L’eredità celtica – origine e antropologia dei popoli cisalpini di Stefano Spagocci, edito dalla Press&Archeos. Oggi è il giorno del #reviewparty, come vi avevamo già detto nella presentazione.
I Celti, generalmente associati a Irlanda, Scozia, Galles e Bretagna, sono in realtà alla radice di gran parte delle nazioni europee. La presenza celtica in parte dell’Italia settentrionale è altrettanto autoctona quanto quella in Iberia, Europa Centrale ed Isole Britanniche. Dopo le invasioni storiche del IV sec. a.C. tutta l’Italia settentrionale, e parte dell’Italia centrale, fu abitata da popolazioni celtiche o celtizzate. Un tale dato, tuttavia, è quasi sconosciuto al grande pubblico.
In questo libro, sintetizzando un ventennale lavoro di spoglio della letteratura archeologica ed antropologica, l’autore ha voluto rendere giustizia ai Celti Cisalpini, delineandone un ritratto antropologico in senso genetico, fisico e culturale. Ciò allo scopo non solo di conoscere meglio questo insieme di popoli ma di capire quanto di loro sia rimasto nell’antropologia dei Popoli cisalpini.
Se dal punto di vista genetico, con alcune precisazioni riguardo all’aggettivo “celtico” dalle quali l’autore non rifugge, si può sostenere l’origine celtica, prevalentemente celtica o in parte celtica degli abitanti di buona parte dell’Italia settentrionale, dal punto di vista culturale il discorso si fa più complesso. Per questa ragione un’attenzione particolare è dedicata anche alle dinamiche della romanizzazione, giungendo alla conclusione che molto di celtico, nonostante tutto, sia rimasto in Italia settentrionale.
I primi capitoli de L’eredità celtica – origine e antropologia dei popoli cisalpini trattano della mappa genetica. Cioè di come nei nostri geni, la cultura celtica si insita. Non sono molto chiari questi capitoli, o almeno all’inizio, ma pagina per pagina ci si addentra in una spiegazione culturale, artistica e fisica.
I passaggi per l’Italia dall’Europa centrale utilizzati dai Celti erano diversi: si giungeva in Liguria e nell’alto corso del Po dai passi del Monginevro e del Gran San Bernardo; dai passi del Giulio e del Maloia, nell’alta Engadina, si entrava nel nord della Lombardia; dal passo della Maddalena si arrivava al medio corso del Po. Quest’ultimo era il valico più comodo per chi giungeva dalla Gallia meridionale. I primi gruppi celtici di questa migrazione entrarono in Italia stanziandosi nel Piemonte, nella zona prealpina della Lombardia e attorno al Lago di Garda. Un’altra via importante utilizzata dai Celti fu certamente la valle dell’Adige, lungo la quale si conservano ancora oggi numerosi toponimi celtici.
Stefano Spagocci ci racconta come il nord d’Italia attinga le sue radici proprio nel popolo celtico. In Italia abbiamo moltissime testimonianze del nostro passaggio. Si può dire che, come il Mezzogiorno ha ricevuto il lascito della civiltà greca, il Nord ha ricevuto l’eredità della civiltà etrusca prima e di quella celtica poi.
Un buon saggio e una buona analisi. Da leggere.
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