Editoriali

Halo: l’avventura di una vita

L’editoriale di questo mese è dedicato ad Halo. Se non sapete cosa sia siete delle brutte persone, ma noi qui accettiamo tutti, quindi potete rimanere. No, Halo non è la canzone di Beyoncé (che sto ascoltando in loop mentre scrivo questo pezzo), è una delle serie videoludiche più famose e fortunate degli ultimi 20 anni.

Halo è un videogame sparatutto in prima persona ambientato nello spazio. La saga è divisa in molteplici capitoli alcuni principale e altri spin-off. La maggior parte dei fan conosce solo il mondo videoludico, ma per conoscere l’universo di Halo è necessario andare oltre e sbarcare su diversi media che raccontano tanti piccoli tasselli di una grande opera. Ci sono gli anime, i film, webseries, enciclopedie, fumetti e film animati. Chiaramente il mondo nerd ha celebrato Halo in ogni forma e dimensione, dai cosplay alle action figure più costose di un rene, fino al mondo dei Funko-pop. Esistono diversi community molto attive che continuano a celebrare Halo, anche nei momenti in cui l’hype di molti è attenuato o non esiste. In realtà esiste anche un mondo parallelo di fan-fiction, ma meglio non addentrarsi troppo. È un luogo oscuro e pieno di pericoli.

Il mio primo incontro con Halo avviene a casa dei miei nonni: era dicembre e stavo sfogliando un catalogo di giocattoli. Ero solito ritagliare quelli che desideravo, metterli in un grande contenitore dorato, e sperare di riceverli. Poco prima di fare tale operazione, avevo visto in televisione la pubblicità di un videogioco, dove questo power ranger verde sparava a strani alieni impugnando due mitragliette. Sì, era proprio la pubblicità di Halo. Mi perdonerete per l’eresia detta e per non avere trovato quel trailer? Comunque vada, cerco questo videogioco sulla rivista del supermercato, lo ritaglio e lo pongo nel contenitore. Non ricevetti mai quel gioco, ma forse è stato un bene perché all’epoca giocavo con PlayStation. La verità è che poi mi sono scordato di quel videogioco e non ho più incontrato Chief. Ma è quindi forse finita qui la storia? Assolutamente no, il mio viaggio era appena iniziato.

Passano molti anni e mi ritrovo a casa di uno dei miei più cari e vecchi amici, lui ha l’Xbox 360 e mi fa vedere questo gioco, Halo 3. Seduti sul suo letto, mentre i nostri due fratelli minori aspettano invano il loro turno, iniziamo quella che sarebbe stata una vera storia d’amore con un videogame. Iniziamo a giocare e siamo presi dalla storia: io sono il giocatore 2 (il padrone di casa ha sempre il controller 1, è una legge) e gioco Arbiter. Questo è un personaggio chiave della saga, che mi ha fatto compagnia per moltissimo tempo perché ero sempre il giocatore 2, devo dire che non mi è mai dispiaciuto sia per le armi che usava sia per la storia del personaggio. Una storia di redenzione, che vediamo qui sotto in breve.

Arbiter

Il personaggio è un Elite della fazione Covenant. Bisogna sapere che Arbiter non è il nome, ma bensì un grado militare, con una funzione quasi sacra che viene affidata dai Profeti. Quello che giochiamo in Halo 2 e in Halo 3 si chiama: Thel ‘Vadam. Partito da un alto rango ottiene grandi vittorie, ma troverà la sconfitta e la vergogna per mano di Master Chief. Dopo che verrà marcato con il marchio dell’Infamia gli verranno affidate diverse missioni quasi impossibili, Thel riuscirà a compierle e conquistare il grado di  Arbiter.

La mia storia con Halo è solo all’inizio, perché ancora oggi mi accompagna quasi quotidianamente. Torniamo a circa 10 anni fa, con il solito gruppo di amici andiamo a casa di un nuovo membro della compagnia e cosa scopro? Che è un abile giocatore di Halo 3, che ha partecipato a tornei e diversi campionati classificandosi anche dignitosamente. Inizio quindi a scoprire che il videogioco che tanto amo è famoso e questo mi piace. Giochiamo la campagna a turno, in coop online e in locale. Inutile dire che perdevo quasi sempre, ma non era molto importante perché mi stavo divertendo ed entusiasmando con i miei amici. Rivivere la campagna di Halo 3 a difficoltà sempre maggiori e cercando di ottenere tutti i teschi è stata una delle mie attività ricreative preferite a sempre. Penso di aver platinato Halo 3 su Xbox 360 e di aver giocato la campagna diverse decine di volte. Quasi ogni estate mi ritrovo con NerdHerd per completare tutta la saga di Halo, gioco per gioco in ordine cronologico. Una grande impresa per una grande amicizia. Ma proseguiamo. Escono diversi giochi e continuiamo a giocarci, sicuramente i due capitoli che amo di più sono Halo: Reach e Halo 4.

Halo: Reach

È uno degli spin-off più noti della saga e che più ha diviso i fan, alcuni amano questo capitolo senza vederne i difetti, mentre altri lo detestano senza cogliere la poesia e l’eroismo che emana questo titolo. Da come scrivo penso che potrete intuire di quale fazione io faccia parte. Mi sono innamorato della squadra Spartan: mi sentivo uno di loro mentre giocavo Noble 6. Rigorosamente con Elmetto EOD. Forse perché vedevo in questa squadra i miei amici e mi sentivo parte di qualcosa di bello. Ho giocato moltissime volte questo capitolo e ogni volta ho versato lacrime per ogni caduto.

Halo 4

Qui giungiamo a quello che penso sia uno dei miei videogiochi preferiti, qui per me si doveva chiudere la saga di Halo. Perché amo così tanto questo capitolo? Cosa significa per me? È oggettivamente il migliore? Probabilmente no, ma per me si toccano dei tasti importanti e difficili. Vorrei farvi riflettere sul finale, la dipartita di Cortana. Un dialogo bellissimo, che mostra la fragilità di un soldato che è un uomo, nonostante cerchi di comportarsi come una macchina e l’intelligenza artificiale Cortana, che riesce a provare dei sentimenti (etichettati come malfunzionamenti). John è visivamente sconvolto dalla morte della sua compagna, doveva prendersi cura di lei e non ci è riuscito; tuttavia Cortana lo corregge con delle parole stupende “No, dovevamo prenderci cura l’uno dell’altro”.  È tutto qui? In realtà il dialogo sul ponte tra Master Chief e il comandante Thomas Lasky. Vi lascio qui l’unico video italiano che sono riuscito a trovare in merito.

Ci sarebbero moltissime cose da dire sull’universo di Halo, aspetti tecnici nella produzione dei videogame o parlare delle prossime uscite o ancora dei capitoli importanti che non ho citato, vi assicuro che vorrei farlo e non nego la possibilità che in futuro potrebbe accadere, ma oggi ho preferivo mostrarvi il mio rapporto con un videogioco che mi accompagna da tutta la vita.

Halo, una parola che per me significa moltissime cose.

 

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