Wonder Woman 1984 è un film statunitense del 2020 diretto da Patty Jenkins. Disponibile su Prime Video, è il nono film del DC Extended Universe e sequel di Wonder Woman del 2017.
La pellicola inizia con un flashback, di quando Diana era piccola: sta partecipando a un evento atletico in onore della famosa Amazzone Asteria su Themyscira contro le Amazzoni più anziane. Dopo essere caduta da cavallo, Diana prende una scorciatoia e rimonta, ma manca un checkpoint. Antiope la allontana dalla competizione, impedendole così, di vincere. Una dura lezione per la piccola semidea.
Tornando al presente, Diana lavora in un museo ed è una studiosa dell’arte. La sua routine è sconvolta dall’arrivo di una nuova collega e un manufatto antico che realizza i desideri degli uomini. Una reliquia Maia, che il popolo stesso aveva nascosto. Purtroppo, lo aveva fatto troppo tardi e questo li ha completamente distrutti.
Perché non avere di più?
Diana, però, desidera solo una cosa: che il suo pilota ritorni in vita. E succede.
Però, la richiesta dei desideri non è gratuita e la realizzazione esige qualcosa in cambio: per Diana, sono i suoi poteri.
La nostra semidea dovrà essere in grado di rinunciare al suo più grande desiderio per salvare ancora una volta l’umanità.
Un film supereroistico che pare ambientato negli anni ’70, non nel 2021. Molto prevedibile, in quanto, appena compare in scena Chris Pine sappiamo che ci sarà una scena strappalacrime o che comunque Diana dovrà rinunciare a lui.
Manca di forza, energia e parecchia modernità. I riferimenti al vecchio presidente appaiono subito datati, fuori tempo, quasi una testimonianza di un’era passata, anche se parliamo di meno di un anno fa.
Come nei fumetti, c’è un insegnamento morale forte e chiaro. Wonder Woman 1984 è lo stereotipo dei cinecomic che viene sbandierato da chi non li ama, uno spettacolo esile e semplice. Sicuro un chiaro riferimento al #girls o #womanpower. Però, stavolta, Gal Godot non è stata abbastanza forte o incisiva, a causa di una sceneggiatura poco interessante o ricca di climax. Un finale kitsch, con effetti visivi non proprio all’avanguardia.
Peccato, una possibilità poco sfruttata. Niente laso, stavolta.
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