodio dei Simpsons che portava come numero di serie proprio il numero uno.
La grafica fu decisamente migliorata rispetto ai corti e i tratti dei personaggi furono resi più tondi e armoniosi, insomma i Simpsons che tutti conoscono!
L’episodio si intitolava “Un Natale da cani” (in lingua originale Simpsons Roasting on an Open Fire) e fu l’unico episodio ad non avere le gag del divano e della lavagna nella sigla.
Nella puntata i personaggi non hanno certo bisogno di presentazioni perché ormai sono già conosciuti dal pubblico tramite i corti precedenti, quindi nonostante il cambio di stile visivo gli episodi non sono da considerarsi dei reboot.
Tutto inizia con Homer che accompagna in auto Marge e Maggie per andare a vedere la recita scolastica dei propri figli. Durante la recita appaiono già il preside Skinner, l’insegnate di musica Dewey Largo e Ralph Winchester. Lisa dimostra la sua bravura con uno strepitoso spettacolo con le torce infuocate, mentre Bart non poteva che rovinare il coro natalizio della sua classe con la sua terribile revisione:
“Oh Jingle Bei
Bat-man gay
Robin scemo sei!
La Batmobile schifo fa
Joker che ci sta a fa’?”
Canzone che verrà interrotta il prima possibile da Skinner sollevando di peso Bart mentre ancora il coro sta cantando.
Tornati a casa Homer inizia a sistemare gli addobbi natalizi, mentre Marge scrive una lettera alquanto ambigua sotto un certo punto di vista, infatti si addolora della morte di Palla di Neve, subito rimpiazzato da Palla di Neve II accostando però uno strano confronto con l’affermazione “il nonno è ancora tra noi, più arzillo che mai”. Bart e Lisa consegnano le loro letterine di Natale che consistono per una in un pony e per l’altro in un tatuaggio, cosa che gli verrà subito negata, intanto Homer prima bisticcia per telefono con le sue cognate e poi si ritroverà nella classica situazione di invidia verso il vicino Flanders per via delle sue luminarie natalizie.
Il giorno successivo Marge va al centro commerciale assieme ai figli con un barattolone di risparmi, mentre Homer va al lavoro, alla centrale nucleare però iniziano ad esserci i problemi, il signor Montgomery Burns decide di negare le tredicesime agli operai. Nonostante la rabbia iniziale Homer rimane comunque sereno, perché sa che per la festività di natale può ancora contare sul barattolone di risparmi, tuttavia ignora che in quel preciso momento Bart si è fatto fare un tatuaggio e per poterlo cancellare Marge è dovuta ricorrere proprio sui risparmi del barattolo, visto che per le feste potrebbero osare tranquillamente la tredicesima di Homer.
Quando Homer lo viene a sapere è in preda al panico, non ha il coraggio di dire alla propria famiglia di essere al verde e cerca gestire lui le spese natalizie, immancabile ovviamente il confronto con la famiglia Flanders, sempre felice e perfetta in tutto.
I regali economici sono terribili e in preda alla depressione Homer si reca da Boe per bere una birra, lì incontra Barney vestito da Babbo Natale e scopre che al centro commerciale assumono aiutanti di Babbo Natale. Così dopo un corso accelerato per fare il Babbo Natale Homer riesce a trovare un secondo lavoro per poter pagare i regali per la sua famiglia. Dopo aver tagliato un albero da una proprietà privata ed esser inseguito da dei cani e da un tizio con il fucile a Homer non resta che lavorare sodo nelle vesti di Babbo Natale fino a quando, per una scommessa fatta con Milhouse, Bart non gli strappa via la barba smascherandolo.
Homer all’inizio si arrabbia ma poi prende da parte Bart e gli dice le cose per come stanno, della mancata tredicesima e del lavoro terribile che stava facendo, perché, sue testuali parole, “Pur di non far passare un Natale da cani alla mia famiglia sono disposto a fare questo e altro!”, Bart si dimostra comprensivo e diventa quasi un complice del segreto di Homer, finendo per accompagnarlo al ritiro della busta paga che ammonta a soli tredici dollari, con grande sorpresa dei centoventi dollari promessi gli erano stati sottratte le tasse, le spese per il corso da Babbo Natale e anche il noleggio del costume.
Homer e Bart sono affranti, mentre Barney è contento per quei tredici dollari, spiegando che al cinodromo di Springfield ha un cane vincente di nome Turbine che gli permetterà di moltiplicare il suo guadagno.
Homer è restio a puntare i soldi sulle corse dei cani, ma Bart invocando il “miracolo” di Natale che si vede nei film riesce a far cambiare idea al padre e vanno al cinodromo, lì però un annuncio dell’ultimo minuti fa cambiare un cane con un altro, chiamato Piccolo Aiutante di Babbo Natale, Homer lo prende come un segno del destino e decide di puntare tutto su di lui.
La corsa di dimostra un disastro! Il Piccolo Aiutante di Babbo Natale è completamente negato per la corsa e Homer e Bart abbattuti finendo per frugare tra i biglietti buttati bel parcheggio nella speranza che ce ne sia uno vincente.
In quel momento arriva il Piccolo Aiutante di Babbo Natale inseguito dal suo padrone furibondo che gli lancia contro dei sassi per aver perso per l’ennesima volta, il cane allora salta in braccia a Homer in cerca di protezione.
Alla richiesta di Bart se potevano tenerlo Homer si dimostra titubante, per lui è solo un patetico perdente, ma poi ci ripensa e cambia idea, ritenendo che sia una “dote” perfetta per un Simpson.
I due tornano a casa tardi, Homer è pronto a fare un discorso per raccontare ai presenti la verità, ma Bart mostra a tutti il cane che l’attenzione finisce per focalizzarsi sul nuovo arrivato che viene accolto con grande gioia in casa di Simpson.
Analisi
L’episodio nonostante qualche gag è molto maturo sia per tematiche che per messaggi.
La figura di Homer è quasi fantozziana, è un semplice uomo che si trova oppresso e deriso dagli eventi e da coloro che stanno al di sopra di lui.
Il constante paragone di Flanders lo porta a voler dare il più possibile alla propria famiglia perché ritiene che essa meriti di più di quello che può effettivamente dare, ma questo è un atteggiamento auto-distruttivo e Homer finisce per farsi carico di peso enorme che finisce per schiacciarlo, il fatto che abbia rubato un albero da un bosco, che si sia trovato a fare un lavoro in cui non è portato e persino a scommettere per cercare di racimolare più soldi possibili sono tutte scene goffe che all’inizio sembrano comiche, messe per far ridere ma poi ci si rende conto di quanto questa persona sia disperata. Nonostante la tristezza che si percepisce ad ogni fallimento che Homer riceve l’episodio ci regala un buon lieto fine, introducendo anche un personaggio iconico della saga.
Anche se non era stato pensato per esser il primo episodio che avrebbe inaugurato la serie, questa puntata dei Simpsons, mandata in onda nel 17 dicembre del 1989, ha segnato il primo passo di un grande fenomeno culturale che tutti conosciamo.
-Belharza